SdS CQ (College Quarterly) Terzo Trimestre 2017 – 12

Lezione 12

9 – 15 settembre

«Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne» (Galati 5:16)

Sabato 9 settembre

INTRODUZIONE

A te la scelta

di Sydney Linton, Lancaster, Massachusetts, U.S.A.

Galati 5:16

Luce o tenebre, giusto o sbagliato, bene o male, altruista o egoista, Spirito o carne. Cosa hanno in comune tutte queste cose? Sono tutte parole che descrivono le forze che guerreggiano nel nostro cuore e nella nostra mente tutti i giorni. Come esseri umani, da soli tendiamo a fare scelte che ci danno gratificazione istantanea. Si potrebbe incolpare il mondo in cui viviamo e come la nostra cultura ed economia sono praticamente fondate sulla gratificazione istantanea: la nostra medicina fa andare via i sintomi ma potrebbe non curare la causa primaria o possiamo trovare qualsiasi cosa vogliamo o a cui pensiamo con un click del mouse. Ma in realtà, la causa è irrilevante. Quello che è rilevante è il nostro bisogno più profondo. C’è uno spazio vuoto, un bisogno che può essere riempito solo da una cosa: amore perfetto e incondizionato: puro e semplice. Trovare amore perfetto e incondizionato, però, è tutto tranne che puro e semplice.

L’amore perfetto e incondizionato richiede duro lavoro, tempo, pazienza, scelte costanti e tanti altri requisiti. Quando l’umanità cadde, seguì la forza che era più conveniente, appariscente o rumorosa. I più ferventi avrebbero avuto una possibilità di cercare di riempire quel vuoto. Quando Gesù morì per noi su quella croce, cambiò il modo in cui quella battaglia era ed è vinta ancora oggi. La battaglia non è più vinta con la forza. Non importa chi parla più forte, con più passione o chi ha argomentazioni migliori. La ragione semplice è che Gesù ha vinto quella battaglia. Tutto quello che ci rimane da fare è scegliere chi vince. Parte della libertà che Gesù ci ha dato è permetterci di scegliere di essere liberi o di essere schiavi dei desideri della nostra carne. Entrambi riempiono il vuoto per un periodo. Solo uno riempirà quel vuoto per sempre.

Se facciamo come dice Galati 5:16, «camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne», quella scelta diventerà più facile. Abbandoneremo la nostra volontà a colui che ci ama con quell’amore perfetto e incondizionato. Potremmo fallire a volte, ma troveremo sempre un amore perfetto e incondizionato in Gesù, lo stesso Gesù che è morto per darci la possibilità di scegliere. Ognuna di queste forze: luce/tenebre, giusto/sbagliato, bene/male, altruismo/egoismo, Spirito/carne — stanno tutte cercando di riempire quel vuoto, un vuoto che solo Gesù può colmare. Quindi sta a te decidere quale sceglierai.

più ampio

di Jacklin Achieng, Homa-Bay, Kenya

Galati 5:13

Nelson Mandela (Madiba) era un leader noto non solo in Sudafrica ma anche nel mondo intero. In una delle sue citazioni più famose, aveva detto: «Essere liberi non è semplicemente gettare da parte le proprie catene, ma vivere in un modo che rispetti e accresca la libertà degli altri».[1]

Libertà è una parola talmente delicata e così grande che molte persone la guardano in un senso più stretto, qualcosa di cui gode solo l’individuo. Storie di persone che hanno abusato della loro libertà per violare i diritti di altri, si ripetono sui media e nella nostra società. Storie simili mostrano fino a che punto alcune persone si spingono, nella loro libertà, solo per fare quello che vogliono.

Ciò nonostante, riesci a immaginare di vivere in un mondo in cui tutti sono liberi di fare qualunque cosa vogliano? Ovviamente questo metterebbe a repentaglio la libertà di altre persone. Sostanzialmente, la citazione di Mandela vuol dire che la libertà da sola non basta a creare una società giusta. Mentre ogni persona valorizza la libertà, questa deve venire con il rispetto e la responsabilità.

Come cristiani, abbiamo ottenuto la libertà attraverso Cristo, che ha preso il peso dei nostri peccati sul Calvario. Quando lo accettiamo come Salvatore, la nostra vita e il modo in cui guardiamo alle situazioni cambiano. Possiamo dichiarare l’unità con Cristo, nella quale egli ci libera dalle catene del peccato. Tuttavia, dobbiamo conoscere i nostri limiti, anche mentre esercitiamo la nostra libertà in Cristo. Dovremmo mangiare tutto quello che vogliamo solo perché siamo liberi? Dobbiamo indossare quello che vogliamo solo perché siamo liberi in Cristo? Dobbiamo fare qualunque cosa vogliamo solo perché siamo liberi? Questi sono solo alcuni esempi.

Ovviamente, la Bibbia è la nostra guida. Proprio come la chiesa in Galazia, alcuni possono ancora essere legati alle pratiche tradizionali di legalismo e licenziosità. Per esempio, alcuni potrebbero pensare che Dio li accetta soltanto perché ubbidiscono alla legge del sabato o perché seguono alcune credenze tipiche della chiesa. Molti potrebbero anche pensare che l’essere membri di chiesa permetta loro di essere liberi di fare qualunque cosa vogliano. Possono procedere e soddisfare se stessi come vogliono sotto l’egida di essere liberi in Cristo.

Ma secondo la Bibbia, le due versioni di libertà non hanno alcun significato per una persona che cammina veramente secondo l’esempio di Cristo. È in quest’ottica che Paolo scrisse ai membri di chiesa della Galazia, avvertendoli dei pericoli del legalismo. La nostra lezione di questa settimana si concentra su come possiamo mantenere la nostra vera libertà in Cristo camminando nello Spirito e servendoci l’un l’altro attraverso l’amore.

[1] Nelson Mandela, «A Selection of Quotes», NelsonMandela.org, su https://www.nelsonmandela.org/content/page/a-selection-of-nelson-mandela-quote al 24 maggio 2016

Domenica 10 settembre

EVIDENZA

Un’idea rivoluzionaria

di Ramiro A. Quero, Fall Creek, Oregon, U.S.A.

Galati 2:15, 16; 3:3, 13, 14

Il tema di vivere secondo lo Spirito suscita una domanda molto importante nella nostra mente: qual è l’obiettivo di vivere se non lo Spirito? Vediamo il contrasto antitetico tra vivere secondo la carne e vivere secondo lo Spirito nel brano a memoria: il desiderio della carne, contrapposto a camminare secondo lo Spirito. Per il cristianesimo moderno, questa domanda sembra quasi ridondante; ma per le persone che leggevano la lettera di Paolo per la primissima volta, probabilmente suonava più come un’eresia. Prenditi un minuto per pensare alla mentalità culturale della nazione ebraica e dei cristiani convertiti da poco.

Il modo di pensare del patto caratteristico dell’Antico Testamento instillava un’attenzione particolare sulle opere. Lo vediamo per la prima volta in Genesi 17:9, 10, dove Dio stabilisce il patto con Abraamo: «Poi Dio disse ad Abraamo: “Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso”».

Il tema del patto è ristabilito durante l’Esodo più avanti nella storia. Dio è sempre quello che stabilisce il patto. «Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa» (Esodo 19:5, 6). In pratica, fate questo così da poter evitare quello.

«Osservate la legge in modo da poter vincere la carne» era il mantra interpretato dell’Antico Testamento. L’idea rivoluzionaria di vivere secondo lo Spirito per vincere la carne era percepito come fondamentalmente opposto a ciò che era stato insegnato alla nazione ebraica da secoli. Questo sarebbe come se qualcuno ci dicesse che la morte di Cristo non è davvero l’unica fonte della salvezza. Ricorda che le persone che leggevano la lettera di Paolo per la prima volta non avevano il Nuovo Testamento per iscritto. La vedevano come consiglio, come gli insegnamenti di un quasi-rabbino. Dopo aver visto il consiglio di Paolo «camminate secondo lo Spirito» nella mentalità culturale del suo periodo originario, possiamo vedere il cambiamento paradigmatico che stava iniziando faticosamente ad avvenire.

Sia allora che adesso, l’enfasi su vincere la natura carnale (carne contro Spirito) era l’obiettivo da raggiungere. Osservare la legge rigorosamente era la loro percezione di bontà. Oggi, i frutti dello Spirito hanno sostituito questo standard (vedi Galati 5:22–24). Il messaggio per noi oggi è: «Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito» (Galati 5:25).

Rispondi

  1. Cosa comporta vivere secondo lo Spirito?
  2. Come vinciamo in modo pratico la nostra natura carnale?
  3. Come giovane seguace di Cristo nella nostra generazione, una vita guidata dallo Spirito quale messaggio diffonderebbe agli altri attorno a noi, in particolare ai non credenti?

Domenica 10 settembre

LOGOS

Libertà in Cristo

di Seline Khavetsa, Nairobi, Kenya

Levitico 19:18; Romani 5:5; 6:6, 12, 14, 18; 8:14; 13:8; 1 Corinzi 6:20; Galati 3:10–13; 5:2–13.

Il prezzo della nostra libertà (1 Corinzi 6:20; Galati 3:13)

Abbiamo tutti cose preziose per le quali abbiamo pagato caramente e delle quali ci prendiamo sempre buona cura. Per esempio, il tuo smartphone è uno degli oggetti preziosi dell’era digitale; lo usi per la comunicazione a voce o scritta e per divertirti. Attraverso varie applicazioni, lo smartphone è un gadget multifunzione che ha un ruolo importante nella tua vita. Però pensa a come te lo sei procurato; forse hai messo da parte con fatica i soldi per poterlo avere, o comunque sai che chi te lo ha regalato ha pagato un certo prezzo; questo lo rende un oggetto speciale.

Come cristiani, siamo acquistati a un prezzo speciale: il sangue di Cristo. Quando Adamo ed Eva peccarono nel giardino dell’Eden, l’intera razza umana meritava la morte (Genesi 2:17). Ma Dio, con il suo infinito amore per l’umanità, offrì il suo unico figlio che ha preso su di sé la punizione del peccato e ha salvato la razza umana con la sua giustizia (Giovanni 3:16). Quella redenzione pone le basi della libertà cristiana.

Scrivendo ai cristiani della Galazia, Paolo offre consigli concreti: accettare Cristo nella nostra vita ci dà pace e libertà che non possiamo avere da altre fonti. Quindi, attraverso Cristo, possiamo rivendicare la proprietà del regno di Dio. In cambio, dovremmo glorificare Dio nel nostro corpo e nello spirito perché entrambi appartengono a lui (1 Corinzi 6:20).

La natura della libertà cristiana (Romani 6:6; Ebrei 2:14,15)

Quando permettiamo a Cristo di regnare, la nostra vita subisce una trasformazione speciale. Lo Spirito Santo ha la facoltà di portarci alla libertà che meritiamo come figli di Dio. La libertà in Cristo non dipende dall’appoggiarsi su una serie di norme per avere sostegno. Piuttosto, gode dell’abilità di accettare se stessi come una nuova creazione. Quando Cristo morì, allontanò i cristiani dalla potenza del peccato. Anche se il peccato esiste nel mondo dove viviamo, abbiamo la forza di resistere a esso perché Cristo ci ha liberati per diventare servitori della giustizia (Romani 6:18).

Paolo avvisa i cristiani della Galazia che da quando hanno accettato Cristo, ora sono una nuova creazione, un nuovo territorio dove il peccato non può dominare. Le leggi che governavano la loro vita precedente non hanno posto nella nuova vita. Ora sono sotto la grazia di Cristo, che porta la vera libertà. La Bibbia afferma che i figli di Dio condividono la carne e il sangue di Cristo, che permette loro di vincere la potenza del diavolo. La grazia di Cristo è sufficiente a liberare i cristiani dalla paura della morte, nella quale erano schiavi (Ebrei 2:14,15), e a portare la vera libertà.

Conseguenze del legalismo (Galati 5:2–12)

I legalisti in Galazia pensavano di poter vincere il favore di Dio con le opere. Alla fine, diventarono schiavi della legge, che secondo loro era la base della salvezza. Tuttavia, alcune leggi, come la circoncisione tra gli ebrei, non aveva posto nella vita di una persona riformata (Galati 5:6). Quelli che si attenevano a leggi del genere si trovarono in una schiavitù da cui non potevano uscire facilmente.

Accettando Gesù nella nostra vita, ci serve una fede che funziona con l’amore. Non possiamo ottenere la salvezza osservando una serie di regole; la salvezza viene da Dio attraverso l’accettazione di quello che Cristo ha fatto per noi sulla croce. Non possiamo comprarla con alcune opere che pensiamo faranno piacere a Dio. Per quei cristiani che pensano di poter guadagnare il favore di Dio osservando fedelmente la legge, è ora di rendersi conto che le opere della legge non hanno posto in una nuova creazione in Cristo. Il legalismo assicura che tu rimanga schiavo della legge. Essere una nuova creatura in Cristo ti permette di vivere la vera libertà in lui.

Libertà contro licenziosità (Romani 6:1, 2; Galati 5:13)

Nel rivolgersi alla chiesa cristiana in Galazia, Paolo è opposto al legalismo e alla licenziosità. Evidenzia la libertà (Galati 5:13), che provvede basi sufficienti ai cristiani perché esercitino l’amore fraterno e conducano una vita piena di Spirito. Però, mentre Paolo sottolinea la libertà tra cristiani, è convinto che la libertà in Cristo non porti alla decadenza morale. I cristiani liberati dal potere del peccato non dovrebbero ubbidire ai suoi desideri perversi (Romani 6:12). Paolo continua parlando delle qualità di una vita piena di Spirito (Galati 5:22,23).

La legge portata a compimento (Levitico 19:18; Romani 8:4; Galati 3:10, 12)

Attraverso la sua morte sulla croce e successiva risurrezione, Cristo infranse le catene della schiavitù che caratterizzavano la vita dei farisei e degli scribi. Riassunse la legge in un modo che è facile da capire: ama il tuo prossimo come te stesso (Giacomo 2:8). La legge è compiuta in quelli che glorificano Cristo nel loro corpo e nel loro cuore. Questo è possibile per fede, non seguendo la legge (Galati 3:11).

Rispondi

  1. Cosa vuol dire avere libertà in Cristo?
  2. Qual è la differenza tra la libertà in Cristo e la licenziosità?
  3. Quali sono i frutti della libertà cristiana?
  4. Come possono i cristiani uscire dal giogo del legalismo e della licenziosità?

Lunedì 11 settembre

LOGOS

Fai una passeggiata

di Tristan Reynolds, Tacoma, Washington, U.S.A.

Galati 5:16

Camminare nello Spirito (Genesi 5:23, 24)

Molto, molto prima che Paolo scrivesse la sua lettera ai Galati, un uomo diede il miglior esempio di cosa voglia dire camminare nello spirito. Enoc camminò con Dio. Visse in comunione così stretta con lui che perfino in quei primi tempi, Dio lo ritenne pronto per il cielo! (Genesi 5:23, 24).

Enoc passeggiò davvero fisicamente sul prato e sotto gli alberi con il Creatore in persona? Non lo dubito. Ma oltre all’azione fisica, camminare con Dio significava qualcosa di più. Voleva dire che Enoc conosceva Dio. Lo capiva per come si rivelava essere. E Dio a sua volta con lui.

Anche se i tempi sono cambiati, non sono così lontani come potresti essere portato a credere. Dio si è reso esplicitamente accessibile nelle parole della Bibbia, una biblioteca degli incontri di persone diverse con lui, con il suo carattere e le sue visioni per la vita. C’è l’impronta di Dio impressa in tutto il pianeta e nelle profondità dello spazio. Abbiamo l’opportunità di fare una passeggiata con Dio tutti i giorni, ma serve che lo notiamo, che riconosciamo la sua presenza, e che apriamo il nostro cuore per imparare.

Il conflitto cristiano (Romani 7:15–20)

Enoc incarna l’ideale. Viveva l’obiettivo cristiano. Ma nelle trincee, nel presente, non è lo stesso di quando le storie di Adamo ed Eva e il giardino erano raccontante di seconda e terza mano. È facile per noi distrarci e perdere la concentrazione nel nostro tempo impersonalizzato così lontano dalla fonte di tutto ciò.

Paolo descrive la situazione: «Sappiamo ciò che è sbagliato, ma lo facciamo comunque». Perché?  Perché pecchiamo quando lo sappiamo in anticipo?

Lo facciamo perché non sappiamo più cosa significhi. Il peccato è diventata una parola ambigua. Come la parola salute, o buono e cattivo, significa poco perché è stata preda di così tanti contesti diversi. I Galati di oggi che combattono con i Laodicei di oggi lasciano le persone ragionevoli nel mezzo disorientati su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ai tempi di Paolo, la questione della circoncisione diventò una battaglia. Oggi abbiamo battaglie in abbondanza. Alla fine, il risultato è un esempio eccellente di non aver afferrato il concetto.

Il conflitto dei cristiani ha una causa e una soluzione.

Non c’è un libretto nero di «cose cattive» per noi a cui fare riferimento in qualsiasi occasione possibile. E non dovrebbe esserci. Dio non vuole seguaci senza cervello. Vuole cuori e anime che desiderano la verità. Come la legge dà la precedenza al vangelo, così i seguaci di Dio danno la precedenza alla famiglia di Dio. «Questa è la via; camminate per essa!» Si arriva a una scelta di camminare con o camminare soli.

Opere della carne e frutto dello Spirito (Galati 5:16, 17)

In Galati 5:19–21, Paolo dà una solida lista dei peccati della carne. Sfortunatamente, lascia che parlino da soli. Nel nostro mondo di oggi, la maggior parte di quella lista non lo fa. Inoltre, probabilmente se n’è già parlato, e nel processo è stata dipinta come affascinante, innocua e completamente normale.

Come cristiani abbiamo una chiamata particolarmente importante, e cioè di essere onesti con noi stessi sempre. Hai letto che «i cristiani non hanno mai il permesso di divertirsi?» Se è così, rileggi.

Facciamo una passeggiata con Cristo. Cosa direbbe? Come si comporterebbe? Ti sussurrerebbe all’orecchio, «Ti stai comportando come una persona cattiva; continua così, e sicuramente non andrai in cielo»?  Neanche per sogno!

Invece, ti tiene così impegnato in un’avventura gioiosa che riesci a malapena a stargli dietro. Con calma, con amore e senza una briciola di giudizio, ti mostra quelli che sono venuti prima che hanno inseguito il sentiero allettante. Capisce il fascino. L’ha visto tantissime volte. Ma sa anche cosa succede dopo, ogni volta.

Non è una questione di giudizio; è un dato di fatto, una questione d’amore. Dopo tutto, «Gli amici non lasciano che i loro amici . . .»

Ogni momento scava più a fondo dentro di te, e alla fine libera un pozzo effervescente di gioia pazza. Ridi perché non puoi evitarlo. Quelle che molti considerano le qualità più sopravvalutate della vita sono spesso le più sottovalutate: pace, pazienza, bontà, fedeltà, autocontrollo e così via. I frutti dello Spirito sono i frutti più dolci che tu abbia mai assaggiato. È solo quando trovi la felicità come risorsa rinnovabile che ti rendi conto di quanto hai dovuto integrare.

La via per la vittoria (Matteo 7:7)

Il desiderio di Dio per noi è una vita di creatività, emozione, amore, armonia e gioia, tutto in cielo, insieme a lui e al resto della creazione. Il peccato mette in pausa quel sogno. Dio non può permettere che il peccato continui. Ma promette anche di non perdere le speranze con noi, prima con Adamo, poi Noè, e alla fine attraverso Gesù.

Perché il peccato sia sconfitto e la pace in cielo sia eterna, deve essere realizzato nel cuore e nella mente di ognuno dei cittadini del cielo. Deve essere realizzato su quel piano. Quando Gesù tornerà e il mondo sarà rinnovato, ci sarà una ragione per cui il peccato non esisterà più. Non sarà semplicemente perché lo dice la Bibbia. Dio non rimuoverà la nostra abilità di peccare. Il cielo non sarà così perfetto che non penseremo mai più al peccato. Niente affatto, in realtà sarà quel ricordo che ci tiene saldi. Faremo passi avanti verso la vittoria perché lo capiamo.

Lucifero inventò il peccato nella perfezione del cielo, prima dell’umanità. La sua superbia diventò la sua rovina. Lo stesso potrebbe accadere a chiunque. Ma non accadrà a tutti. Matteo 7:7 dice, «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto» — e camminate e Dio camminerà al vostro fianco.

Martedì 12 settembre

TESTIMONIANZA

Il problema del peccato

di Hannah Goldstein, Chattanooga, Tennessee, U.S.A.

Galati 3:22

«Alcuni accarezzano la vaga idea di dover fare degli sforzi incredibili per ottenere il favore di Dio, ma tutto quello che facciamo per nostro proprio conto è vano. Solo ricercando una relazione con Gesù, per mezzo della fede, un peccatore diventa figlio di Dio e un credente pieno di speranza».[1]

Da soli, non possiamo mai avere motivi puri. Molte persone dicono cose come, «devo sistemare la mia vita e mettere in ordine le mie priorità prima di cercare Dio». Questo è impossibile da soli; solo attraverso Dio e cercandolo, egli ci darà l’abilità di desiderare veramente la bontà e odiare davvero il peccato.

«In Cristo erano presenti la dimensione divina e umana. La sua missione consisteva nel riconciliare Dio e l’uomo, nell’unire il finito all’infinito».[2]

Dio vuole che noi tutti siamo con lui. La sua tristezza più grande è il concetto di perdere una singola delle sue creature al peccato.

«Molti attribuiscono scarsa importanza all’opera della redenzione perché hanno un’idea molto limitata delle sofferenze del Cristo. Il glorioso piano della salvezza fu realizzato grazie all’amore infinito di Dio. In questo piano si manifesta in modo sublime l’amore divino per l’umanità che si è concretizzato nell’amore del Figlio».[3]

Un Creatore infinito e onnipotente vede i suoi figli, così piccoli e insignificanti come il suo premio più grande.

«Il più grande bisogno del mondo è il bisogno di uomini che non si possono né comprare né vendere; uomini che sono leali e onesti fino nell’intimo del loro animo; uomini che non hanno paura di chiamare il peccato con il suo vero nome; uomini la cui coscienza è fedele al dovere come l’ago magnetico lo è al polo; uomini che stanno per la giustizia anche se dovessero crollare i cieli».[4]

Vivere nel peccato ci viene naturale nelle nostre condizioni umane. È difficile non solo fare il bene ma voler fare il bene. Solo attraverso l’abbandono completo saremo in grado di vedere il male per quello che è, e vedere la devastazione che causa nella nostra vita. Quanto più cresciamo vicini a Dio, quanto più diventiamo disgustati dal peccato perché Dio ci rivela il danno che causa e il nostro bisogno di qualcosa di più grande.

Rispondi

  1. Ci sono state volte nella tua vita in cui hai avuto paura di cercare Dio perché il tuo peccato ti ha fatto sentire impreparato a seguirlo?
  2. Basandosi sulla Scrittura, quali sono modi in cui possiamo permettere a Dio di guidarci fuori dai nostri desideri peccaminosi?

[1] Ellen G. White, La mia vita, p.13

[2] Ellen G. White, I tesori delle testimonianze 1, p.154

[3] Ibid.

[4] Ellen G. White, Princìpi di educazione cristiana, p.37

Mercoledì 13 settembre

COME FARE

Nutrire la libertà

di Ryan Thornton, Seattle, Washington, U.S.A.

Galati 5:16

C’è una vecchia storia che dice più o meno così . . .

«Un vecchio Cherokee sta insegnando a suo nipote della vita. “C’è una battaglia dentro di me”, disse al bambino.

“È una terribile battaglia tra due lupi. Uno è cattivo — è rabbia, invidia, tristezza, rimpianto, avidità, arroganza, autocommiserazione, senso di colpa, risentimento, inferiorità, menzogne, superbia, superiorità e ego”. Continuò, “L’altro è buono — è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, empatia, generosità, verità, compassione e fede. La stessa battaglia è in corso dentro di te, e anche dentro tutte le altre persone”.

Il nipote ci pensò per un minuto e poi chiese a suo nonno, “Quale lupo vincerà?”

Il vecchio Cherokee rispose semplicemente, “Quello che nutri”».[1]

Con un’immagine accattivante, l’anziano insegnò una lezione che sfugge a molte persone oggi. È la lezione che Paolo cercò di impartire alle chiese della Galazia. La lezione è che siamo a capo di dove andiamo, di chi diventiamo, e se alla fine viviamo nella gioia o nell’insoddisfazione.

Nella vita, ci sono scelte giuste, scelte sbagliate e scelte che dipendono dalla situazione. La maggior parte dei casi sono nella terza categoria. In quei casi, classifichiamo ogni azione come utile o non utile, a seconda di dove vogliamo che vada la nostra vita. Ogni scelta ha una conseguenza.

La libertà, tuttavia, è sempre una scelta nostra.

La legge è stata data per proteggere un popolo mentalmente fragile finché non fossero stati pronti per qualcosa in più (Galati 3:19, 23, 24). L’ordine può solo richiedere ubbidienza. La libertà permette il pensare; permette il bene superiore e il male più profondo. Quindi, lo Spirito che vive in noi può aiutarci mentre affrontiamo la vita indipendentemente.

Il piano finale di Dio non vuole automi. Ha bisogno che la sua famiglia pensi, non che segua semplicemente ordini, perché un giorno dovremo crescere. Ha grandi responsabilità in serbo per noi in cielo. Se, come bambini protetti, non impariamo a distinguere il bene dal male da soli, peggio che non essere pronti a lasciare mamma e papà, non saremo pronti per il cielo!

Ma non lasciare che questo ti turbi, perché questo è il grande segreto: permetti allo Spirito Santo di guidare la tua vita e sceglierà ciò che è giusto (Galati 5:16). Non è una questione di cosa puoi e non puoi fare; è semplicemente la verità che se scegli di camminare con e secondo lo Spirito, starai camminando seguendo i passi di Dio.

Dio vuole che siamo felici. Vuole che siamo così felici che sarà difficile credere che il peccato sia mai esistito. Ma è esistito. E starà a noi, ognuno di noi, assicurarci che non ritorni mai.

L’unico modo in cui il peccato è possibile è la libertà. L’unico modo in cui l’amore è possibile è la libertà.

Dio non è disposto a prendere il rischio che il peccato ritorni, quindi non ci porterà prematuramente in cielo con la libertà. Né è disposto a darci ciò che non è amore, quindi non ci porterà in cielo senza la nostra libertà.

È iniziato con Adamo ed Eva, e continua con noi oggi. È una scelta. Ci sono due lupi — quale nutrirai?

[1] «A Cherokee Legend», Firstpeople.us, visitato il 24 luglio 2016, http://www.firstpeople.us/FP-Html-Legends/TwoWolves-Cherokee.html.

Giovedì 14 settembre

OPINIONE

Camminare nello Spirito

di Nathan Jones. Auburn, California, U.S.A.

Galati 5:19–21; Apocalisse 3:15, 16

Se chiudo gli occhi, riesco ancora a vedere e sentire gli accordi, le voci e il suo volto. Il culto di famiglia di solito era un evento divertente crescendo, e mio padre era un re del divertimento. Mi ricordo che eravamo seduti appiccicati su un divanetto o buttati su un letto matrimoniale, papà con la sua chitarra in mano, suonando gli accordi di qualche inno divertente o canti della Scrittura.

C’erano molti preferiti, ma quello che spicca oggi è «I frutti dello Spirito», un canto della Scrittura scritto da lui. Cantava, «. . . il frutto dello Spirito è pace, pazienza, benevolenza, bontà, fede, mansuetudine, temperanza, contro queste cose non c’è legge».

Ma quali sono i frutti dello Spirito? Forse il nostro istinto è di pensare alle cose che facciamo: un atto di gentilezza, una parola premurosa, pazienza tranquilla in mezzo al turbamento. Ma un esame più attento rivela una tendenza interessante negli scritti di Paolo. Quando Paolo parla delle opere della carne, parla di comportamento e pratiche.

«Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose» (Galati 5:19–21).

Però, quando parla dei frutti dello Spirito, parla di tratti del temperamento. In altre parole, queste sono cose che riguardano l’atteggiamento piuttosto che quello che fai. Per esempio, posso comportarmi molto gentilmente, ma internamente lo sto facendo per ragioni davvero orribili.

Quindi quando lo Spirito di Dio porta frutto, non è solo una manifestazione esteriore, compie un cambiamento interiore. Questo è in armonia con uno dei temi maggiori della Bibbia: essere autentici. Se ci fermiamo a pensare, la Bibbia dice che siamo creati a immagine di Dio. Quindi, i nostri gusti fondamentali rispecchiano la sua natura, finché sono puri. Quanti di noi apprezzano una persona ipocrita? Un amico falso? Dio non sopporta queste cose come non le sopportiamo noi. È ossessionato con l’autenticità.

«Oh, fossi tu pur freddo o fervente!» Dice in Apocalisse 3:15, 16, ma «perché sei tiepido […] io ti vomiterò dalla mia bocca». Se manifestiamo esternamente le opere d’amore senza la disposizione o l’atteggiamento d’amore interiore, siamo ancora meno autentici delle persone che fanno le opere della carne!

Dio vuole darci atteggiamenti genuini di «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine», così che noi e tutti gli altri sappiamo che «siamo stati con Gesù».

Venerdì 15 settembre

ESPLORAZIONE

Crescita vittoriosa

di Karen Pires, Pendleton, South Carolina, U.S.A.

Romani 8:14, Galati 5:16–26

CONCLUSIONE

La vita cristiana vuol dire crescere in Cristo, diventare più come lui ogni giorno, pregando e studiando la nostra Bibbia. Vuol dire pregare per la vittoria sul peccato e condividere con gli altri ciò che Dio ha fatto nella nostra vita. È il cambiamento nella nostra vita che avviene mentre ci avviciniamo a lui. Come cristiani, abbiamo la gioia di condividere con gli altri ciò che egli ha fatto per noi e può fare per loro!

PROVA A

  • Disegnare un grafico che mostra i frutti dello Spirito. Elenca il frutto e dai due modi in cui si può osservare nella vita del cristiano.
  • Partecipare a una camminata di sabato pomeriggio. Prendi del tempo per condividere con qualcuno un’idea che Dio ha messo nel tuo cuore e come intendi agire.
  • Comporre un canto di incoraggiamento da cantare o canticchiare quando ti capita il conflitto. Includi una lode a Dio.
  • Navigare su internet per trovare esempi dei frutti dello Spirito. Condividi quello che hai trovato con il tuo pastore o responsabile della gioventù così che possano aggiungerlo alla loro biblioteca di illustrazioni per i sermoni.
  • Meditare su Marco 7:21, 22. Dio cosa vede nel tuo cuore? Da dove viene il male? C’è qualcosa nella tua vita per cui hai bisogno di chiedere l’aiuto di Dio per rimuoverlo?
  • Intervistare uno dei membri della tua chiesa. Scopri cosa li porta a una vita vittoriosa. Prega con loro per la vittoria costante di Dio.
  • Scegliere alcuni amici e preparare uno sketch che rappresenti come avere una crescita vittoriosa nella tua vita. Condividilo con la tua classe della scuola del sabato.

CONSULTA

Galati 5:22, 23; 2 Corinzi 6:6; Ebrei 9:14.

Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, capitolo 30, «Chiamati a raggiungere un ideale più elevato»; My Life Today, p. 317.

Richard D. Patterson, «Fruit of the Spirit», https://bible.org/article/fruit-spirit.

Charles Stanley, The Wonderful Spirit Filled Life (Thomas Nelson, 1995), pp. 3–12.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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