SdS CQ (College Quarterly) Primo Trimestre 2019 – 02

Lezione 2

5-11 gennaio 2019

Tra i candelabri

«Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono»

(Apocalisse 3:21)

Sabato

INTRODUZIONE

Una rivelazione di…

di Emma L. Harper, Enumclaw, WA, USA

Apocalisse 1:9–3:22

Forse conoscete le avventure del famoso detective Sherlock Holmes, oltre 50 storie brevi ideate nella seconda parte del 1800 dallo scrittore Arthur Conan Doyle. Nel primo romanzo della serie, Holmes incontra quello che poi sarà il compagno delle sue indagini, il dott. Watson, che rimane esterrefatto dalle sue conoscenze di chimica, geologia e botanica oltre che dalla sua capacità di formulare ipotesi usando il ragionamento deduttivo per risolvere misteriosi crimini. Holmes, in una frase famosa, gli spiega che per scoprire la verità, per esempio nel caso di un omicidio, occorre sapere vedere il filo scarlatto che lo percorre e che «… si dipana lungo l’incolore matassa della vita; e noi abbiamo il dovere di dipanarlo, e isolarlo, e tirarlo fuori da capo a fondo».[1]E per oltre un secolo, appunto, i lettori sono stati catturati pagina dopo pagina nel seguire  il filo rosso di una trama anche complessa e intricata, ma che avrebbe portato a capire gradualmente la verità in quella storia.

Questa citazione mi ha fatto pensare al filo rosso che percorre la storia e di cui la Bibbia parla; molti cristiani leggono fedelmente la Parola di Dio ma hanno evitato una lettura approfondita dell’Apocalisse a causa delle sue metafore misteriose e interazioni complesse. Molti hanno visto il libro come «sigillato», pieno di segreti troppo grandi per l’intelletto del lettore comune. Tuttavia, che succederebbe se, invece di essere intimiditi dalle sue complessità, ci avvicinassimo al libro come a un grande giallo cosmico? Ellen G. White vedeva il libro come una lettura essenziale per tutti, dicendo che «il libro dell’Apocalisse deve essere aperto alle persone. A molti è stato insegnato che è un libro sigillato; ma è sigillato solo a quelli che rifiutano la luce e la verità».[2] Infatti anche nel nome, Apocalisse, viene rivelato una specie di mistero. Il libro dell’Apocalisse è proprio questo: una rivelazione di Gesù Cristo e degli eventi che caratterizzeranno il suo ritorno imminente. Che libro emozionante da leggere, studiare, decifrare e amare.

Questa settimana, mentre esplori i primi capitoli dell’Apocalisse, comprendi che non è un semplice giallo immaginato. È il racconto emozionante del piano di Gesù per il nostro mondo e per la casa celeste che sta preparando per noi. Ottenere una maggiore comprensione di questo libro è molto più esilarante di qualsiasi romanzo sulla realtà. È avvincente perché è reale, rilevante e una lettura vitale per il mondo di oggi.

[1] A. Conan Doyle, Uno studio in rosso

[2] Ellen G. White, Evangelism, p. 195

Domenica

EVIDENZA

L’isola santa di Patmos

di Craig Mattson, Lake Tapps, WA, USA

Apocalisse 1:9

Oggi, l’isola greca di Patmos è una meta turistica importante situata nel gruppo di isole del Dodecaneso. Spesso chiamata l’isola dell’Apocalisse, Patmos ospita un sito archeologico chiamato la grotta dell’Apocalisse. Si pensa che questa grotta abbia ospitato Giovanni mentre era imprigionato lì. Nel 10° secolo, fu costruito un monastero su questo sito e da allora è stato un centro di apprendimento per l’ortodossia greca. Ogni anno, decine di migliaia di turisti cristiani rendono omaggio alla storia e al valore di questo posto. Nel 1999, l’UNESCO ha dichiarato la grotta dell’Apocalisse un sito patrimonio mondiale, dandole il valore formale che i credenti cristiani hanno riconosciuto per secoli.

Non sono solo i cristiani che vanno a Patmos in pellegrinaggio per visitare questo sito biblicamente significativo. Patmos è anche frequentata da navi da crociera piene di turisti in cerca di avventure sull’isola e che vogliono godersi spiagge immacolate. Grandi ristoranti, negozi particolari, piscine e hotel caratterizzano gran parte dell’attività turistica sulla Patmos moderna. Ma questo è ben lontano da quello che succedeva qui duemila anni fa.

Ai tempi di Giovanni, Patmos era un’isola remota sotto il dominio romano. Quest’isola rocciosa e deserta è piccola, con un’area totale di poco più di 34 chilometri quadrati e quasi priva di società. Per i Romani era un’isola perfetta da usare come prigione. Era a Patmos, l’Alcatraz del mondo antico, che l’impero romano mandava i prigionieri che voleva bandire dalla società. Nel 95 D.C., l’imperatore romano Tito Flavio Domiziano mandò l’apostolo Giovanni su quest’isola per mettere a tacere il suo impegno evangelistico. Il mondo greco-romano era incredibilmente ricettivo al nuovo messaggio di Gesù Cristo, al punto che l’elite romana si sentiva minacciata dalla veloce diffusione del movimento.

Dai tempi di Giovanni, quest’isoletta è stata invasa e occupata dai Turchi, saccheggiata diverse volte dai pirati normanni, una destinazione santa bersaglio delle Crociate, e nella storia più recente, occupata dagli italiani e poi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Non c’è dubbio che quest’isoletta abbia avuto un impatto, sproporzionato rispetto alle sue dimensioni, sul mondo. È un’ironia storica che il posto che doveva mettere a tacere il ministero dell’apostolo Giovanni servì come trampolino di lancio per il messaggio finale del Signore al mondo.

Lunedì

LOGOS

Rivelare Gesù in Apocalisse

di Daniel Perez, Oklahoma City, Oklahoma, USA

Daniele 1:1–21; Apocalisse 1:9–11

Le scene di apertura del libro dell’Apocalisse trovano il fedele discepolo Giovanni imprigionato sull’isola di Patmos. Fu condannato a questa pena a causa del suo grande successo nell’annunciare il vangelo nel mondo romano. L’esperienza di prigionia a Patmos doveva mettere a tacere il suo potente messaggio. Ma le autorità romane si sbagliarono di grosso.

I brani di apertura dell’Apocalisse hanno una spiccata somiglianza con i brani di apertura del libro di Daniele. Daniele capitolo uno si apre con un assedio alla città di Gerusalemme. Re Nabucodonosor prese diversi prigionieri, incluso Daniele. Nonostante la sua prigionia, Daniele restò fedele al Signore.

Mentre l’assedio di Gerusalemme stava avvenendo, Daniele probabilmente temeva per la sua vita e forse era confuso. Similmente, lo stato d’animo di Giovanni mentre era sotto processo, condannato e poi trasportato verso un’isola-prigione deve essere stato di profonda tensione. Ma fu attraverso quelle difficoltà che Dio ci ha dato le opere complementari piene di speranza di Daniele e Apocalisse.

C’è una lezione molto potente qui sull’esperienza cristiana, restare fedeli al Signore e fidarsi che egli trasformi i nostri momenti bui in lezioni eccezionali ed eterne. Qui vediamo una rivelazione di Gesù come Dio personale e amorevole che è lì attraverso tutto il percorso, sostenendoci anche attraverso le valli più buie della vita.

Il giorno del Signore (Esodo 31:13; Isaia 58:13; Matteo 12:8; Apocalisse 1:10)

Quando i teologi discutono di escatologia, stanno parlando di quella parte della teologia che si occupa di morte, giudizio e gli eventi riguardanti il tempo finale. Il libro dell’Apocalisse, e il libro compagno Daniele, sono libri escatologici, che dipingono un quadro attraverso immagini degli eventi del tempo finale.

È la natura escatologica di questi libri che ha portato gli studiosi a discutere sul termine «giorno del Signore» usato in Apocalisse 1:10. Questo termine si riferisce forse al giorno di sabato? O indica il grande giorno della seconda venuta di Gesù Cristo? A prescindere dal lato del dibattito accademico in cui tu ti possa trovare, il bello è che entrambi i ragionamenti sono una rivelazione di Gesù Cristo. Il primo, il sabato, è una rivelazione settimanale di Gesù Cristo nella nostra vita. Un giorno messo da parte da Dio per l’uomo fin dall’inizio della creazione di questo mondo. Il secondo, la seconda venuta di Gesù Cristo, rappresenta la rivelazione finale e più drammatica di Gesù Cristo. Il giorno in cui i figli e le figlie di questa terra saranno finalmente riuniti con il nostro Padre celeste.

Gesù rivelato (Apocalisse 1:12–17)

Per quanto possa essere affascinante il dibattito sul giorno del Signore, quello che succede dopo a Giovanni supera letteralmente ogni tentativo di descrizione. Per me è stato difficile immaginare come fosse. Sappiamo che stava osservando Gesù. Ma il Gesù nella mia mente di solito non ha piedi di bronzo incandescente, una voce come il fragore dell’acqua o una spada a due tagli che gli esce dalla bocca. Ma sembra che Giovanni avesse difficoltà ad articolare la sua visione. In mezzo a questo vivace linguaggio figurato, le parole «come» ed «erano» sono usate più volte associando ciò che stava vedendo con cose umane concrete, ma suggerendo anche che la visione del Signore che aveva visto andava oltre le descrizioni linguistiche. Che bellissima rivelazione di Gesù Cristo nella sua gloria post-resurrezione.

Anche il posto in cui Gesù Cristo si trovava è di vitale importanza. Era in mezzo ai candelabri. Apocalisse 1:20 rivela il mistero dei candelabri, essi rappresentano le sette chiese. Quindi, quando Giovanni si girò ed ebbe la visione di Gesù, si trovava letteralmente con il popolo delle sue chiese. Questa è una delle rivelazioni più preziose di Gesù Cristo. Gesù ha promesso di essere con noi, e lo è. Un’ulteriore investigazione dell’Apocalisse rivela che queste chiese non sono solo le sette chiese cristiane antiche dell’Asia minore; sono anche modelli delle chiese cristiane attraverso la storia, fino a oggi. Quindi, quando Giovanni scrive che vide il Figlio d’uomo in mezzo i candelabri, Gesù stesso ci sta comunicando che è qui, con noi, nella nostra chiesa oggi.

Gesù e le sue chiese (Geremia 2:2; Apocalisse 2:1–7)

È importante ricordare quando si legge Apocalisse 2 che i «I nomi delle sette chiese rappresentano i differenti periodi della chiesa nell’èra cristiana. Il numero sette indica completezza e mostra che i messaggi si estendono alla fine del mondo, mentre i simboli usati rivelano la condizione della chiesa nei differenti periodi della storia umana».[1]

Giovanni inizia Apocalisse 2 con un appello diretto alle sette chiese. Il primo appello alla chiesa di Efeso inizia rivelando solo una parte della piena visione di Cristo data in Apocalisse 1:12–16; «queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro». Aspetta, che è successo ai piedi come bronzo incandescente e alla spada a due tagli?

Il secondo capitolo di Apocalisse va avanti, e Giovanni usa solo segmenti della sua piena visione di Cristo per comunicare con le sette chiese. Questo è strategico e profondamente simbolico di Cristo che ci viene incontro dove ci troviamo. Ogni chiesa aveva i suoi problemi particolari, e quindi aveva bisogno che Cristo venisse presentato loro in modo leggermente diverso. Trovandoci alle prese con la vita possiamo essere certi che Gesù sarà sempre con noi, in mezzo al popolo della sua chiesa, e pronto a venirci incontro dove ci troviamo. È così che Apocalisse rivela Gesù.

Rispondi

  1. In quali altri modi vedi Gesù rivelato nei tre capitoli iniziali di Apocalisse? Quali parti di Gesù sono rivelate alle altre sei chiese? Perché?
  2. Applica l’esperienza di Giovanni su Patmos alla tua vita. Quali somiglianze puoi trarre dal fidarti del Signore attraverso le esperienze buie?

[1] Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, p. 367

Martedì

TESTIMONIANZA

Un finale critico

di M. Lizzette Harper, Lake Tapps, WA, USA

Apocalisse 1:1–20

«Ai tempi degli apostoli i credenti cristiani erano pieni di zelo ed entusiasmo. Essi lavorarono così instancabilmente per il loro Maestro che riuscirono in poco tempo, nonostante la feroce opposizione, ad annunciare il Vangelo del regno in tutte le regioni del mondo allora abitato. Lo zelo dimostrato, in questo periodo, dai seguaci di Gesù è stato trascritto dalla penna ispirata per incoraggiare i credenti di ogni tempo».[1]

«Dopo qualche tempo però lo zelo dei credenti iniziò ad attenuarsi, e il loro amore per Dio e per il prossimo diminuì. L’indifferenza penetrò nella chiesa. Alcuni dimenticarono in quale meravigliosa maniera avevano ricevuto la verità».[2]

«Nel bandire Giovanni, i nemici della verità avevano sperato di zittire per sempre la voce di questo fedele testimone di Dio. Ma a Patmos il discepolo ricevette un messaggio che avrebbe esercitato un costante influsso rafforzando la chiesa sino alla fine dei tempi. Coloro che esiliarono Giovanni, sebbene non liberati dalla responsabilità del loro riprovevole atto, divennero degli strumenti nelle mani di Dio per portare avanti i suoi piani. Il loro sforzo di estinguere la luce avvantaggiò la causa di Cristo».[3]

«Questa rivelazione fu data per la guida e il conforto della chiesa cristiana di tutti i secoli… Esso è la “rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai suoi servitori le cose che debbono avvenire in breve… Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e serbano le cose che sono scritte in essa, poiché il tempo è vicino!” Apocalisse 1:1, 3 (Luzzi)».[4]

«Nell’Apocalisse sono rivelati i segreti propositi di Dio. Apocalisse significa rivelazione, e come si può notare il nome dato a questo scritto contraddice l’affermazione che esso è un libro sigillato. Una rivelazione è qualcosa di rivelato. Il Signore stesso rivelò ai suoi servitori i misteri che esso contiene e ordinò loro di rivelare a tutti il suo contenuto. Le sue verità sono indirizzate a quelli che vivono negli ultimi giorni della storia umana, come pure a quelli che vissero al tempo di Giovanni».[5]

Rispondi

  1. Quali somiglianze vedi tra il mondo cristiano ai tempi di Giovanni e il nostro?
  2. In che modo hai visto Dio prendere delle brutte situazioni e trasformarle in benedizioni?
  3. Quando affronti situazioni difficili, quale forza e ispirazione puoi trarre dall’esperienza di Giovanni e dal libro dell’Apocalisse?

[1] Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, p. 363

[2] Ibid., p. 364

[3] Ibid., pp. 364-365

[4] Ibid., p. 366

[5] Idem

Mercoledì

COME FARE

L’Apocalisse oggi

di Kevin Henderson, Auburn, WA, USA

Apocalisse 1:9–18; 2:2–19

A volte può essere difficile trarre lezioni pratiche per la vita di ogni giorno dalla complessa narrativa nel libro di Apocalisse. Ma come rivelazione di Gesù Cristo, l’Apocalisse può presentare ai suoi lettori alcuni princìpi molto semplici e pratici secondo cui vivere.

Ricordati del giorno di sabato: Apocalisse 1:10 ci rivela che il Signore parlò a Giovanni di sabato, «il giorno del Signore». L’importanza del giorno di sabato si trova attraverso tutta la Scrittura, con la sua rilevanza evidenziata ancora una volta qui nell’esperienza di Giovanni. Cerca di fare del sabato un giorno speciale, un’esperienza unica e un giorno di vero riposo e rinvigorimento in Cristo. Organizza delle tradizioni per il sabato. Scegli una playlist di selezioni musicali solo per il sabato, e a casa crea un’atmosfera distintiva del sabato con fragranze o pasti speciali.

Cerca di formare relazioni profonde: Nel libro dell’Apocalisse, mentre Dio descrive le caratteristiche delle sue chiese, dice a ognuna: «ti conosco». Dio ci conosce indipendentemente e pienamente e ce lo ha comunicato attraverso il libro dell’Apocalisse. Mentre imitiamo Cristo e cerchiamo di assomigliare a lui nella nostra vita quotidiana, dobbiamo cercare relazioni profonde e significative con chi ci circonda.

Ama la tua chiesa: Il libro dell’Apocalisse può essere poco chiaro a volte, ma c’è una verità senza alcun dubbio: Gesù ama la chiesa e si preoccupa del suo benessere. Come definito nel Nuovo Testamento, la chiesa è il corpo di Cristo, le persone che accettano il messaggio di Gesù Cristo e scelgono di vivere secondo la sua Parola. Tu fai parte della chiesa di cui si parla in Apocalisse e di cui Dio fa tesoro. Questo dovrebbe suscitare un profondo impegno verso il corpo della chiesa come espressione pubblica della tua fede.

Ascolta: In Apocalisse capitolo due, il Signore dice alla chiesa di Efeso «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (2:7). Impegnandoci alle meditazioni quotidiane e a una vita di preghiera costante, possiamo iniziare a sintonizzarci sulla voce dello Spirito Santo nella nostra vita. Serve un impegno deliberato e fedele perché il cristiano senta e risponda al Signore. L’indicazione di Dio in Apocalisse è diretta e pratica per un’applicazione quotidiana.

Giovedì

OPINIONE

Il cuore di un cristiano

di Meggan N. Harper, Enumclaw, Washington, USA

Apocalisse 1:9

Hai mai avuto una vera e propria esperienza nel deserto? Non sto parlando di un campeggio o una bella escursione nella natura, sto parlando di una vera esperienza nel deserto biblica. È interessante che così tanti personaggi biblici si siano trovati ad attraversare esperienze nel deserto esistenziali profonde. Giuseppe fu rifiutato dai suoi fratelli e finì imprigionato; Mosè fu portato nel deserto per 40 anni di addestramento spirituale; Davide ebbe un’esperienza nel deserto quando era ricercato da re Saul; e perfino il ministero di Gesù incluse un’esperienza vitale nel deserto di 40 giorni dopo cui fu tentato da Satana.

L’esperienza nel deserto di Giovanni sull’isola-prigione di Patmos fornì a Dio un’ambientazione in cui rivelarsi a noi attraverso la prigionia di Giovanni. Non so se Giovanni fosse mai tentato ad arrendersi mentre era in prigione, ma so che se io fossi nei panni di Giovanni, la tentazione di arrendermi sarebbe forte. L’esperienza di Giovanni non era un piccolo ostacolo. Dopo aver lavorato instancabilmente per portare avanti il messaggio di Gesù Cristo nel mondo romano, Giovanni si trovò imprigionato e isolato da quelli a cui desiderava portare la buona notizia. Deve essere stato demoralizzante. Ma nonostante questo, il cuore e l’animo di Giovanni erano concentrati sul suo Signore; e quando Dio parlò, il cuore di Giovanni era aperto e in grado di ascoltare.

C’è una lezione pratica nell’esperienza di Giovanni che possiamo applicare alla nostra vita oggi: continua a proseguire in Gesù. Ciò di cui sto parlando qui è molto più di un impegno quotidiano alla preghiera e alla meditazione. Queste cose sono vitali nella vita di un cristiano, ma ci saranno giorni in cui le meditazioni sono fatte di corsa o saltate, e giorni in cui la preghiera potrebbe sembrare un rituale inutile. La vita può diventare molto buia e siamo tutti stati lì a un certo punto. Penso che Giovanni fosse lì quando la realtà del suo esilio prese piede e si rese conto che dove stava andando, ci sarebbero state poche opportunità per portare avanti il suo ministero.

A un certo punto, arriviamo tutti su una metaforica Patmos nella vita. Esperienze come un tracollo finanziario, problemi in una relazione, cedere alle tentazioni, o i fallimenti della vita potrebbero tentarci a perdere la nostra fede. Ma, come Giovanni, i fedeli possono essere rassicurati che anche attraverso la sofferenza, Dio ha un piano più grande di cui non siamo a conoscenza. E mentre le nostre tribolazioni in questo mondo possono essere gravi, sono anche temporanee e piccole quando paragonate con l’eternità che ci è stata promessa.

Rispondi

  1. Che tipo di esperienze dure hai attraversato nella vita? Guardando indietro, in che modo quelle esperienze hanno contribuito alla tua maturità complessiva e al tuo sviluppo spirituale?
  2. C’è qualcuno nella tua vita che sta attraversando un momento difficile? Come puoi essere di utilità per questa persona?

Venerdì

ESPLORAZIONE

La rivelazione e il messaggio di Giovanni per noi

di Craig Mattson, Lake Tapps, Washington, USA

Apocalisse 1

CONCLUSIONE

Il libro dell’Apocalisse ci è stato dato da Dio attraverso Giovanni quando era imprigionato sull’isola di Patmos. L’Apocalisse è un libro estremamente simbolico che può essere difficile da leggere e comprendere, ma ricorda che i simboli furono ispirati. I primi tre capitoli del libro affrontano le difficoltà delle chiese ai tempi di Giovanni oltre a fornire un profilo profetico delle chiese che sarebbero esistite attraverso la storia cristiana. L’Apocalisse non è solo altamente simbolica, attinge pesantemente al linguaggio e i temi dell’Antico Testamento. In conclusione, il libro dell’Apocalisse rivela il carattere e le opere di Gesù Cristo.

PROVA A

  • Creare una lista di nomi per Gesù che puoi tenere nella tua Bibbia mentre leggi le lezioni di questo trimestre e studi il libro dell’Apocalisse.
  • Fare una lista delle promesse ricevute da ogni chiesa in Apocalisse 2 e 3. Prendi nota di quante promesse siano offerte da Gesù a ogni chiesa.
  • Familiarizzare con la persona di Giovanni leggendo il capitolo chiamato «A Patmos» nel libro di Ellen White, Gli uomini che vinsero un impero.
  • Scrivere una lettera di sostegno al tuo pastore locale, insegnante di scuola, preside o impiegato dell’unione. Incoraggiali ed eleva il loro ministero. Combinala con la promessa di sostenere il loro ministero in preghiera.
  • Compilare una playlist di canti basati sul libro dell’Apocalisse. Prendi il tempo di ascoltarne diversi e identifica le corrispondenze che senti con il libro dell’Apocalisse.
  • Prendere del tempo per ricercare rappresentazioni artistiche di questa scena e poi crea una tua rappresentazione della visione che Giovanni ebbe di Cristo.

CONSULTA

Esodo 25:37; Salmi 118:22; Isaia 58:13; Daniele 1, 2; Giovanni 10:11; Apocalisse 17:14.

Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, capitolo 57, «Il mistero svelato».

Ranko Stefanovic, Revelation of Jesus Christ: Commentary on the Book of Revelation.

Seth J. Pierce, What We Believe: Revelation for Teens.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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LEZIONI E MANUALI PER ANIMATORI IN ALTRE LINGUE

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