SdS CQ (College Quarterly) Quarto Trimestre 2018 – 07

Lezione 7

10-16 novembre

Quando nascono le contese

«Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù»

(Galati 3:27,28)

Sabato

INTRODUZIONE

Dissonanza o armonia? L’unione fa la forza

di Alva Waworoendeng, Loma Linda, California, USA

Efesini 4:3; 1 Pietro 3:8

La bellissima chiesa era piena zeppa. Eravamo tutti a sedere spalla a spalla quando iniziò la dossologia. Al gruppo di cantanti presto si aggiunse l’organo, poi la tastiera, la chitarra, le percussioni e un basso. Con l’aggiunta di ogni strumento, il volume iniziò a intensificarsi oltre quello che ero abituata a sentire. Un mio amico fece un cenno verso le sue orecchie indicando che per lui stava diventando troppo forte e che voleva ascoltare la musica da fuori. Decisi di accompagnarlo, e mentre ci dirigevamo verso l’uscita, notai che alcuni membri della congregazione stavano alzando le mani al cielo e si univano al canto. Le persone stavano celebrando Dio con cuore unendosi alla lode.

Fuori dalle porte del santuario, era riunita una famiglia, le mani della madre tremavano mentre le metteva sulle orecchie di suo marito e di suo figlio. Andando sempre più in là, incontrammo un altro gruppo di giovani che mostravano apertamente il loro disgusto e delusione per la musica.

Dall’altra parte, mi ricordo di aver visto una madre e suo figlio a sedere sulle panche dall’altra parte rispetto a me che catturarono la mia attenzione. Non mostravano alcun risentimento o giudizio nascosto. C’era una presenza di pace intorno a loro. L’oratore aveva invitato la congregazione ad alzarsi in piedi. Il figlio si era alzato in segno di rispetto. La madre restò calma, seduta sulla panca, con la testa chinata, gli occhi chiusi in una preghiera silenziosa. Avendola incontrata prima sapevo che questo non era il suo genere di musica.

Come musicista di chiesa, ho imparato a essere tollerante e non critica delle scelte degli altri in fatto di musica di chiesa. 1 Pietro 3:8 è un bellissimo promemoria che dobbiamo essere amorevoli e concordi. «Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili». Efesini 4:3 ci invita a cercare la pace, «sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace».

Sforzandoci di vivere in armonia, la nostra musica anche se diversa alla fine deve portare gloria a Dio. Una delle mie citazioni preferite dei più grandi compositori di musica classica, J.S. Bach dice, «Lo scopo e la ragione finale di tutta la musica non è altro che la gloria di Dio e il ristoro dell’anima». «La musica è un’armonia gradevole per l’onore di Dio e il piacere dell’anima».

Dobbiamo essere uno in Cristo, e superare le nostre differenze in modo amorevole e compassionevole. Se ci separiamo dalla chiesa o dagli individui nella chiesa, ci separiamo da Cristo.

Domenica

LOGOS

Risolvere un conflitto e trovare le sue radici

di Eugene William Prewitt, Tampin, Negeri Sembilan, Malaysia

Giacomo 4:1; Luca 22:24–26; Atti 6:1–4; 15:1–39

Conflitto e risoluzione

Mia moglie teme i conflitti. Lascia la stanza se le voci si alzano di tono. Il suo sonno può essere disturbato anche ore dopo un confronto spiacevole.

E io? I disaccordi non mi disgustano. Mi piace cercare di risolvere i conflitti.

E tu? Come cerchi l’unità? Con il confronto? Con l’evasione? Probabilmente concordiamo con Davide che l’unità è «buona» e «piacevole» (Salmi 133:1). Ma i cristiani come dovrebbero raggiungere l’unità? Come dovremmo risolvere i conflitti? Queste sono due domande che studieremo questa settimana.

Il modo in cui si risolvono i conflitti dipende molto da come è sorto quel conflitto. E mentre potrebbero esserci centinaia di situazioni che hanno portato a esso, in quattro esempi del Nuovo Testamento troveremo alcuni principi che ci possono aiutare ampiamente a risolvere i conflitti oggi.

Umiltà come mezzo di risoluzione (Luca 22:24-26)

Nel primo, gli uomini scelti da Cristo stanno bisticciando su chi «fosse considerato il più grande». Gesù Cristo commentò sulla loro discussione che un desiderio di supremazia era ciò che ci si aspetterebbe dagli uomini del mondo. Ma, disse, «per voi non deve essere così».

«Fra di loro nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande. Ma egli disse loro: “I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non deve essere così; anzi, il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve”» (Luca 22:24–26).

Ciò che impariamo qui sull’unità è che essa inizia con un atteggiamento di servizio. L’auto-esaltazione permea la società e può anche introdursi nella chiesa. Può anche infettare i dodici scelti. Ma Gesù dice, «il più grande tra di voi sia come il più piccolo». Essere umili risolverà molte situazioni di tensione.

Scegliere i responsabili saggiamente come mezzo di risoluzione (Atti 6:1–4)

Ma l’umiltà non le risolverà tutte. Nella seconda storia l’uso del denaro di chiesa era alla base del conflitto. La convinzione che le finanze della chiesa non fossero gestite equamente, e perfino che gli Ebrei stessero favorendo le loro vedove, sollevò amarezza.

«In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell’assistenza quotidiana» (Atti 6:1)

Come fece la chiesa a tornare all’unità? Lo fecero scegliendo attentamente uomini che tra tutte le parti avevano la reputazione di essere equi e spirituali. E a questi uomini fu data la responsabilità della gestione del denaro, mentre gli anziani della chiesa lasciarono le finanze per dedicare la loro attenzione alla condivisione della Parola di Dio.

«Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito Santo e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola». (Atti 6:3, 4)

Quindi, in pratica, scegliere il comitato di chiesa bene, e mettere persone largamente apprezzate per la loro devozione e correttezza, è importante per preservare la nostra unità di chiesa. Ma anche scegliere i responsabili migliori non eviterà sempre i conflitti.

Nel terzo incidente, sorsero dei sentimenti di rabbia su posizioni dottrinali diverse sul vero vangelo. Come puoi immaginare, questo generalmente è un tasto delicato per chiunque creda che il vangelo è una questione di vita o di morte.

Autorità della chiesa e separazione come mezzo di risoluzione (Atti 15:1–39)

Nella nostra storia, la chiesa fu minacciata dallo scisma per questioni come quella se i cristiani gentili fossero obbligati a praticare molti dei riti ebraici. Alcuni dicevano «sì», Paolo e altri dicevano «no».

«Alcuni . . . insegnavano ai fratelli, dicendo: “Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati”. E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro . . . » (Atti 15:1, 2).

Questo problema fu risolto autorevolmente da un incontro dei responsabili della chiesa. (Vedi Atti 15:2–35). Mandarono lettere per annunciare la loro conclusione impopolare.

Mentre possiamo imparare da questa storia a dipendere dalla chiesa mondiale per risolvere le proprie domande dottrinali, non dovremmo concludere che decisioni simili termineranno il conflitto nella chiesa.

Infatti, anche nello stesso Atti 15 troviamo che il quarto conflitto del nostro studio sorge tra uomini fedeli, Paolo e Barnaba. E ciò che li separò fu un giudizio di valore sull’utilità di un giovane cristiano che prima aveva fatto degli errori.

«Nacque allora un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s’imbarcò per Cipro» (Atti 15:39).

Qui vediamo che separarsi, concordare di non essere d’accordo, era il modo in cui questi uomini consacrati fecero pace quando non riuscirono a trovare un accordo su Giovanni Marco. Non c’è bisogno che tutti vedano le cose allo stesso modo per aiutare a fare l’opera della chiesa. Mentre la chiesa mondiale potrebbe risolvere questioni dottrinali e politiche per la chiesa, potrebbe non servire a far sì che i suoi servi fedeli la vedano allo stesso modo in cose minori.

Rispondi

Sono sorti conflitti per il denaro, desideri di promozione, differenze di opinione o perfino differenze di fede. In tutti questi casi la Bibbia fornisce un modello per tornare insieme.

  1. Ma quali sono le origini del conflitto nella tua vita o chiesa? Se non somigliasse a nessuna di queste storie? (Vedi Giacomo 4:1 per una fonte generale di conflitto).
  2. Se il conflitto viene dai nostri desideri e dalle nostre passioni, può esserci una risoluzione senza la vittoria sugli stessi? Ci si dovrebbe aspettare che le persone con scarso autocontrollo siano fonti di conflitto locale?

Lunedì

TESTIMONIANZA

Come fare musica in cielo

di Priscilla Santos, Clearlake, California, USA

Atti 10:1–23, 28, 29, 34, 35

La storia di Pietro e Cornelio è niente meno che miracolosa! Pietro esita a condividere il vangelo per la posizione romana di Cornelio e vediamo i messaggeri celesti che entrano nella storia. Gli angeli intervennero e aiutarono mentre Dio agiva sul cuore di Pietro! Ellen G. White ci consiglia di fare «speciale attenzione» a questo brano. Consiglia inoltre, «…Il cielo è molto più vicino al cristiano coinvolto nell’opera della salvezza di quanto molti immaginano. Dovremmo imparare attraverso di loro anche la lezione della considerazione che Dio ha per ogni essere umano, e che ognuno dovrebbe trattare il proprio prossimo come uno dei beni strumentali del Signore per il compimento della sua opera nella terra».[1]

Quest’opera di conquista delle persone è preziosa; non solo porta l’atmosfera del cielo più vicino a noi, ma può anche creare della musica in cielo. «Quando aprite la porta a coloro che soffrono e che sono in difficoltà, voi accogliete degli angeli invisibili… Essi arrecano una sacra atmosfera di gioia e di pace e innalzano canti di gioia, la cui eco giunge sino al cielo. Ogni atto di misericordia si trasforma in una dolce melodia in cielo. Il Padre, dall’alto del suo trono, considera gli uomini generosi e altruisti come i suoi tesori più preziosi».[2] Questa è una promessa che possiamo tutti veder compiere nella nostra vita, la promessa che possiamo essere una fonte di gioia e canto in cielo.

Sfortunatamente, tante volte le nostre lotte interiori e la nostra mancanza di unità formano un divario tra quello che sappiamo dovrebbe essere fatto e quello che vogliamo fare. Ma l’esclusività non porta l’atmosfera del cielo. Rabbia, risentimento, egoismo e pregiudizio non fanno sì che gli angeli cantino. La disponibilità umile e l’azione per servire gli altri a prescindere dalla demografia è ciò che porta la gioia più grande al cuore di Dio. Riflettendo su ciò che Cristo ha fatto per noi, saremo maggiormente disposti a condividere quell’esperienza con gli altri. «Dobbiamo manifestare per coloro che ci circondano lo stesso interesse, affetto e pazienza che Cristo ha espresso nei nostri confronti. “… Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” (Gv 13:34). Se l’amore di Gesù vive in noi, riveleremo a tutti coloro che ci circondano lo stesso amore disinteressato di Cristo. Vedendo quanti uomini e donne hanno bisogno di simpatia e aiuto, non ci chiederemo: “Ne sono degni?” ma “Che cosa posso fare per loro?”.[3]

Rispondi

  1. Se Dio non fosse intervenuto nel mostrare a Pietro che il suo pregiudizio era sbagliato, quante persone avrebbero perso l’opportunità di conoscere il vangelo?
  2. Possiamo riconoscere modi in cui la nostra famiglia o chiesa locale può portare più consapevolezza e soluzioni ai pregiudizi che la nostra chiesa potrebbe avere? Che noi personalmente potremmo avere?

[1] AAVV, Seventh Day Adventist Bible Commentary, vol 6, p. 1059.

[2] Ellen G. White, La Speranza dell’uomo, p. 489

[3] Ellen G. White, La via della guarigione, p. 123

Martedì

EVIDENZA

Servire la Parola di Dio

di Kristiana Kim, Murrieta, California, USA

Atti 6:1–7

La guida chiara di Dio per la prima chiesa cristiana non le garantiva l’assenza di conflitti e divisioni. Infatti, fu proprio nei giorni in cui «il numero dei discepoli» si stava moltiplicando, durante un periodo di grande crescita e sviluppo, che emerse un conflitto sottile ma pericoloso (v 1).

Il conflitto divise i nuovi credenti lungo le linee culturali. Anche tra gli Ebrei circoncisi c’erano grandi differenze nella lingua, nell’istruzione, nelle tradizioni e nel bagaglio culturale. Per esempio, gli Ebrei erano abituati a osservare attentamente le leggi e i giudizi di Mosè, mentre gli Ebrei stranieri, ellenizzati «imitavano le maniere, le tradizioni e l’adorazione dei Greci e parlavano la lingua greca» anche se erano discendenti di Abraamo.

L’accettazione del vangelo ammorbidì grossi pregiudizi tra i due gruppi, ma le vecchie contese tornarono quando iniziò a circolare parola del trattamento disuguale delle vedove elleniste.

Nell’affrontare questa lamentela, i responsabili di chiesa si trovavano davanti due grossi pericoli: 1) ignorare i problemi e lasciare che le tensioni culturali crescessero, indebolendo quindi l’unità o 2) spostare l’attenzione e la missione della chiesa verso il venire incontro ai bisogni materiali dei suoi membri piuttosto che di quelli spirituali.

La risposta dei dodici apostoli (vv. 2-4) illustra come Dio impartisce saggezza per risolvere i conflitti tra i credenti. Per prima cosa, i dodici sottolinearono che diffondere la Parola di Dio era la loro priorità e che «servire alle mense» non doveva distrarli dalla missione. La parola greca per mense, «trapeza» è usata per descrivere superfici usate per servire il cibo o per contare e distribuire il denaro. Quindi, dicendo che non era «conveniente» che lasciassero «la Parola di Dio per servire alle mense», i responsabili di chiesa stavano ribadendo che la loro attenzione non doveva essere distratta dalla predicazione del messaggio della vita eterna per servire i bisogni temporali/terreni della congregazione.

Ma è importante notare che nonostante la chiara precedenza del vangelo sulla distribuzione caritatevole e le finanze, non ignorarono l’importanza di questi argomenti. Scelsero attentamente uomini che erano pieni di Spirito Santo, come Stefano, per organizzare le attività finanziarie della chiesa, affrontando così in modo pratico la fonte delle lamentele.

La conclusione di questo episodio nella storia iniziale della chiesa è incoraggiante. Come risultato delle sagge azioni dei responsabili, la «Parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme» (v. 7).

Allo stesso modo, quando affrontiamo conflitti che causano discordia nella chiesa oggi, possiamo essere certi che Dio ci fornirà soluzioni che alla fine onoreranno e glorificheranno il suo nome.

Rispondi

  1. Qual è la versione odierna di «servire alle mense» e come può distrarre dalla nostra missione primaria?
  2. Qual è il segreto per mantenere l’unità nella nostra chiesa quando veniamo da contesti etnici, socioeconomici e culturali diversi?

Mercoledì

COME FARE

Camminare secondo amore

di Cintia Nojima, Atlanta, Georgia, USA

Salmi 119:1–4; Giovanni 17:20–23; Romani 14:12–21; 1 Pietro 4:8; 2 Timoteo 2:15, 22–26

Durante il suo momento di tristezza e agonia nel Getsemani, Gesù fece una bellissima preghiera generosa per noi. Pregò specialmente che i futuri credenti avessero unità, non solo per provare amore altruistico relazionale gli uni verso gli altri, ma anche per essere testimoni convincenti per il resto del mondo. Data l’attenzione di Gesù a questo aspetto della chiesa e comunità cristiana, è critico che facciamo tutto il possibile per sostenere quest’unità nella famiglia di chiesa.

Ci sono molte fonti di conflitto nella nostra chiesa oggi: stili di musica e di adorazione, l’ordinamento delle donne, l’uso delle armi e altro. Certamente non è facile farsi strada tra questi temi caldi, ma dovremmo pensare alle seguenti linee guida trovate nella Bibbia:

Più di ogni altra cosa dimostra l’amore generoso e compassionevole di Gesù verso gli altri (1 Pietro 4:8). Se in dubbio, dovremmo sempre avere l’amore di Dio nel nostro cuore come motivazione delle nostre azioni. Questo non dovrebbe riguardare la vittoria in un dibattito o il far sembrare intollerante l’altra parte. Ognuno di noi deve rispondere a Dio, e vogliamo vedere in cielo anche i membri di chiesa della parte opposta.

Non essere una pietra d’inciampo per il tuo prossimo (Romani 14:12–21). Potresti pensare onestamente che non ci sia niente di sbagliato con una questione particolare e che potrebbe non essere chiara da una prospettiva biblica; ma non causare conflitto se puoi evitarlo. L’esempio di Paolo in Romani 14 descrive una differenza di opinione sull’alimentazione, e Paolo dice che se mangiando un cibo particolare creerai un inciampo per il tuo prossimo, non mangiare quel cibo davanti a quella persona. È meglio dedicarsi alle cose che promuovono la pace e che edificano gli altri; Paolo lo chiama «camminare secondo amore».

Dai la priorità alla tua relazione con Dio attraverso la preghiera e lo studio della Bibbia così da poter distinguere la verità e correggere chi è davvero fuori strada (Salmi 119:1–4; 2 Timoteo 2:15, 22–26). Perfino Paolo dovette sfidare Pietro quando Pietro stava discriminando contro i Gentili senza un buon motivo (Galati 2:11–14). Gesù stesso usò le maniere forti per liberare il tempio dalle persone che si approfittavano dei poveri e usavano il luogo di adorazione di Dio come un mercato (Matteo 21:12–13). In altre parole, se c’è qualcosa di moralmente sbagliato in atto nella chiesa, dovremmo prendere le parti di ciò che è giusto e seguire i canali appropriati per risolvere la questione.

Rispondi

  1. Di tutte le cose per cui potrebbe aver pregato, perché Gesù pregò proprio per l’unità nella famiglia di credenti?
  2. L’amore per l’altra parte è stato un elemento nelle tue azioni e risposte durante l’ultimo conflitto che hai avuto con qualcuno?

Giovedì

OPINIONE

Chi sono io da potermi opporre a Dio?

di Lucian Nana-Yobo, Houston, Texas, USA

Atti 11:4–24

È quasi inevitabile in ogni relazione che a un certo punto sorga un conflitto. Ma il modo in cui reagiamo e affrontiamo questi conflitti determina la futura traiettoria della relazione. Come cristiani, quando affrontiamo i conflitti, nella nostra vita personale o spirituale, l’esempio dato dai primi cristiani è quello che dovremmo imitare.

Mi ricordo di questa esperienza quando ero un ragazzo. A un certo punto la mia chiesa voleva fare una campagna evangelistica. Avevamo due possibili sedi per gli incontri: usare lo spazio della chiesa, l’opzione più economica per noi, o pagare di più e usare una delle strutture pubbliche della città, in una posizione più centrale che avrebbe attirato un pubblico più ampio.

La chiesa riunì un’assemblea per riflettere su tale questione. Una maggioranza dei membri pensava che dovessimo usare le nostre strutture per risparmiare denaro mentre una minoranza pensava che dovessimo scegliere la seconda opzione. Ma la minoranza pensava anche che se la volontà di Dio era di avere questa serie nella struttura pubblica, egli avrebbe fornito le risorse finanziare che ci servivano.

Quando la discussione si intensificò uno dei membri si alzò in piedi e suggerì di pregare. Per farla breve, ci fu data la struttura e per la sorpresa di molti, il consiglio comunale ce la diede gratuitamente per la durata delle conferenze. La campagna ebbe successo e diverse persone furono conquistate da Cristo. Quando ricordo questo incidente, mi ricordo di come a volte siamo ancora ignoranti della potenza dello Spirito Santo nel toccare il cuore delle persone.

Troppo spesso quando c’è un conflitto nei nostri circoli, accettiamo le opinioni dei più istruiti, schietti o eloquenti della congregazione. Molto velocemente sostituiamo la guida e le indicazioni dello Spirito Santo nella nostra chiesa e nella nostra vita con quella degli uomini e donne che abbiamo definito «molto qualificati» sull’argomento. Questo spesso crea tensioni, frazioni e divisioni nelle nostre chiese. A volte ci uniamo alla maggioranza mentre manchiamo di cercare la guida dello Spirito Santo.

In questo esempio, quando Pietro fu confrontato sulla sua decisione di raggiungere i Gentili rispose «chi ero io da potermi opporre a Dio?», un bellissimo promemoria che spesso Dio ci guida in ciò che non ci aspettiamo.

Rispondi

  1. Perché una vita di preghiera attiva è importante nel nostro cammino con Gesù?
  2. Che approccio dovresti usare nel farti strada tra i conflitti nel tuo gruppo?
  3. Come sai qual è la volontà e l’indicazione di Dio su un argomento quando ti trovi davanti una conclusione che è diversa dalla tua?

Venerdì

ESPLORAZIONE

Quando nascono le contese

di Lucile e Wadenerson Saint Martin, Loma Linda, California, USA

Galati 3:27, 28

CONCLUSIONE

Dato che serviva il discernimento divino per affrontare con successo le lotte della chiesa, furono selezionati degli uomini pii che, con la preghiera e la guida dello Spirito Santo, avrebbero discusso apertamente dell’unità. Senza lo Spirito di Dio, i responsabili non avrebbero potuto capire il bisogno di comunione fraterna cristiana senza pregiudizi e la sua importanza nel mantenere un’unità simile a Cristo nella chiesa.

Solo nel collegamento costante con Cristo saremo in grado di trattare gli altri con più considerazione che mostriamo a noi stessi. L’abnegazione e la resa costante a Dio sono gli antidoti al virus terreno del dissenso e del conflitto interno. Il regno dei cieli è nostro, non per quello che abbiamo fatto, ma perché egli ci ha riscattato.

PROVA A

  • Pregare per la presenza dello Spirito Santo nella tua vita così che il tuo carattere divino possa essere uno stimolo per un discepolato, comunione fraterna e adorazione che rompono le barriere.
  • Leggere il libro degli Atti degli Apostoli con la tua famiglia e i tuoi amici e scrivere modi specifici in cui la tua comunità di fede può esemplificare le buone opere della comunione fraterna amorevole e la saggia gestione dei conflitti della chiesa apostolica.
  • Frequentare una chiesa etnicamente diversificata per imparare di vari modi di adorazione, impegno comunitario e riconosci le somiglianze delle esperienze, pratiche e dottrine cristiane.
  • Guardare un documentario sulle formiche e scopri come il segreto della loro forza è la loro unità di scopo e attività.
  • Fare un gioco di affiatamento durante il servizio serale e trai lezioni spirituali dall’attività che dimostrano lo studio della lezione di questa settimana.
  • Organizzare un gruppo di preghiera che preghi per risoluzioni specifiche a problemi nella tua comunità.
  • Comporre musica con gli amici su uno dei temi della lezione di questa settimana, «Unità nella verità».

CONSULTA

  • Il nocciolo della questione, IV trim. 2018, versione digitale a cura del Dipartimento Comunicazioni dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno su https://uicca.it/2018/09/il-nocciolo-iv-trimestre-2018/
  • Atti 2:37-47; 1 Corinzi 12:4-31; Colossesi 3:10-17.
  • Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, 19;
  • Christian Experience and Teachings of Ellen G. White, 33;
  • Ellen G. White, Counsels for the Church, 50.
  • Douglas Lewis Resolving Church Conflicts, capp. 1,2.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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