Lezione 12
16 – 22 dicembre
Sconfiggere il male con il bene
«Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà» (Romani 12:2)
Sabato 16 dicembre
INTRODUZIONE
Da che parte?
di Jackline Achieng, Nairobi, Kenya
Efesini 6:11
Una sfida per cristiani è che, invece di spingere Dio a stare al nostro fianco, la nostra preghiera dovrebbe essere di restare a fianco di Dio a tutti i costi. Nel nostro mondo vi sono numerose sfide, che si giocano soprattutto nel volere che la gente compia scelte di un certo tipo. Il nostro Padre in cielo sa, però, che saremo felici se seguiremo le sue istruzioni divine.
In Efesini 6:11, Paolo spinge i cristiani a rivestirsi «della completa armatura di Dio» così da poter restare saldi contro le insidie che l’avversario ci pone davanti in questo mondo. Dio è nostro Padre, un genitore che ci ama, ci conosce e opera in nostro favore. Questo ci porta a rispondere con altrettanto amore, con apprezzamento, fiducia e rispetto; seguiremo i suoi consigli perché sappiamo chi Dio è per noi.
Paolo conosceva le sfide che i cristiani affrontavano ai suoi tempi e, sospinto dallo Spirito Santo, disse anche alla chiesa di Roma: «Non conformatevi a questo mondo» (Romani 12:2).
Questi messaggi restano applicabili a noi, nel ventunesimo secolo. Satana è ancora il pioniere delle tenebre, il principe del mondo. Dall’altra parte, Dio resta un Padre amorevole, sempre disponibile e pronto a salvare i suoi figli dalle fauci del nemico. Egli ha dimostrato il suo amore per l’umanità offrendo Cristo come sacrificio estremo per la nostra salvezza (Giovanni 3:16).
Per restare al fianco di Dio, dobbiamo fare la nostra parte: emulare gli insegnamenti di Paolo e abbracciare i consigli di Dio, come rivelati nella sua Parola. Il modo in cui viviamo la nostra vita deve conformarsi con gli insegnamenti biblici. Il modo in cui mangiamo, il modo in cui ci relazioniamo con le persone, i vestiti che indossiamo e tutto quello che facciamo deve attingere al modello che Dio fornisce nella sua Parola. Questo vuol dire restare ubbidienti al nostro Padre celeste.
Quanto è importante per noi, come cristiani, restare aderenti alle istruzioni che Dio ci dà nella Bibbia;? E in che modo migliorare, così che la nostra fede possa essere completa? Sarà oggetto del nostro studio ma possiamo anticipare che il male può essere distrutto dal bene che potremo realizzare con Dio.
Domenica 17 dicembre
EVIDENZA
La prova d’intercessione
di Mark Gift, Nairobi, Kenya
Ebrei 7:25
Dio sa che, durante il conflitto tra bene e male, i cristiani sono esposti al peccato durante la loro vita, ma ha fornito loro tutti gli strumenti necessari perché possano vincere. È scritto: «dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata» (Romani 5:20).
Quindi, noi come cristiani non dobbiamo temere. Inoltre, abbiamo un Salvatore che intercede sempre per noi, così che la nostra salvezza possa essere completa. Il compito dell’intercessione, che Cristo svolge in cielo, è uno degli strumenti che ci aiutano a sconfiggere il peccato. Dopo il peccato di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden, il divario tra Dio e l’umanità si è ampliato. Ma Dio, con il suo amore eterno, ci ha dato un’altra opportunità di vivere.
Immagina Cristo, in cielo, che svolge un ministero prezioso per noi davanti a Dio, come dicono questi testi biblici; cerchia quello che ti colpisce di più e trova una parola chiave per spiegarne il motivo.
[su_box title=”INDIVIDUA LA PAROLA CHIAVE” box_color=”#ffed27″ title_color=”#000000″]Ora, il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: abbiamo un sommo sacerdote tale che si è seduto alla destra del trono della Maestà nei cieli. (Ebrei 8:1)
PAROLA CHIAVE: _______________
E la cosa è ancor più evidente quando sorge, a somiglianza di Melchisedec, un altro sacerdote che diventa tale (…) in virtù della potenza di una vita indistruttibile. (Ebrei 7:15,16)
PAROLA CHIAVE: _______________
Ne consegue che Gesù è divenuto garante di un patto migliore del primo (…). Egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio (…). Poiché Egli ha fatto questo una volta per sempre quando ha offerto se stesso. (Ebrei 7:22-27)
PAROLA CHIAVE: _______________[/su_box]
Grazie a Cristo possiamo nuovamente essere accettati nella famiglia di Dio. Gesù Cristo, uomo e Dio (Giovanni 1:14); non ha commesso peccato. Quindi, si qualifica come nostro sommo sacerdote per intercedere per noi (Ebrei 8:1). Tradizionalmente, gli Ebrei dipendevano da sacerdoti umani, loro mediatori; questa intercessione, però, non era abbastanza per salvare l’umanità dalla pena del peccato. Per esempio, la morte di un sacerdote poteva interrompere o perfino fermare il processo d’intercessione.
Diversamente dai sacerdoti Ebrei, Cristo offre una prova d’intercessione permanente. La morte non ha potere su di lui da poter interrompere il compito d’intercessione che Cristo esegue per noi. Con il potere della salvezza nelle sue mani, Cristo ha l’autorità e la facoltà di metterci in salvo dalla morte eterna.
«Egli fa in cielo tutto ciò che è necessario per ottenere per noi grazia e forza; assicura l’aiuto che ci serve contro i nostri nemici; ed è l’impegno o la garanzia per noi che la legge sarà onorata, e la giustizia e la verità di Dio mantenute, anche se siamo salvati. È ragionevole supporre che questo sia in qualche modo dovuto alla presentazione dei meriti del suo grande sacrificio, e che questa sia la base su cui tutta la grazia è ottenuta. Essendo essa infinita, non dobbiamo temere che possa mai essere esaurita».[1]
Quindi, cosa dobbiamo fare per ottenere la nostra salvezza? È nostro compito come cristiani accettare Cristo come nostro Salvatore. Quando lasciamo che governi sulla nostra vita, lo Spirito Santo può avere una possibilità di dirigere la nostra vita e indicarci il trono di Dio. Quelli che accettano Cristo oggi e quelli che l’hanno accettato molti anni fa sono sullo stesso piano, perché tutti i loro peccati sono perdonati.
Rispondi
- Possiamo continuare a peccare, visto che abbiamo Cristo come nostro mediatore?
- Qual è la prova che Cristo intercede per noi quotidianamente?
[1] Barnes’ Notes on the Bible, «Hebrews 7:25», su http://biblehub.com/commentaries/hebrews/7-25.htm al 19 luglio 2016
Lunedì 18 dicembre
LOGOS
Il compito dell’uomo
di Seline Khavetsa, Nairobi, Kenya
Romani 12:9–21; 13:7, 11–14; 1 Pietro 4:1
Vivere per Dio (1 Pietro 4:1)
Tra le questioni fortemente dibattute dei nostri tempi, come la politica, la dieta, il pudore e molte altre, c’è la questione se ci distinguiamo come sacrifici viventi per Cristo. In un mondo peccatore, è difficile combattere il peccato e sconfiggerlo, perché il pioniere del peccato è ovunque. Cristo ha attraversato le stesse sfide quando stava combattendo per la nostra salvezza. Ha affrontato rifiuti, ostilità e numerose tentazioni. Tuttavia, Cristo ha trionfato sul peccato (Giovanni 16:33).
Pietro usa l’esempio di Cristo per chiamare i cristiani a vivere per Dio. La questione che spicca nel messaggio di Pietro è l’atteggiamento d’impegno. Dio vuole che noi abbiamo un livello d’impegno simile a quello di Cristo, quando ha sopportato tutte le sfide per ottenere la vittoria sul peccato. Gesù richiama la stessa idea in Matteo 16:24: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua».
Come giovani cristiani, affrontiamo molte sfide. Molti di noi perdono parte dei programmi universitari perché fissati di sabato. Altri devono perdere cerimonie che cadono di sabato. Questi sono solo alcuni esempi. Tuttavia, nella nostra ricerca per la vittoria sul peccato, dobbiamo essere pronti a sacrificare qualsiasi cosa ed essere disposti a rinunciare a tutto ciò che si pone tra Dio e noi.
L’amore è la base (Romani 12:9–21)
I cristiani ai tempi di Paolo affrontavano sfide simili a quelle che i cristiani affrontano oggi. C’erano questioni politiche (Romani 13:1–7) e si sollevarono altre questioni riguardo al comportamento che un cristiano dovrebbe avere. Alla fine, ogni persona ha diritto alla propria opinione, ma la linea guida resta ciò che Dio indica nella Bibbia.
La Bibbia è la Costituzione per i cristiani, e quello che dice sul tema dell’amore è l’assoluta verità. Quando ci manca l’amore, coltiviamo ostilità e odio. Iniziamo a odiare Dio e gli altri uomini. Ostilità e odio sono prodotti del peccato. Nel libro di Romani, Paolo invita i cristiani a esprimere amore ai loro fratelli cristiani e anche agli altri al di fuori della loro fede. In più, Paolo continua definendo il tipo d’amore che i cristiani dovrebbero mostrare.
«L’amore professato dai cristiani gli uni verso gli altri dovrebbe essere sincero, libero da inganno e da complimenti falsi e privi di significato. Dipendendo dalla grazia divina, essi devono detestare e temere tutto il male, e amare e rallegrarsi di ciò che è gentile e utile. Non dobbiamo solo fare ciò che è buono, ma dobbiamo aggrapparci a ciò che è buono. Tutto il nostro compito gli uni verso gli altri si riassume in un’unica parola, amore».[1]
Con quel tipo di amore, possiamo comportarci come genitori verso i nostri figli, essere teneri, naturali e spontanei. Possiamo sforzarci di fare il bene, di non imprecare e di condividere le gioie gli uni degli altri mentre lavoriamo verso la vera santità.
Il giorno è vicino, la nostra salvezza è qui (Romani 13:11–14)
Il viaggio della salvezza è come una corsa. C’è un traguardo e un premio da vincere. Le corse non sono senza distrazione, specialmente quelle lunghe in cui i partecipanti devono passare attraverso diversi punti prima di raggiungere il traguardo. Allo stesso modo, come cristiani incontriamo cose o persone che distolgono la nostra attenzione dal viaggio della salvezza. Quando ci distraiamo dal viaggio della salvezza, è come se ci addormentassimo.
Paolo sentiva lo stesso pericolo tra i primi cristiani. In Romani 13:11, ricorda loro, «è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo». Col passare dei giorni, il ritorno di Cristo si avvicina. La seconda venuta di Cristo è il traguardo della nostra corsa della salvezza, e la vita eterna è il premio da vincere. Se vogliamo raggiungere il traguardo e ottenere il premio, dobbiamo restare ubbidienti a Dio e ai suoi comandamenti.
Il tempo di svegliarsi e uscire dalla morte spirituale, dalla sicurezza carnale e dalla negligenza è adesso. Dobbiamo sostituire tutte le cattive abitudini nella nostra vita con la pratica giusta. «Quando siamo alzati e pronti, non dobbiamo sederci fermi, ma essere attivi; camminiamo. Il cristianesimo ci insegna come camminare in modo da soddisfare Dio, che ci vede sempre. Cammina onestamente come nel giorno; evitando le opere delle tenebre».[2]
Come dovremmo relazionarci con lo Stato? (Romani 13:7)
Dal tempo dei profeti, passando dall’epoca di Cristo e degli apostoli, sino ad arrivare al nostro tempo, sono sempre esistite persone in posizioni di comando e Dio lo sa, per cui nella Bibbia dà una linea guida chiara. I cristiani dovrebbero vivere uno stile di vita giusto, incluso nell’area del rapporto con le autorità. Paolo chiama i suoi lettori all’azione quando si tratta della loro relazione con lo Stato. «Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto» (Romani 13:7).
«La grazia del vangelo ci insegna la sottomissione e il silenzio, dove l’orgoglio e la mente carnale vedono solo motivo di brusio e scontento. Quali che possano essere le persone con autorità su di noi, dobbiamo sottometterci e ubbidire alla giusta autorità che hanno. Nell’andamento generale delle vicende umane, i governanti non sono un terrore per i sudditi onesti, tranquilli e buoni, ma per chi fa il male».[3]
Rispondi
- Qual è la tua descrizione del «vivere per Dio»?
- Come dovremmo comportarci con i leader corrotti che hanno autorità?
- Quali sono alcune delle situazioni che ci distraggono dalla corsa sulla strada della salvezza?
[1] Matthew Henry’s Concise Commentary, «Commentary on Romans 12:9–16», su http://www.christianity.com/bible/commentary.php?com=mhc&b=45&c=12 al 19 luglio 2016
[2] «Commentary on Romans 13:11–14», su http://www.christianity.com/bible/commentary.php?com=mhc&b=45&c=13 al 16 luglio 2016
[3] Idem
Martedì 19 dicembre
TESTIMONIANZA
La nostra salvezza si avvicina
di Patience Achieng’, Nairobi, Kenya
Romani 13:14
Con ogni giorno che passa, il giorno del ritorno del nostro Signore si avvicina. Allo stesso tempo, il nemico continua a rendersi conto che i suoi giorni sono contati. Il diavolo lavora duramente per realizzare i suoi obiettivi nel gran conflitto. Abbiamo bisogno di Dio ora più che mai.
Ellen G. White offre un’importante lezione sullo stato del mondo: «Mi è stato mostrato lo stato del mondo: il calice dell’iniquità è quasi colmo. La nostra terra è caratterizzata da violenza e delitti di ogni tipo e Satana utilizza ogni mezzo per rendere popolari il crimine e i vizi più degradanti. I giovani, nelle strade, sono circondati da manifesti che presentano trasgressione e violenza sotto forma di romanzi o di rappresentazioni teatrali. Essi si familiarizzano con il peccato, tanto più che la condotta dei disonesti e dei depravati viene presentata dalle cronache quotidiane in modo tale da suscitare la curiosità ed eccitare le passioni.
La letteratura, che è il frutto di menti corrotte, avvelena lo spirito di migliaia di persone: il peccato non appare più in tutta la sua bruttezza. Si ode e si legge così tanto della depravazione e del crimine che la coscienza, un tempo sensibile e pronta a indietreggiare sgomenta e terrorizzata, ora rimane insensibile e può anche soffermarsi con vivo interesse sul linguaggio e sulle azioni degli uomini, per quanto depravati e volgari».[1]
Ma nel mezzo di un’evidente decadenza morale e sociale che ci circonda, c’è speranza. «“E come avvenne a’ giorni di Noè, così pure avverrà a’ giorni del Figliuol dell’uomo”. Luca 17:26. Dio desidera un popolo zelante che sappia resistere con fermezza alla corruzione generale in un’epoca caratterizzata dalla degenerazione. Vuole che i suoi figli utilizzino la potenza divina per poter resistere a ogni tentazione. I manifesti più accattivanti cercheranno invano di fare appello ai sensi per corrompere la mente, perché i credenti saranno così legati a Dio e agli angeli da risultare insensibili alle loro sollecitazioni. Essi devono compiere un’opera che nessuno può fare al loro posto: combattere il buon combattimento della fede e afferrare la vita eterna. Essi non confideranno in se stessi, ma, riconoscendo la propria debolezza e ignoranza, chiederanno al Cristo di comunicare loro la sua saggezza e la sua potenza».[2]
Rispondi
- Che risorse ci dà Dio per aiutarci a combattere il peccato in un mondo peccaminoso?
- Come dovremmo prepararci a sconfiggere il peccato nel mondo, che è la sua casa?
[1] Ellen G. White, I tesori delle testimonianze, vol.1, p. 271
[2] Idem
Mercoledì 20 dicembre
COME FARE
Consigli per sopraffare il male
di Samuel Ochieng’, Homa Bay, Kenya
Romani 12:3
Una delle lezioni che possiamo imparare da Romani 12:3 è la virtù dell’umiltà tra cristiani. Se siamo convinti dei nostri peccati, saremo umili, con un cuore contrito. Nella versione King James della Bibbia, la parola umiltà è menzionata sette volte. Le parole umile and umiliare sono menzionate cinquantasei e venticinque volte rispettivamente. L’umiltà tira fuori la nostra vera stima come cristiani in qualsiasi posizione Dio ci metta. «Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà» (Giacomo 4:10).
Che ci troviamo in azione in prima linea o che lavoriamo dietro le quinte, non dovremmo indugiare nell’auto-esaltazione. Invece, dovremmo considerarci vuoti e invitare Cristo a riempire quel vuoto. Dio ci ha dotato di diversi talenti e doni da usare per glorificare il suo nome. Questa predisposizione umile ci porterà a riconoscere che apparteniamo a Dio, così come gli appartiene tutto quel che fa parte della nostra vita. Quando accadrà, acquisiremo quella bellezza interiore e quell’anima valorosa che nutrono il progresso spirituale.
Purtroppo vi sono degli ostacoli che ci impediscono di essere umili. Uno di questi è la superbia. Quando abbiamo un’alta stima di noi stessi, l’umiltà ci lascia, e cominciamo a vedere noi stessi come a capo di tutto. In quella situazione, potremmo calpestare i diritti dei deboli e turbare la pace. I datori di lavoro possono essere sprezzanti e i lavoratori arroganti. Possiamo essere sospettosi gli uni degli altri e diventare spietati. Essenzialmente, la superbia blocca lo sviluppo spirituale e morale.
Un altro ostacolo che ci blocca dall’avere umiltà è l’autocompiacimento. Questa condizione crea un ambiente freddo in cui non può crescere niente di spirituale. L’autocompiacimento indurisce il nostro cuore, mentre pensiamo di essere in grado di vincere ogni situazione con i nostri sforzi. Quindi, come possiamo imparare l’umiltà e pensare sobriamente? Prova così:
- Medita sulle promesse di Dio. Quando entriamo in comunione con Cristo, la sua presenza entrerà nel nostro cuore per dirigerci in conoscenza, giustizia e amore. Meditare sulla potenza e sull’amore di Dio elimina la gelosia, la vanagloria, la superbia, l’autoaffermazione e l’autocompiacimento. Quando pensiamo a Dio, impariamo a essere umili.
- Considera il corpo sociale, cioè la comunità di cui facciamo parte. Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri per lavorare efficacemente. Nessuna persona, nessuna classe è mai in grado di funzionare da sola. Lavorare insieme per Cristo è un modo per mostrare la sua immagine come chiesa o comunità.
- Considera i tuoi doni come dati da Dio. Dovremmo riconoscere i doni che Dio ci ha concesso. Facendo così, ci sottomettiamo a una potenza più alta di noi, e questo produce umiltà. «Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo» (1 Pietro 5:6).
Rispondi
- In che modo abbracciare la virtù dell’umiltà ci aiuta a combattere il male?
- Come restiamo umili davanti a Dio come chiesa?
- Quali sono i frutti dell’umiltà?
Giovedì 21 dicembre
OPINIONE
La misura dell’amore
di Dorothy Awuor, Homa Bay, Kenya
Matteo 25:40
Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), circa 795 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame tra il 2014 e il 2016.[1] La maggior parte delle persone colpite vivono in regioni in via di sviluppo, inclusa l’Africa, l’Asia, l’America Latina e i Caraibi. Innumerevoli altri soffrono di malattie croniche e incurabili come il cancro, l’HIV/AIDS e altre. Molti altri sono sfollati a causa di disordini civili, terrorismo e disastri naturali. Queste persone hanno bisogno di amore e assistenza con la necessità di base di ricordare loro che, a prescindere dalle circostanze esistenti, sono ancora parte della popolazione umana.
Cristo parlò a lungo dell’amore fraterno genuino nei suoi insegnamenti. Vedo molte occasioni che richiedono la mia attenzione in cui intervenire con amore. Spero che anche tu le veda. Per esempio, quante volte vediamo bambini di strada che frugano nella spazzatura per cercare cibo? Ci prendiamo il disturbo di visitare gli ospedali e i centri di salute nelle nostre comunità per mostrare compassione ai malati?
In piccoli atti di gentilezza, possiamo mostrare amore verso chi soffre e sollevare le speranze di chi non ne ha. Non importa dove siamo; per noi è possibile fare una differenza attraverso l’amore. L’amore ci vincola come cristiani. Quando trattiamo le persone che ci stanno intorno con amore fraterno e genuino, questo mostra che l’amore di Cristo è in noi. L’amore genuino tra cristiani è un modo potente di combattere il peccato tra di noi. L’amore controlla il nostro comportamento all’interno della chiesa e si riflette a chi è al di fuori della nostra fede.
Se potessimo comprendere il principio dell’amore e della benevolenza, potremmo essere più forti come individui e come chiesa. Se trascuriamo la chiesa, trascuriamo Cristo perché egli è a capo della chiesa. In modo simile, se sosteniamo la chiesa ed estendiamo aiuto ai bisognosi e ai sofferenti nella nostra comunità, riflettiamo ciò che Cristo stesso farebbe nella stessa situazione.
«Cristo considera gli atti di gentilezza fatti alle persone devote più misere, e li ricompenserà, come se fossero fatti verso di lui; così che anche se la nostra carità non deve essere limitata solo lì, ma dev’essere innanzitutto mostrata a chi appartiene alla famiglia di fede: altra carità può essere mostrata in ubbidienza al comando di Dio, e avere la sua ricompensa, ma niente può essere detto di essere fatto a Cristo, quanto ciò che è fatto verso coloro che sono i suoi veri membri».[2]
Abbiamo un compito, come seguaci di Cristo, di sostenere un carattere di amore genuino. Mostrare amore fraterno ai nostri fratelli e sorelle nell’opera di Dio è un grande passo verso la sconfitta del male con il bene.
Rispondi
- Qual è la differenza tra l’amore cristiano genuino e l’amore del mondo?
- Quali sono alcune delle cose non spirituali che l’amore ci vieta di fare?
[1] «2015 World Hunger and Poverty Facts and Statistics», su http://www.worldhunger.org/2015-world-hunger-and-poverty-facts-and-statistics al19 luglio 2016
[2] «Verse-by-Verse Bible Commentary Matthew 25:40», su http://www.studylight.org/commentary/matthew/25-40.html al19 luglio 2016
Venerdì 22 dicembre
ESPLORAZIONE
Pronti a partire
di Kim Peckham, Sharpsburg, Maryland, U.S.A.
Romani 12:1
CONCLUSIONE
Nell’Antico Testamento, Dio dice «Adorate me, non gli idoli muti. E per favore, siate gentili verso i poveri». Dice chi infrange queste regole andrà incontro a serie conseguenze.
Quando lavori per una linea aerea, sei obbligato a indossare i vestiti e a praticare la cortesia che rappresenterà i tuoi datori di lavoro. Non ti vesti in uniforme per cercare di trovare un lavoro. Indossi l’uniforme perché hai già il lavoro. Anche il Nuovo Testamento ci chiama alla lealtà a Dio e alla gentilezza gli uni verso gli altri. Paolo descrive la nostra ubbidienza come una reazione al dono della salvezza e un modo di rappresentare il nostro Signore e Salvatore.
PROVA A
- Pensare a un aspetto del tuo comportamento cristiano che i tuoi amici che non frequentano la chiesa, forse trovano più difficile comprendere, poi scrivi una spiegazione che speri possa convincerli a seguire lo stesso comportamento. Se sei coraggioso, postalo sui social media.
- Pregare per un nemico. C’è qualcosa che puoi fare per quel nemico per «radunare dei carboni accesi sul suo capo» come suggerisce Paolo?
- Riflettere sulla guida migliore che hai avuto. Prendi un minuto per scriverle un messaggio di ringraziamento. Rifletti su come Gesù è come un buon capo. Trovi onestamente il suo giogo leggero come espresso in Matteo 11:29? Perché o perché no?
- Fare un test sui doni spirituali per vedere come puoi servire più efficacemente nella tua chiesa e nella tua comunità.
- Crea un’immagine rappresentante la libertà religiosa; postala sui social media.
- Progettare un’attività all’aperto da vivere con un membro di chiesa con cui non leghi molto; trascorrere del tempo insieme ha cambiato il tuo punto di vista?
- Fare una lista delle persone che consideri il tuo prossimo. Comporre una canzone che include tutti i nomi e che prega per il tocco di Dio nella loro vita.
CONSULTA
- 2 Re 6:8–22; 1 Samuele 24.
- Ellen G. White, La via della guarigione, pp. 380–382.
- Laura Hillenbrand, Unbroken.
- C.S. Lewis, Le lettere di Berlicche.
LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)
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