SdS CQ (College Quarterly) Primo Trimestre 2018 – 03

Lezione 03

13-19 gennaio 2018

Dio o Mammona?

«Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre» (Filippesi 2:9-11)

Sabato 13 gennaio

INTRODUZIONE

Chi è il tuo papà?

di Patrice Yorke, Edmonton, Alberta, Canada

Giovanni 5:19, 30

Stavo leggendo un libro; l’autore aveva scritto che stava tenendo un seminario e che si era annotato le seguenti parole: «Non faccio niente per conto mio. Posso fare solo ciò che vedo fare da mio padre».[1] Aveva chiesto ai partecipanti al seminario di analizzare la persona che direbbe una cosa del genere, e queste sono alcune delle risposte:

«Sembra debole. Quasi incapace».

«Questa persona è stata in terapia?».

«Non è sano».

«È codipendente».

Scommetto che molte delle nostre risposte sarebbero simili. Questo individuo «debole» e «codipendente» è Gesù che parla in Giovanni 5:19, 30. Gesù riconosceva di non essere qui per operare per conto proprio. Era un amministratore di suo Padre, era qui per eseguire il piano operativo di Dio.

Il mondo in cui viviamo è truccato con modi convenienti di farci erroneamente pensare che siamo noi a governare la nostra vita. Ci viene insegnato che se riusciamo ad avere una buona istruzione potremo ottenere un buon lavoro, e saremo in grado di prenderci cura di noi stessi. Entriamo a scuola e nella forza lavoro con l’idea di inseguire i nostri desideri e sogni e la maggior parte di noi pensa pochissimo a quello che è il piano di Dio per la nostra vita. Alla fine, se le cose vanno bene — buoni voti, buono stipendio — è facile per noi pensare che abbiamo tutto sotto controllo. L’autosufficienza non ha mai fatto parte del piano di Dio. Gesù riconosceva il suo disperato bisogno di suo Padre, e non si vergognava di dire: «Cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

Quindi la domanda è: «Chi è il tuo papà?» Sei pronto a venire nel posto dove puoi capire che non appartieni a te stesso? Esatto, sei stato acquistato a caro prezzo attraverso il sangue di Gesù per uno scopo esatto. Se vai in classe o a lavoro e sai che c’è un compito o un’attività che deve essere svolta, non inizieresti a lavorarci su senza sapere cosa viene richiesto. Perché insistiamo a fare così nella vita? Hai considerato di chiedere a Dio di mostrarti cosa vuole che tu faccia? Dove vuole che tu vada? Vero, le risposte potrebbero sorprenderti, ma l’unico modo per essere buoni amministratori della vita che egli ti ha dato è di riconoscere che lui è il tuo papà.

[1] Paul E. Miller, Love Walked Among Us: Learning to Love Like Jesus, Tyndale House Publishers, Carol Stream, 2014, cap. 11

Domenica 14 gennaio

LOGOS

Attratto da Dio

di Elaine Thompson, Edmonton, Alberta, Canada

Matteo 28:19, 20

Amministrazione (Esodo 34:6, 7; Giovanni 3:16)

L’amministrazione è la gestione delle risorse. È accettare la responsabilità e applicare l’abilità, il talento e la competenza di assicurarsi che venga compiuto un buon lavoro. Viviamo quotidianamente come amministratori nei nostri ruoli di professionisti, uomini, donne, amici e famiglie. In effetti, passiamo una considerevole quantità di tempo dall’infanzia fino ai 20 o anche 30 anni imparando a padroneggiare i nostri talenti scolastici e attitudinali per eccellere in ciò che ci piace fare. Perché? Perché amiamo ciò che perseguiamo. L’amore è il punto di riferimento delle nostre azioni; è anche la base dell’amministrazione.

Ama il punto di riferimento dell’amministrazione (Luca 16:13; Giovanni 5:19, 30)

La vera amministrazione deriva dall’amore di Dio. Quando amiamo qualcuno o qualcosa, ci impegniamo a essere sempre coinvolti con quella persona o cosa. Siamo attratti dalle gioie che vengono da quell’interazione. Spendiamo tempo per conoscere e imparare di più su quella persona o cosa. Diamo noi stessi. «Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato. . .» (Giovanni 3:16). Dio ha dato sé stesso al mondo per mostrarci la vera amministrazione. Allo stesso modo, siamo chiamati a dare noi stessi a Dio e al mondo. Egli ci ha mostrato come servire. Ogni giorno Gesù si consultava con suo Padre. «Io non posso fare nulla da me stesso» era la sua dichiarazione costante. Ogni mattina, si alzava presto per parlare con suo Padre e imparare da lui. Costruire una relazione con Dio il Padre era cruciale all’amministrazione della vita di Gesù. Allo stesso modo, dovremmo passare del tempo con Dio per conoscerlo meglio in modo da poterci dedicare alla vera amministrazione, la più alta qualità di servizio.

Amministrazione conoscendo il cuore di Dio (Giobbe 38; Salmi 50:10; Giovanni 10:10; 1 Giovanni 2:15)

Conoscere il cuore di Dio addolcisce l’atto di amministrazione perché sapremo come compiacerlo. Quando Dio ha dato al mondo, ha dato tutto sé stesso come sacrificio. Condivideva un amore profondo con l’umanità che potessimo avere la vita e averla abbondante. Ha creato il mondo e le cose in esso per il nostro piacere. Le cose del mondo non erano fatte perché le adorassimo. «Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui» (1 Giovanni 2:15). Le cose del mondo sono solo strumenti per dare gloria a Dio. Quando cresciamo quotidianamente nella nostra comprensione delle profondità dell’amore di Dio, allora il nostro vero atto di amministrazione sorriderà.

Amministrazione: talenti in azione (Matteo 25:24-28)

Conosciamo molto bene la storia dei talenti. Il servo che aveva nascosto il suo singolo talento etichettò il suo padrone come «un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso» (v. 24). Questa era la sua comprensione del carattere del suo padrone. Ma quando esaminiamo la storia più attentamente, il padrone raffigurato è Dio. Com’è possibile che il nostro Dio amorevole possa essere conosciuto come «un uomo duro»? Anche nella nostra società di oggi, molte persone hanno ancora quest’immagine di Dio in mente. Stiamo davvero usando i nostri talenti per condividere con la nostra società chi Dio è veramente? Abbiamo passato il tempo per conoscere Dio così da poter condividere con gli altri i nostri incontri personali con lui?

La Bibbia dice in Apocalisse che i santi vinceranno con le parole della loro testimonianza. Sviluppa la tua testimonianza attraverso il tempo personale con Dio. L’amministrazione riguarda tutto il nostro io — il nostro tempo, i talenti, il denaro e gli averi. Tutto deve essere usato in servizio per condividere Dio con il mondo. Passa il tempo con Dio e metti i tuoi talenti in movimento.

Amministrazione: come brillare (Deuteronomio 10:14; 1 Corinzi 6:19, 20)

È facile parlare dell’amministrazione, ma è altrettanto importante condividere come fare per essere un grande amministratore. Prima deve iniziare nel cuore, attraverso lo sviluppo di una relazione con Dio. Allora sarà più facile conoscere la sua voce e sentire le sue istruzioni quotidiane per te. Poi sarà il momento per l’azione. Sii te stesso; brilla nei doni, talenti e tratti che Dio ti ha dato. Il tuo contributo è importante in questo mondo. Se non condividi te stesso, ci perderemo la luce che porti nel mondo. Fai quello che puoi, dove puoi, con ciò che hai. Prendi anche il tempo per crescere e sviluppare le tue abilità. Condividi i tuoi tesori terreni come il tuo denaro e i tuoi averi — paga la tua decima e dona a cause di beneficenza. Sii una benedizione.

Attratti da Dio (Salmi 33:6-9; Galati 3:13; Colossesi 1:13; 1 Tessalonicesi 1:10; 1 Pietro 1:18; Ebrei 2:14, 15; Apocalisse 1:5)

La gestione cristiana della vita è un’effusione della risposta del cuore all’amore e a una relazione personale con un Dio che si interessa. Abbiamo la possibilità di incontrare Dio da vicino e personalmente; impariamo a sentire la sua voce e a capire le sue vie. Diventiamo attratti da lui. Un amore simile prepara Matteo 28:19, 20. Usiamo i nostri doni, talenti e tratti e andiamo davvero a insegnare a «tutti i popoli».

Rispondi

  1. Dalla tua vita devozionale personale, puoi dire veramente di essere travolto dall’amore di Dio?
  2. Identifica due modi in cui puoi migliorare nei tuoi atti di amministrazione.

Lunedì 15 gennaio

TESTIMONIANZA

«Va bene, servo buono e fedele!»

di James Garang, Edmonton, Alberta, Canada

Matteo 25:21

Dio chiede a tutti noi di essere fedeli amministratori dei suoi beni. Dio si aspetta che siamo fedeli con ciò che ci ha concesso, per quanto possa essere una cosa piccola. Dio vuole che, come suoi amministratori fedeli, dedichiamo ogni aspetto della nostra vita a lui dato che «Cristo ci ha acquistati al prezzo del proprio sangue. Ha pagato per la nostra redenzione, e se avremo il tesoro, è nostro come dono gratuito di Dio.

“Quanto devi al mio padrone?” Luca 16:5. È impossibile da dire. Tutto quello che abbiamo viene da Dio. Egli pone la sua mano sui nostri averi dicendo: “Sono io il vero proprietario dell’universo intero; questi sono i miei beni. Consacrate a me le decime e le offerte. Quando porti questi beni specifici come segno della tua lealtà e sottomissione alla mia sovranità, la mia benedizione aumenterà i tuoi beni, e avrai l’abbondanza”.

Dio sta mettendo alla prova ogni persona che dichiara di credere in lui. A tutti vengono affidati dei talenti. Il Signore ha dato agli uomini i suoi beni da sfruttare. Li ha resi suoi amministratori, e ha dato in loro possesso denaro, case e terre. Tutti questi devono essere considerati come i beni del Signore e usati per far avanzare la sua opera, per costruire il suo regno nel mondo. Nello sfruttare i beni del Signore, dobbiamo cercare da lui la saggezza, che possiamo non usare la sua fiducia sacra per glorificare noi stessi né per assecondare impulsi egoistici. La quantità affidata varia, ma quelli che hanno i doni più piccoli non devono sentire che dato che il loro talento è piccolo non possono fare nulla con esso.

Ogni cristiano è un amministratore di Dio, a cui sono affidati i suoi beni. Ricordate le parole: “Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele”. 1 Corinzi 4:2. Assicuriamoci che non stiamo derubando Dio neanche di una briciola, perché in tale questione molto è coinvolto».[1]

Cristo sta dicendo a ogni essere umano di ascoltare la sua chiamata all’amministrazione. Matteo 25:21 registra la testimonianza di un amministratore fedele elogiato dal suo padrone per un lavoro ben fatto. Il racconto biblico è un vivido esempio lasciato perché lo emuliamo e facciamo dell’amministrazione una parte della nostra vita.

Rispondi

  1. Che differenza può fare se fossi il proprietario piuttosto che l’amministratore?
  2. Qual è il modo migliore per vincere l’egoismo ed essere amministratori fedeli?
  3. Di chi siamo diventati amministratori? Di Dio o del denaro?

[1] Ellen G. White, Testimonies for the Church, vol. 9, pp. 245-246

Martedì 16 gennaio

EVIDENZA

Il Dio che provvede

di Randy Goldson, Elkins Park, Pennsylvania, U.S.A.

Deuteronomio 8:18; 10:14, Luca 12:13-21

Nell’antico mondo mediterraneo c’era la convinzione che le risorse fisiche sono limitate e non si espandono.[1] Questa visione aveva come risultato due atteggiamenti:

  1. Un desiderio di condividere con chi non aveva, in particolare i poveri e i vulnerabili (Deuteronomio 15:7-9).
  2. Un desiderio di accumulare e ammassare la ricchezza a tutti i costi (Luca 12:13-21).

Il vangelo di Luca, a volte chiamato il vangelo dei poveri, presenta insegnamenti potenti sull’atteggiamento appropriato verso i beni materiali. In Luca 12:13-21, Gesù ricorda alla folla che la vita è più che l’abbondanza di beni raccontando la parabola di un ricco agricoltore; lo chiama stolto perché ammassa invece di condividere la sua ricchezza. Costantemente, in tutto Luca, viene chiesto alle persone di abbandonare i beni materiali (vedi Luca 3:10-14; 13:25-33; 18:18-23). La richiesta di dare via i propri beni materiali non è perché la ricchezza è un male. La richiesta è per mettere alla prova un principio fondamentale: il desiderio per il denaro è più forte del desiderio per Dio?

Luca aggancia l’idea di Dio e del denaro in un altro principio importante di Dio come colui che provvede per eccellenza. Sia il Magnificat (Luca 1:46-56) che il Benedictus (Luca 1:67-79) sottolineano Dio che provvede alla salvezza e al nutrimento. L’essenza dell’amministrazione cristiana è che tutto appartiene a Dio. Il Signore dice all’antica Israele che la terra e i cieli appartengono a lui. Condividere le nostre risorse è quindi un’indicazione della nostra convinzione che è Dio che provvede. La tendenza ad ammassare non solo indica una mancanza di fede nel Dio che provvede a tutto, ma mostra un attaccamento poco sano a beni che non dureranno.

Da Deuteronomio emerge un altro elemento sull’attaccamento alle cose materiali; la tendenza a dimenticare la provvidenza di Dio. In Deuteronomio 8:18, il Signore chiede al popolo di ricordare che egli dona loro forza per lavorare e guadagnare le ricchezza. Ricordare il Signore come creatore, proprietario e fornitore aiuta a regolare il nostro atteggiamento verso i beni terreni. Non facciamo idoli di denaro e cose materiali. Sì, valutiamo ciò che abbiamo, ma consideriamo la relazione con Dio più importante.

il credente non ha problemi a condividere, anche laddove le risorse sono limitate. Il nostro servizio come amministratori deriva dal riconoscere che Dio provvede a tutto. Quanto possediamo è temporaneo. Il nostro desiderio non è accumulare ricchezze, ma essere saldi nel Dio che provvede a tutti i nostri bisogni.

Rispondi

  1. Che differenza fa riconoscere Dio come creatore e proprietario di tutto, nelle tue scelte personali sull’uso dei tuoi beni?
  2. Come valuti il tuo atteggiamento verso il denaro e i beni materiali?

[1] Bruce J. Malina, The New Testament World: Insights from Cultural Anthropology, Westminster John Knox Press, Louisville, 2001, pp. 108-118

Mercoledì 10 gennaio

COME FARE

Amministrare le nostre finanze

di Michelle Solheiro, Edmonton, Alberta, Canada

Deuteronomio 10:14; Salmi 50:10; 1 Corinzi 6:19, 20

Il denaro sembra essere un tema tabù in molte chiese, ma credo che la prosperità economica sia una grande benedizione quando usata per la gloria di Dio. Amministrare le nostre risorse economiche in modo tale che possano benedire gli altri benedice anche il nostro Creatore; egli benedice quelli che sono fedeli con ciò che hanno ricevuto e si dimostrano essere buoni amministratori affidabili. Ecco alcuni modi in cui possiamo praticare l’amministrazione economica:

Prega per il cuore giusto e l’atteggiamento mentale giusto. «O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo» (Salmi 51:10). Una delle prime cose che dobbiamo fare è diventare giusti con Dio nei nostri cuori e avere l’atteggiamento giusto nei confronti dell’amministrazione del nostro denaro. Il denaro è uno strumento che possiamo usare per portare avanti il regno di Dio e benedire gli altri.

Pianifica le spese e vivi entro le tue possibilità. Avere uno stile di vita senza debiti è un valore importante per me, e se lo è anche per te, allora è importante attenersi a un budget mensile e vivere con meno di quello che guadagni, in modo da poter designare parte delle tue finanze da risparmiare e parte da donare. Sii fedele con le risorse con cui sei stato benedetto.

Tieni una cifra da donare. Oltre alle tue decime mensili, tieni un importo che puoi dare per altri progetti, missioni o persone che ne hanno bisogno. Abbiamo il bellissimo privilegio di unirci a Dio per finire la sua opera e la meravigliosa responsabilità di usare quello che ci è stato dato per farlo. Dio benedice quelli che donano, ma non è per il motivo di ricevere le benedizioni che doniamo; doniamo quando abbiamo l’atteggiamento giusto che viene da un cuore rinnovato.

Renditi conto che tutto quello che hai non appartiene a te. Penso che uno dei momenti più liberatori che io abbia vissuto, quando si tratta di denaro, sia che niente di quello che ho è mio; appartiene tutto a Dio. Tutto in questo universo è suo ed egli può scegliere cosa farà con esso. Se Dio mi ha affidato qualcosa, è meraviglioso! Allo stesso tempo, se Dio sceglie di portarlo via, anche quello è meraviglioso. Siamo amministratori di ciò che è suo e per questo, potremmo renderci conto che tutto ciò che abbiamo deriva dalla bontà e dall’amore di Dio.

Rifletti. Prendi del tempo per riflettere sulle cose a cui sei attaccato emotivamente, che sia denaro, cose materiali, attività o perfino persone. Tutto ciò che viene prima di Dio nella nostra vita è un idolo e prende il posto di Dio nel nostro cuore. Prendi il tempo di cercare nel tuo cuore e chiedere a Dio di purificarti da quella che è la tua lotta.

Rispondi

  1. Perché pensi che molti cristiani abbiano un’opinione così negativa del denaro?
  2. Rifletti sul tuo attaccamento emotivo al denaro o alle cose materiali in generale e come ti impedisce di vivere liberamente.

Giovedì 18 gennaio

OPINIONE

Amministratori per la crescita

di Shauna Spence, Edmonton, Alberta, Canada

Giobbe 38:36

Alcuni cristiani credono che l’amministrazione riguardi semplicemente la restituzione della nostra decima. Ma Dio ci chiama a essere amministratori fedeli in tutti gli aspetti della vita, inclusa la ricerca dello sviluppo personale.

Ogni individuo viene chiamato a coltivare e a usare i propri doni, talenti e tratti unici. Nonostante la conoscenza di questa nomina divina, come cristiani spesso trascuriamo di impegnarci in quest’opera.

Alcuni cristiani creano barriere invisibili alla propria crescita, confondendo l’umiltà con l’inferiorità, la modestia con la paura, e l’indecisione con la pigrizia. Molte chiese non raggiungono lo scopo, creando ambienti che classificano le abilità dei membri in gerarchie di valore e stima. Quando è così, le attitudini e il potenziale delle persone possono restare inosservati e sottosviluppati finché non si indeboliscono, si perdono e vengono dimenticati.

La Bibbia ci chiama a non lasciare che i nostri talenti si rimpiccioliscano nell’oscurità ma a usarli e a costruire su di essi. La parabola dei talenti in Matteo 25:14-30 lo illustra bene. Nella storia, il padrone affida a ogni servo delle risorse, dando poche istruzioni su come impiegarle. In un atto di fede e creatività, due servi scelgono di rischiare e guadagnare e rendere un profitto migliore per il padrone. Preso dalla paura, e probabilmente dall’indolenza, un servo seppellisce le sue risorse, senza fare niente. La parabola ci mostra che quando coltiviamo i nostri talenti, il padrone (Dio) ci benedice maggiormente.

La storia ci mette anche in guardia dalle opportunità mancate. Quando il padrone torna e affronta il servo pigro, predice una vita di tristezza per il servo. Possiamo prenderlo a significare che quando non sfruttiamo le opportunità che abbiamo, rischiamo di vivere una vita mediocre, non riuscendo a compiere i piani che Dio ha per noi. Quindi, la prossima volta che pensi all’amministrazione, pensa ai tratti della personalità, alle abilità, alle capacità, agli interessi e ai talenti che hai e a come puoi svilupparli. Inoltre, prega per la fede e una porta aperta in modo da poter compiere il destino che Dio ha in serbo per te.

Rispondi

  1. Giobbe 38:4-11 cosa ci dice dell’origine delle nostre abilità e dei nostri talenti?
  2. Cosa puoi fare per rendere la tua chiesa un ambiente che favorisce la crescita personale?
  3. Nella parabola dei talenti, la mancanza di istruzioni del padrone cosa ci dice del carattere di Dio e di come dovremmo impiegare i nostri talenti, interessi e tratti?
  4. Diverse donne e uomini nella Bibbia hanno duplici o molteplici abilità (es., Davide era un re e un cantautore). Questo cosa ci dice di come dovremmo coltivare i nostri doni?

Venerdì 19 gennaio

ESPLORAZIONE

Scegli oggi di passare dalle parole ai fatti

di Stephanie Yamniuk, Winnipeg, Manitoba, Canada

Giovanni 3:16; 5:19; Giobbe 38:4-11

CONCLUSIONE

Dio ci ha dato l’esempio di ubbidienza di Gesù per incoraggiarci a vedere come una relazione amorevole con lui ci sviluppi in amministratori affidabili dei suoi doni. Gesù voleva solo copiare le azioni di suo Padre e ammettere la propria impotenza senza l’amore di suo Padre (Giovanni 5:19). Dio ci amava anche prima che lo conoscessimo, e a causa di questo infinito amore, «ha dato il suo unigenito Figlio» a morire per i nostri peccati, così che potessimo vivere. C’è forse un amore più grande di questo? Dio è il nostro creatore e Gesù è il nostro esempio. Quando ci concentriamo sul suo amore, siamo mossi a diventare amministratori ubbidienti del mondo e delle risorse che egli ci ha dato: umane, economiche e materiali.

PROVA A

  • Programmare una giornata divertente padre-figlio/madre-figlia, nel contesto di Giovanni 5:19: «Non posso fare nulla da solo. Posso fare solo ciò che vedo fare da mio padre». Crea attività divertenti in cui i padri e i figli/le madri e le figlie possano passare la giornata insieme, creando un ricordo speciale per sempre.
  • Tenere un talent show per la tua chiesa o gruppo dei giovani. Potresti raccogliere fondi per un ente di beneficenza locale; inizia il programma leggendo Matteo 25:24-28 e parla del tuo desiderio di condividere i tuoi talenti per glorificare Dio.
  • Scrivi una scenetta per la meditazione del venerdì sera per mostrare la relazione tra l’amore che Dio ha per noi e la nostra risposta di amministrazione. Potresti avere Giovanni 3:16 come fulcro per «fare un regalo».
  • Leggere 1 Corinzi 6:19, 20 e pensare a modi attivi di celebrare il tuo corpo come tempio di Dio.
  • Raccogliere vestiti e articoli per la casa da donare ai servizi comunitari locali o a un rifugio per donne. Racconta perché hai scelto di essere un buon amministratore e offriti volontario per passare del tempo con loro.
  • Parlare con il responsabile locale dei parchi cittadini su come la tua chiesa o gruppo dei giovani possono agire come amministratori della terra, offrendovi volontari in un parco o un altro sito naturale.

CONSULTA

  • Zaccaria 4:10; Luca 16:10-12.
  • Ellen G. White, Le parabole, pp. 169-171.

Max Lucado, Cure for the Common Life: Living in your Sweet Spot, capitolo 13: «Trust Little Deeds», W. Publishing Group, a Division of Thomas Nelson Publishers, Nashville, 2005.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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