Lezione 9
25-31 agosto 2018
Il secondo viaggio missionario
«Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città»
(Atti 18:9-10)
Sabato
INTRODUZIONE
Un quadro perfetto
di Calisa Joseph, Carnbee, Trinidad e Tobago
Atti 16:11–31
Quando un artista applica le prime pennellate di pittura sulla sua tela, allo spettatore appare come un caos completo, ma per l’artista è l’inizio di cose a venire: l’inizio di un quadro perfetto. Un quadro creato con perfezione attraverso lo sforzo cumulativo di singole pennellate su una tela. Nella sua mente, l’artista immagina come vuole che appaia il suo capolavoro. Ignaro di quella visione è lo spettatore, che giudica il quadro basandosi sul suo stato «disorganizzato» attuale, ed è confuso. Anche se perplesso, lo spettatore aspetta con ansia il risultato finale del dipinto.
Paolo viaggiò con Sila a Filippi. Mentre andavano verso un luogo di preghiera (Atti 16:16), si trovarono davanti una schiava che era posseduta da uno spirito maligno. Questa donna guadagnava denaro per i suoi padroni facendo l’indovina. Dopo essersi infastidito per le chiacchiere di questa donna, Paolo scacciò lo spirito dal suo corpo. Il padrone della schiava si arrabbiò per le azioni di Paolo e fece arrestare entrambi gli uomini. Come uno spettatore che guarda un artista all’opera, la situazione di Paolo e Sila sembrava un «caos» completo perfino a loro. Ma invece di fare le cose per conto loro o di dubitare del piano di Dio, pregarono. «Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio» (Atti 16:25).
Dopo non molto, un terremoto colpì la prigione e tutte le porte si aprirono. Terrorizzato che tutti i prigionieri fossero scappati, il carceriere stava per togliersi la vita quando Paolo intervenne. Grazie alla loro decisione di restare nelle loro celle, poterono testimoniare e battezzare con successo il carceriere e la sua famiglia. Non siamo sempre consapevoli del piano di Dio per noi, ma come Paolo e Sila dovremmo sottometterci a Dio e confidare che tutto andrà secondo la sua volontà. Nelle parole di J.S. Park,[1] «Dio ha una visione molto più grande della nostra vista». Invece di prendere il pennello dalle mani del grande Artista preso dall’incertezza, prega e canta inni al Signore.
Quando prendi il pennello da Dio e cerchi di finire il dipinto da solo, lo rovini quando avrebbe potuto essere perfetto. Lascia che Dio si serva di te, anche se non sempre capirai il disegno che l’Autore vuole realizzare. A mano a mano, esso diventerà più chiaro e più perfetto.
[1] J.S Park (2016), God’s Greater Vision [Online], su https://jsparkblog.com/about-bio/
Domenica
LOGOS
Non temere
di Nahomie Daube, Sainte-Anne, Guadalupa
Atti 16:1–13; Atti 16:11–34; 17:1–15, 22–31; 18:4–17
Va’, dove «io» ti mando (Atti 16:1–13)
Paolo non era al suo primo viaggio missionario, ma aveva un obiettivo: voleva predicare alle altre nazioni. Per completare il suo compito accompagnato da Sila, andò a Derba e a Listra. Là incontrarono un giovane discepolo. Nonostante la sua giovane età era rispettato e aveva una buona testimonianza. Per evitare problemi teologici con gli Ebrei, Paolo richiese che Timoteo, che era di madre ebrea e di padre greco, fosse circonciso. Paolo continuò il suo viaggio andando di posto in posto edificando i fratelli. Ma il suo obiettivo era di arrivare in Asia. Lo Spirito Santo cambiò la sua destinazione due volte e infine lo portò in Macedonia. Come missionario, Paolo capiva di dover confidare nel Signore con tutto il suo cuore e non affidarsi alla propria intelligenza, e Dio avrebbe appianato i suoi sentieri (Proverbi 3:5, 6).
Signore, perché mi hai mandato a Filippi? (Atti 16:11–34)
A Filippi Paolo ebbe un inizio interessante per il suo viaggio. Col sottofondo dell’acqua del vicino fiume che scorreva e il vociare di alcune donne che lavavano i panni, celebrò il sabato. «Ecco, io sono il Signore, Dio di ogni carne; c’è forse qualcosa di troppo difficile per me?» (Geremia 32:27). Né il posto, né l’atmosfera impedirono a Dio di toccare il cuore di Lidia. Lei, insieme alla sua famiglia, fu battezzata. La missione di Paolo non fu completata a Filippi. Mentre stava andando «al luogo di preghiera» (Atti 16:16), incontrò una schiava posseduta da un demonio. Paolo ebbe un confronto con la ragazza dopo essersi stancato di essere chiamato da lei. Disse semplicemente «Io ti ordino, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca da costei» (Atti 16:18). La liberazione della ragazza fermò il guadagno dei suoi padroni. La malvagità di quegli uomini portò Paolo e Sila in prigione. La missione di Paolo era finita a Filippi? Dopo metà nottata di adorazione, un terremoto e la miracolosa prevenzione di un suicidio, Paolo battezzò il carceriere e la sua famiglia. «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il Signore (Isaia 55:8). Nessuna situazione impedì a Dio di mettere in atto il suo piano perfetto della salvezza per i filippesi.
Rappresento Gesù nonostante… (Atti 17:1–15)
Paolo era un ex fanatico ebreo che aveva perseguitato i primi cristiani. Ma Dio stesso scelse Paolo come suo strumento «per portare il [suo] nome davanti ai popoli, ai re e ai figli d’Israele» (Atti 9:15). Dio avvertì che Paolo avrebbe sofferto per il nome di Dio (Atti 9:16). Come lo aveva informato Dio, Paolo fu perseguitato dovunque si trovasse ad annunciare il vangelo di Gesù Cristo. A Tessalonica, Paolo presentò apertamente Gesù e il suo piano della salvezza. Alcuni accettarono il messaggio. Ma gli oppositori provocarono una rivolta. Nonostante le sfide di Tessalonica, Paolo arrivò in salvo a Berea, dove i credenti erano «più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così» (Atti 17:11). Purtroppo il diavolo usò gli Ebrei di Tessalonica per agitare le persone di Berea (Atti 17:13). Paolo non rinunciò alla missione di Dio, continuò il viaggio. Anche nel 21o secolo Dio sta cercando giovani come Paolo per annunciare il messaggio di verità. Ma «del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati» (2 Timoteo 3:12).
Al dio sconosciuto (Atti 17:22–31)
Dopo le disavventure di Tessalonica e Berea Paolo non smise di predicare. Ad Atene, il pubblico e il posto dove dovette presentare il messaggio di Dio non erano comuni. Un Areopago pieno di filosofi e ateniesi stavano ascoltando l’oratoria di Paolo. C’è un limite al messaggio di Dio? «Non c’è limite a ciò che Dio può fare con un uomo che è DISPOSTO a fare la sua volontà!»[1] Anche quando gli uomini si rifiutarono di fare attenzione a Paolo a Tessalonica e a Berea, Dio fece una via ad Atene perché gli eruditi potessero sentir parlare di un Dio che «dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa» (Atti 17:25). Anche quando alcuni risero per il contenuto del messaggio di Paolo, Dio toccò il cuore di «alcuni» (Atti 17:34).
Andrò dai pagani (Atti 18:4–17)
Prima della partenza di Gesù, egli disse ai suoi discepoli di essere i suoi «testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra» (Atti 1:8). Quando Gesù se ne andò, quelli che annunciavano il vangelo erano principalmente ostacolati dagli Ebrei. Mentre era a Corinto, Paolo trovò forte opposizione da parte degli Ebrei che andarono a insultare il vangelo. Come risultato, Paolo iniziò ufficialmente il suo ministero verso i Gentili. Chi erano i Gentili? Erano persone non ebree.[2] È importante notare che l’antagonismo contro i Gentili era molto più presente ai tempi del Nuovo Testamento rispetto che ai tempi dell’Antico Testamento.[3] Ma anche quando gli Ebrei rifiutarono il messaggio della salvezza, Dio mandò il suo messaggero per chi non era di Israele fino alle estremità della terra. Il vangelo era anche disponibile per i Gentili, questa è una notizia confortante per tutti noi che non siamo nati ebrei ma crediamo che Gesù ci può salvare. Nonostante le sfide nell’annunciare il messaggio della salvezza, Paolo fu rassicurato, «Non temere» (Atti 18:9). Caro giovane missionario, «non temere» le sfide quando affronti la persecuzione, perché Dio è con te. Il diavolo che cerca di opprimerti sa che la sua fine è vicina.
Rispondi
- In che modo puoi essere perseguitato nel 21o secolo?
2. Quale parola esprime meglio la tenacia di Paolo: (a) ambizione (b) audacia? Perché?
[1] Arendt, J., There is No Limit! The life of Dwight L. Moody, su http://deeptruths.com/treasures/no_limit.html, al 20 aprile 2017
[2] Geoffrey W. Bromiley, vol. 2, The International Standard Bible Encyclopedia, Revised, Wm. B. Eerdmans, 1988; 2002, p. 443
[3] Geoffrey W. Bromiley, vol. 2, The International Standard Bible Encyclopedia, Revised, Wm. B. Eerdmans, 1988; 2002, p. 443
Lunedì
TESTIMONIANZA
Come posso trasformare il mio mondo?
di Shalon Kerr, Maracas, Trinidad e Tobago
Atti 17: 1–6
Paolo e Sila erano depositari del vangelo testimoniando di Gesù Cristo e del suo piano della salvezza. Questa responsabilità sacra, anche se indicativa della potenza dello Spirito Santo, non era priva di esperienze difficili. Questi uomini furono imprigionati e picchiati appena prima del loro arrivo a Tessalonica (Atti 16:22, 23). Atti 17:2 dice, «e Paolo, com’era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture». È interessante notare che la chiesa di Tessalonica, piena di Ebrei devoti, aveva tanti membri ed è possibile che l’agenda degli oratori fosse piena e molto ambita. Come cristiani avventisti del settimo giorno, la nostra passione per il vangelo dovrebbe derivare dal desiderio di salvare le persone e non dall’ambizione egoistica, perché davanti alle avversità, lo scoraggiamento ostacolerebbe i nostri progressi.
«Coloro che oggi insegnano impopolari verità non si devono scoraggiare se a volte quelli che si reputano cristiani non li accettano. Lo stesso accadde a Paolo e ai suoi collaboratori fra la gente per il cui bene si adoperavano. I messaggeri della croce devono essere prudenti e pregare, avanzando con fede e coraggio, e operando sempre nel nome di Gesù. Essi devono esaltare Cristo come il solo Mediatore che l’uomo ha nel santuario celeste; nella sua persona é racchiuso il significato di tutti i sacrifici della dispensazione dell’Antico Testamento. Egli, per mezzo del suo sacrificio espiatorio, può dare pace e perdono ai trasgressori della legge di Dio».[1]
L’opera di Paolo e Sila ci dimostra qual è il fulcro del mandato del vangelo. Essi erano considerati come uomini che avevano capovolto il loro mondo per la gloria di Dio. I loro episodi nel libro degli Atti ci insegnano che la trasformazione nel nostro contesto inizia con la Parola di Dio che porta frutto in noi. «La semplice lettura della Parola non raggiungerà il risultato concepito del cielo; essa deve essere studiata e serbata nel cuore. La conoscenza di Dio non si ottiene senza sforzo mentale. Dovremmo studiare la Bibbia diligentemente, chiedendo a Dio l’aiuto dello Spirito Santo per poter comprendere la sua Parola. Dovremmo prendere un versetto, e concentrare la mente sul compito di individuare il pensiero che Dio ha messo per noi in quel versetto. Dovremmo soffermarci sul pensiero finché non diventa nostro, e sappiamo “cosa dice il Signore”».[2]
Rispondi
- Oltre allo studio della Bibbia, quali altri fattori sono fondamentali nella nostra chiamata a testimoniare a chi si trova all’interno del nostro circolo di influenza?
- Alla luce degli attacchi in aumento da parte delle autorità governative verso le sette religiose, le esperienze di Paolo e Sila cosa ci insegnano sull’affrontare le tribolazioni?
- Come possiamo sfruttare i progressi tecnologici di quest’epoca per trasformare il nostro mondo?
[1] Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, p. 143
[2] Ellen G. White, Lift Him Up, p. 111
Martedì
EVIDENZA
Il secondo viaggio missionario
di Kent Earl Taylor III, Coral Springs, Florida, U.S.A.
Atti 18:9, 10
Dopo la conversione di Paolo, lui e il suo amico Barnaba stavano diffondendo il vangelo in vari posti. Dopo essere andati a evangelizzare presso una chiesa ad Antiochia, i due amici decisero di separarsi perché Paolo non voleva che Marco, cugino di Barnaba, venisse con loro nel loro secondo viaggio missionario. Il motivo per cui Paolo non voleva che Marco andasse con loro era perché li aveva lasciati nel loro primo viaggio missionario in Panfilia.
Paolo portò un uomo chiamato Sila ad Atene, Berea e Tessalonica dove la buona notizia
fu diffusa e sentita. La separazione tra Paolo e Barnaba fu senza dubbio triste, ma portò anche dei benefici. Perché? Perché diffusero il vangelo in regioni più ampie dell’area in cui avevano in progetto di predicare originariamente. Il grande mandato voleva che tutte le parti del mondo conoscessero chi è Gesù e cosa ha fatto. «Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti risuscitandolo dai morti» (Atti 17: 30, 31).
«Lo strenuo sostenitore della verità presente, che nutre il piccolo gregge in qualsiasi paese o posto, è il restauratore di tutte le cose».[1] Bates dice che ciò che il mondo ha bisogno di sentire è il vangelo di Gesù. Gesù è la Verità e ha le risposte per farci ottenere la salvezza.
Molti dei profeti e dei discepoli di Dio hanno vissuto un cambiamento nella loro vita, incontrando Gesù. Il cambiamento potrebbe essere la perdita di amici di vecchia data o membri della famiglia, perfino passando al cristianesimo dopo aver abbandonato le religioni che conoscevano da tutta la vita. «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male;
perché io ho un popolo numeroso in questa città» (Atti 18: 9, 10). Questo brano riassume che Dio sarà lì per noi nei nostri periodi più bui, e che ci proteggerà dai pericoli. Se facciamo ciò che ci chiede di fare, egli vuole ed è in grado di liberarci e proteggerci dal male.
Rispondi
- Dio ha agito per l’avanzamento nonostante le fragilità che hai/hai avuto? Se sì, come?
- Possiamo imparare una lezione biblica dalle nostre fragilità, non importa quanto possano essere brutte?
[1] Joseph Bates, The Seventh Day Sabbath, A Perputual Sign, Fairhaven, Massachusetts, August 1, 1846, su http://biblelight.net/bates.htm
Mercoledì
COME FARE
Fallimento passato nel predicare la fede
di Christelle Bruno, Miami, FL, USA
Atti 16:9-10, 18:9-10
«Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Romani 3:23). Non si può dire in modo più semplice o chiaro di così. Sappiamo da varie storie bibliche che dopo che il peccato entrò nel mondo in Eden, i nostri progenitori non ebbero una vita entusiasmante o immacolata. Tutti ebbero i loro problemi e fallimenti. Ma nonostante i nostri peccati, Gesù venne e morì per noi come eredi del suo regno, egli vuole che partecipiamo in questo grande mandato e parliamo agli altri di lui.
Gesù non chiamò chi non aveva fallimenti passati o mancanze a predicare il vangelo, dato che egli è l’unico essere perfetto che abbia vissuto sulla terra. Semplicemente, ci chiama per una missione e ci fornirà gli strumenti necessari. Come possiamo essere pronti per questa missione? Sotto ci sono alcuni consigli:
Riconosci la sua voce e ravvediti di tutti i peccati. Come Saulo sentì la voce di Dio a Damasco e lo riconobbe immediatamente (Romani 9:5), dobbiamo riconoscere la voce di Dio. Per aiutare davvero a portare avanti l’opera di Dio, dobbiamo essere in grado di sapere quando ci sta parlando. Se Saulo non avesse riconosciuto la voce di Dio, e non si fosse ravveduto di tutti i peccati, non sarebbe stato uno dei più grandi evangelisti che il mondo abbia mai conosciuto.
Resa completa. Attraverso la preghiera e una vita spinta dalla dedizione, possiamo dare la nostra vita completamente a Cristo e lo Spirito Santo guiderà il nostro percorso. Per darci veramente a Dio, dobbiamo conoscere quali sono i suoi insegnamenti, dobbiamo studiare la sua Parola tutti i giorni. Gesù ha detto: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso…» (Matteo 16:24).
Sii ubbidiente, paziente e fedele. Mosè dovette passare 40 anni preparandosi per la sua missione. Fu paziente, ubbidiente e fedele. «Ora senza fede è impossibile piacergli» (Ebrei 11:6). Se guardiamo le diverse storie della Bibbia, vediamo come l’ubbidienza, la fede e la pazienza sono legate all’avanzamento della causa di Dio. Fu l’ubbidienza che portò Paolo in Macedonia (Atti 16: 9-10).
Ricorda sempre chi servi. Sappi che «il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne» (Efesini 6:12) quando si tratta di predicare il vangelo di Dio. Ma, «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male…» (Atti 18:9-10).
Rispondi
- Perché è importante ricordare che puoi essere uno strumento di Dio a prescindere dalle tue mancanze?
- Cosa puoi fare ora per assicurarti di essere pronto per questa grande missione?
Giovedì
OPINIONE
Prendi posizione!
di Jarren Joseph, Carnbee, Trinidad e Tobago
Atti 16:11–34; Atti 18:4–17
Come cristiani avventisti del settimo giorno e seguaci di Cristo, abbiamo la responsabilità di testimoniare e insegnare agli altri. Dio ha dato alla chiesa la capacità di istruire e battezzare le masse nella verità. Come individui che vivono all’interno della società nelle sue condizioni oggi, potremmo avere delle difficoltà nel far sentire la nostra voce e rappresentare i nostri princìpi e valori. Abbiamo paura di essere giudicati dagli altri e ostracizzati per le nostre convinzioni? In diversi paesi, lo stato ha rimosso la religione dal proprio sistema scolastico, dalle agenzie governative e pubblicamente, rendendo illegale mostrare ed esprimere convinzioni religiose in qualsiasi funzione politica, aula scolastica e/o posto di lavoro eccetera. Politiche del genere attaccano direttamente il cristianesimo e fanno parte del piano di Satana per impedire che le persone imparino la verità di Dio.
Paolo testimoniò agli Ebrei che Gesù era il Messia, essi lo rifiutarono e bestemmiarono contro Dio. Dio dovette incoraggiare e rassicurare Paolo in Atti 18:9, 10, «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città». Queste parole valgono anche per noi oggi. Non dobbiamo avere paura di far sentire la nostra voce contro ogni azione da parte della chiesa, del governo, dei datori di lavoro, di membri della famiglia o amici che non rispetti gli insegnamenti e ai valori di Cristo.
Spesso saremo messi in posizioni dove le nostre convinzioni ci renderanno malaccetti dalle masse. Atti 16:21, 22 «e predicano riti che a noi Romani non è lecito accettare né praticare. La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe». Nel tuo paese, i cristiani potrebbero non essere (ancora) fisicamente picchiati per le loro convinzioni. Ma alcune delle nostre abitudini alimentari e insegnamenti, come cristiani avventisti del settimo giorno, limitano la consumazione di certi alimenti. In particolare carni impure come il maiale, i frutti di mare e l’alcol ci rendono ridicolizzati dato che ci opponiamo alle norme del mondo. Saremo visti come strani, eccentrici e presi in giro dai nostri compagni per le nostre convinzioni e alla fine un giorno saremo perseguitati per esse. Prendi posizione e continua a lodare Dio. Prendere posizione per Gesù non è un’occasione di una volta e basta, è uno sforzo cosciente quotidiano. Anche dopo che Paolo e Sila furono imprigionati cantavano lodi a Dio. Dio si servì di un terremoto per aprire la prigione e liberare tutti, ma Paolo e Sila riuscirono a far restare tutti lì. La natura umana sarebbe stata di scappare, ma Dio rafforzò Paolo e Sila per restare onesti e non muoversi. In cambio, salvarono e battezzarono il carceriere e la sua famiglia. Quella stessa forza è disponibile oggi per aiutarti a prendere posizione.
Rispondi
- Sei mai stato in una posizione di fare la scelta impopolare di prendere posizione per Dio?
- Quali sono state le esperienze o il risultato di aver preso posizione per Dio?
- Come possiamo incoraggiarci a vicenda a prendere posizione per Dio?
Venerdì
ESPLORAZIONE
Fedele alla causa
di Sabilla Luke, St. Joseph, Commonwealth of Dominica
1 Pietro 4:16
CONCLUSIONE
Paolo e Sila usarono la situazione più bizzarra per evangelizzare e condividere la verità di Dio, in una cella di prigione. Come cristiani avventisti del settimo giorno al giorno d’oggi, dovremmo impegnarci ad accettare la nostra chiamata, «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli» (Matteo 28:19). Anche se possiamo non capire sempre i piani di Dio, possiamo essere certi che egli è in grado di continuare la buona opera che ha iniziato nella nostra vita. Dovremmo sempre aspirare ad avere una fede così profondamente radicata nell’amore di Dio che la persecuzione che affrontiamo non faccia vacillare la nostra decisione di rappresentare ciò che crediamo.
PROVA A
- Fare una lista di modi in cui i giovani cristiani sono perseguitati nella nostra epoca e abbinali a testi biblici che possono confortarti quando affronti l’oppressione. In che modo ogni testo biblico si collega al tuo ostacolo? Queste Scritture come ti aiutano a trovare conforto?
- Usare i social media per condividere con gli altri ciò che hai imparato dalla lezione di questa settimana. Incoraggia i tuoi compagni a prendere posizione per Dio e a fidarsi dei suoi piani.
- Leggere il testo dei seguenti inni tratti dall’innario Canti di lode: «Voglio essere un cristiano», n° 209 e «Io son l’argilla, o mio Signore», n° 83. In che modo questi inni si applicano alla lezione?
- Pensare a modi in cui puoi mettere in azione i tuoi talenti per raccontare agli altri l’amore di Dio. Prega e chiedi a Dio di aiutarti a usare le tue capacità per portare avanti la sua missione e svilupparti spiritualmente.
- Organizzare un programma sociale insieme al gruppo della gioventù della tua chiesa locale. Condividi come si possa prendere posizione per Gesù nella tua comunità, come fecero Paolo e Sila.
- Iniziare un calendario di preghiera. Ogni giorno, prega per qualcosa di specifico che possa rafforzare la tua relazione con Dio e aiutarti a essere un cristiano migliore. Tieni traccia degli oggetti di preghiera per valutare la tua crescita spirituale in futuro.
CONSULTA
- Matteo 28:18–20; Atti 16:14–40.
- Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, capitolo 20, «Esaltando la croce»; capitolo 21, «Nelle regioni più lontane».
- Ellen G. White, Sketches from the Life of Paul, cap. 7, «Imprisonment of Paul and Silas».
LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)
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