SdS CQ (College Quarterly) Secondo Trimestre 2019 – 03

Lezione 3

13- 19 aprile

Prepararsi al cambiamento

««La giustizia camminerà davanti a lui e seguirà la via dei suoi passi»».

(Salmi 85:13)

Sabato

INTRODUZIONE

Dov’è il tuo ombrello?

di Kenisha K. A. Hutson, Georgetown, Guyana

Genesi 16:1, 2, 5, 6; Ecclesiaste 3:1; 1 Corinzi 10:1–13; Atti 5:1–10; Matteo 20:20–22

Un paesino stava attraversando un periodo di siccità da qualche anno. Gli alberi avevano perso le foglie, e il fiume che un tempo scorreva con acqua fresca era secco, lasciando un letto di argilla spaccata con crepe larghe quanto un piede. Nessuno sapeva cosa fosse successo agli uccelli, tranne gli avvoltoi che sorvolavano il paese, cercando le carcasse di animali che morivano. Perfino le persone erano secche come scheletri, sopravvivendo a malapena. Avendo esaurito tutte le loro opzioni, i cittadini si riunirono. «Preghiamo», suggerì una donna anziana. «Solo Dio ci può aiutare ora». Decisero di tenere un grande incontro di preghiera nella piazza del paese la sera, e tutti furono invitati a uscire per pregare. Tra le persone radunate per la preghiera c’era una bambina che teneva stretto un ombrello aperto. La folla non poteva non chiedersi cosa stesse succedendo. Alcuni erano curiosi, altri erano scocciati e altri ancora erano furiosi di essere punzecchiati dai raggi dell’ombrello. Infine, una persona chiese, «Perché hai portato l’ombrello? Non vedi che non piove e siamo venuti qui per pregare che piova? Solo una persona sciocca starebbe con un ombrello aperto durante una sera limpida come questa».

La bambina rispose: «Sono venuta anch’io per pregare. Sono certa che le nostre preghiere avranno una risposta e che pioverà. Per questo ho portato l’ombrello»[1].

La vita è caratterizzata dal cambiamento. Ecclesiaste 3:1 dice, «Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo». Quindi nella vita possiamo sempre aspettarci un cambiamento. Per di più, il cambiamento può avvenire inaspettatamente, e molte volte, sembrerebbe che quando avviene un cambiamento ci troviamo «impreparati», a volte anche per i cambiamenti che stavamo aspettando o per cui stavamo pregando intensamente. Si potrebbe quindi dire, «Se la vita è piena di cambiamenti, come possiamo essere sempre sorpresi quando infine accadono?» La chiave è avere la stessa mentalità della bambina che andò con l’ombrello a pregare per la pioggia; preparazione e fede, perché anche quando siamo impreparati, quando si tratta del cambiamento, la fede è la migliore amica del cristiano.

Il cambiamento è praticamente inevitabile, e possiamo affrontarlo in modi diversi: possiamo scegliere di essere come gli altri abitanti che erano impreparati per i cambiamenti per cui stavano pregando, o possiamo essere come la bambina, che andò fedelmente preparata per il cambiamento che stava aspettando.

[1] Adattato da Professor Nazeer Ahmed, «The Child Who Brought an Open Umbrella for Prayer», History of Islam, https://historyofislam.com/the-king-learns-the-secret-of-happiness-from-a-child/the-child-who-brought-an-open-umbrella-for-prayer/.

Domenica

LOGOS

Il ciclo completo

di Chrystel Pile, East Coast Demerara, Guyana

Deuteronomio 31:6; Giudici 13:7; Salmi 139:14; Marco 1:35; Luca 1:13–17;1 Corinzi 10:1–13

La nascita (Salmi 139:14; Deuteronomio 31:6)

Le uova di farfalla sono deposte su una foglia o una pianta particolare, la cui scelta è determinata dalla mamma farfalla che assaggia la foglia con i piedi. L’assaggio le dirà se i suoi piccoli useranno la foglia come cibo quando usciranno dal loro guscio. Non è straordinario? La farfalla si prepara per deporre le uova e si sta preparando nell’ambiente diverso che i suoi piccoli incontreranno. Con il progredire del tempo, le larve dentro le uova mordicchiano i gusci, e alla fine quei gusci diventano il loro primo pasto prima di avventurarsi sulla loro pianta ospite (il loro cibo) su cui la mamma farfalla ha deposto le uova. Questo è forse istinto naturale che si trova nel cervello della farfalla?

Pensa alle donne incinte: il loro corpo cambia per adattarsi a una nuova vita dentro di loro. Anche il loro cervello, secondo le ricerche, cambia «per aiutare a provvedere ai bisogni dei loro piccoli». Come dice un esperto di neuroimaging, «Essere una nuova madre è difficile e ci si deve adattare un bel po’. Il cervello sarà in grado di reagire a quel cambiamento e farà sì che si possa prendere cura di questo neonato»[1].

Le madri sono benedette e fatte «in modo stupendo» (Salmi 139:14). Il cervello di una nuova madre si adatta in modo da poter essere un grande genitore. Quando Dio ci prepara per i cambiamenti nella nostra vita, crea dentro di noi l’istinto naturale per affrontare i cambiamenti della vita. Non ci lascia mai a combattere da soli (Deuteronomio 31:6).

Facciamo la muta mentre ci nutriamo (1 Corinzi 10:1–13)

Nello scenario della farfalla, le larve vanno nel mondo sconosciuto e possono restare sulla stessa pianta o foglia, mangiandola costantemente. Devono mangiare quanto più possibile per poter raggiungere lo stadio successivo dello sviluppo. Quest’alimentazione costante, però, fa sì che il bruco cresca molto velocemente, mentre l’esoscheletro non cresce. Come risultato, questo esoscheletro muta, o cade, quattro o più volte durante questo stadio.

Come esseri umani, cresciamo ogni giorno, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Impariamo le abilità di base della vita dai nostri genitori, dalla scuola, dai vicini, dalla chiesa e altre influenze che sono presenti. Tutte queste influenze nutrono il risultato del nostro atteggiamento e del nostro carattere. Ma come per il bruco, alcuni sono esoscheletri con cui non possiamo più crescere. Se ci stiamo preparando per quello stadio della vita, o per l’eternità, dobbiamo fare la muta, «perdere» certi atteggiamenti, e allo stesso tempo dovremo assumere alcuni cibi costantemente per poter essere meglio preparati. Leggi 1 Corinzi 10:1–13. I figli d’Israele stavano tutti bevendo la bevanda spirituale (v.4), e stavano crescendo; ma non tutti loro stavano lasciando i peccati di questo mondo e Dio non era contento (vv. 5–10). In secondo luogo, pensa al figlio di Zaccaria ed Elisabetta, Giovanni il battista (Luca 1:13–17) e alla madre di Sansone (Giudici 13:7): entrambi ricevettero l’ordine di non consumare bevande forti e cibi impuri perché Dio li stava preparando per qualcosa di grande. La grandezza richiede il sacrificio, e se crediamo che sia troppo difficile rinunciare a qualcosa, 1 Corinzi 10:13 afferma che con ogni tentazione ci viene fornita una via di fuga. Potrebbe non essere facile, e come i bruchi fanno la muta quattro o più volte, anche noi avremo un periodo ripetitivo solo per togliere un peccato.

È ora di svilupparsi in pupa! (Marco 1:35)

Arriva il tempo in cui dobbiamo allontanarci dal mondo e concentrarci. È tempo di essere guidati in questo viaggio che abbiamo deciso e per cui ci siamo in qualche modo preparati. È ancora l’ignoto perché non sappiamo quale sarà esattamente il nostro risultato, come un bruco che non sa che sarà una farfalla. Ma possiamo deporre l’ignoto dei nostri cambiamenti nelle mani di Dio, perché egli conosce tutto.

Durante quell’allontanamento, molti penseranno che ci stiamo riposando, come il mondo esterno guarda un bozzolo inattivo in cui stanno avvenendo un mondo di meraviglie. All’interno del bozzolo, il bruco sta digerendo se stesso. I succhi che digerivano il cibo allo stadio larvale ora stanno digerendo il corpo del bruco. Questa digestione trasforma il corpo in cellule. Queste cellule si trasformeranno e creeranno il corpo nuovo. Questo processo può durare da due settimane ad alcuni mesi.

Similmente, dobbiamo cedere allo Spirito Santo (il succo celeste), che vuole essere rilasciato dentro di noi ma non può farlo finché non accettiamo e capiamo che abbiamo bisogno di lui per essere cambiati. Lo Spirito Santo scomporrà ciò che abbiamo mangiato, specialmente della Bibbia, mentre ci prepariamo per i cambiamenti della vita. Ricorda che questo processo può durare un bel po’, ma quale approccio migliore abbiamo se non di riservare del tempo per comunicare con il cielo; Gesù lo fece (Marco 1:35), e chi sono io per non farlo? In questo modo Cristo ricevette la sua preparazione e capacità per affrontare le sue sfide.

La rinascita

Dalla nascita alla pupa, nel ciclo vitale della farfalla, non c’è una vera farfalla. Questo perché fino al completamento di questi tre stadi, non c’è una farfalla; ma queste forme sono il processo necessario per diventare una farfalla. Solo alla fine la farfalla viene formata e rinasce.

Come esseri umani la nostra farfalla rinasce dopo che attraversiamo una serie di cambiamenti. Questi cambiamenti sono resi possibili e meno stressanti quando ci prepariamo. Quando comprendiamo la nostra fine gloriosa, vorremo prepararci per i cambiamenti in modo da essere individui completi.

Rispondi

  1. Quali grandi cambiamenti nella vita sto per affrontare, e come mi sto preparando?
  2. Come mi sto preparando per la mia cittadinanza celeste?

[1] Peter Dockrill, «Pregnancy Changes a Woman’s Brain Structure for at Least 2 Years After Giving Birth», Science Alert, 20 dicembre 2016, https://www.sciencealert.com/pregnancy-changes-a-woman-s-brain-structure-for-at-least-2-years-after-giving-birth.

Lunedì

TESTIMONIANZA

Prenditi il tempo che ti serve

di Lennox Jason, Georgetown, Guyana

1 Corinzi 13:4–8; Galati 5:22, 23

«Il matrimonio è qualcosa che condizionerà la vita sia in questo mondo sia in quello futuro. Un cristiano sincero non porterà avanti i suoi progetti in questa direzione senza la consapevolezza che Dio lo approvi. Non vorrà scegliere da solo, ma sentirà che Dio deve scegliere per lui».[1]

«Poche persone hanno una giusta percezione del significato del matrimonio. Molti immaginano che rappresenti uno stato di felicità perfetta. Se conoscessero solo un quarto dei dolori che affliggono gli uomini e le donne impegnati dal voto del matrimonio, con catene che essi non possono e non osano spezzare, non si meraviglierebbero di quello che sto scrivendo. Nella maggior parte dei casi, il matrimonio è un giogo tra i più dolorosi. Migliaia di coppie male assortite devono vivere fianco a fianco. I registri del cielo sono pieni delle annotazioni del male, delle cattiverie e degli abusi che si nascondono nel matrimonio. Questa è la ragione per cui consiglio ai giovani, in età di sposarsi, di non essere precipitosi nella scelta di un compagno».[2]

«Ecco alcuni punti che meritano considerazione: la persona che intendete sposare saprà assicurare la felicità alla famiglia? Sarà economa, o userà quello che guadagnerà e tutto ciò che le date per soddisfare la sua vanità e il suo desiderio di curare l’apparenza? I suoi principi a questo riguardo sono ragionevoli? Possiede beni a cui poter attingere?»[3]

«Prima di impegnarsi per il matrimonio, ogni donna deve cercare di sapere se l’uomo a cui pensa di affidare la propria esistenza ne è degno. Qual è il suo passato? La sua vita è stata pura? L’amore che manifesta è di natura nobile ed elevata, o ispirato unicamente dalla passione? Possiede quei tratti di carattere che contribuiranno a renderla felice? Potrà trovare serenità e gioia grazie all’affetto che ha per lei? Potrà conservare la sua individualità, o la sua capacità di giudizio e la sua coscienza dovranno essere sotto il controllo di suo marito? . . . Potrà dare la priorità alle esigenze del suo Salvatore? Il corpo e lo spirito, i pensieri e le intenzioni potranno essere mantenuti puri e santi? Tutte queste considerazioni hanno un ruolo essenziale nella vita della donna che si sposa».[4]

Rispondi

  1. Questa unione mi aiuterà nel mio cammino verso il cielo?
  2. Se ti conoscessi come ti conosci, ti sposeresti con te stesso?

[1] Ellen G. White, La famiglia cristiana, p.26

[2] Ibid., p.26-27

[3] Ibid., p.28

[4] Ibid., p.29

Martedì

EVIDENZA

L’ultimo funerale

di Durwin S. Humphrey, Georgetown Guyana

1 Re 2:1–4; 1 Corinzi 15:24–26

«La morte è un’esperienza umana universale. È come l’inevitabile attrazione “gravitazionale” che cerca di fare a modo suo senza previo consenso. La morte è una crisi che tutte le famiglie incontrano, ed è riconosciuta come l’evento più stressante della vita affrontato dalle famiglie[1]. . . L’occorrenza di una morte anche se inevitabile può perturbare e sconvolgere significativamente il sistema familiare e la rete di relazioni della persona defunta[2]».[3] Basti dire che gli esseri umani non si abitueranno mai alla morte.

«Molti diranno che la morte a certe età (specialmente l’età anziana) sia un evento normativo nel corso della vita. Tuttavia, Lavee, McCubbin e Olson espressero un’opinione diversa.[4] Spiegarono che a prescindere da quando avvenga, la morte in realtà è non normativa. Questo perché resta un evento inaspettato e largamente indesiderato. Deve essere compreso che non è il morire che determina se sia normativa, ma il contesto e gli effetti della morte. Per esempio, la morte di un uomo di 82 anni che è il tutore di un ragazzo di 15 anni potrebbe essere “normativa” per l’uomo ma sarebbe molto negativa per il ragazzo».[5] Similmente, la morte di un membro della famiglia risulterà in un certo grado di disagio.

Davide aveva regnato per trent’anni come re d’Israele. Dopo molti anni di battaglie, intrighi politici, molteplici mogli e molti figli, ora era un uomo anziano. La Scrittura dice che «si avvicinava per Davide il giorno della morte» (1 Re 2:1). La famiglia di Davide avrebbe dovuto fare delle notevoli modifiche dopo la sua morte, incluso l’adattamento al governo di un nuovo re.

In tutta la Bibbia ci viene ricordato che la morte è il risultato del peccato. La morte è un nemico degli esseri umani. Dal momento in cui Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito (Genesi 3:6) la morte cadde su tutta l’umanità (Romani 5:12) e ha causato danni irreparabili a innumerevoli famiglie per tutta l’esistenza dell’umanità.

La buona notizia è che la Scrittura ci garantisce che la morte stessa un giorno sarà distrutta (1 Corinzi 15:26). Un giorno sarà la morte stessa ad avere un funerale. Quel funerale sarà l’ultimo. Quindi mentre come esseri umani siamo soggetti alla morte su un pianeta pieno di peccato, c’è una speranza a cui possiamo aggrapparci: Gesù ha già sconfitto il nemico chiamato «morte» attraverso la sua morte sulla croce e successiva resurrezione gloriosa. Gesù dichiara di avere «le chiavi della morte e dell’Ades» (Apocalisse 1:18); quindi, nel prepararci per la morte, dobbiamo avere una relazione con colui che dà la vita eterna.

[1] C. Murray, K. Toth, e S. Clinkinbeard, «Death, Dying and Grief in Families», in Family and Change: Coping With Stressful Life Events, ed. P. McKenry and S. Price, 3rd ed. (Thousand Oaks, CA: Sage, 2005), pp. 75–102.

[2] E. Gelcher, «Dealing With Loss in the Family Context», Journal of Family Issues 7 (1986): pp. 315–335.

[3] Oladayo A. Afolabi, «Death, Grief, and Family Dynamics: The Impact of Family Member’s Death and Delayed Grief Resolution on the Family System», 2 maggio 2014, p. 1, https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2826483.

[4] Y. Lavee, H. I. McCubbin, e D. H. Olson, «The Effect of Stressful Life Events and Transitions on Family Functioning and Well-Being», Journal of Marriage and the Family 49 (1987): pp. 637–662.

[5] Afolabi, «Death, Grief, and Family Dynamics», p. 1.

Mercoledì

COME FARE

Preparati per la nascita o per il ruolo genitoriale?

di Andrew Sparman, Georgetown, Guyana

Giudici 13:7; 1 Samuele 1:27; Luca 1:6,13–17,39–55

Si dice che se non riesci a prepararti, ti sei preparato per non riuscire. Questo vale anche nel ruolo genitoriale. Quando guardiamo nella nostra società, sembra che il ruolo genitoriale sia solo prepararsi per la nascita di un bambino, omettendo quindi di riconoscere che è un investimento che dura tutta la vita. La vita è preziosa; è un dono divino e una benedizione di Dio.

Molte famiglie sono alle prese con il pensiero e la realtà di non avere figli propri. Potrebbe essere una maledizione? Potrebbe essere in fondo una benedizione? Potrebbe essere un momento di attesa? Qualunque sia la ragione, la Bibbia ci racconta di una donna chiamata Anna che pregò onestamente Dio di avere un figlio (1 Samuele 1:27), e con la grazia di Dio, la sua richiesta fu concessa.

Molte volte, dopo la nascita di un bambino, i genitori smettono di pregare quotidianamente per i loro figli e non riescono a instillare fermamente e amorevolmente i giusti criteri cristiani dalla prima infanzia, aprendo la via a una grande tristezza. Ecco alcuni passi per prepararsi al ruolo genitoriale, sia prenatale che postnatale:

Prega e ascolta la guida di Dio. La madre di Sansone ricevette chiare istruzioni sull’educazione di Sansone: «ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere né vino né bevanda alcolica e non mangiare niente di impuro, perché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre e fino al giorno della sua morte”» (Giudici 13:7). Dio ci parla attraverso la sua Parola; e come i genitori di Sansone ascoltarono i comandi di Dio, dovrebbero farlo tutti i genitori.

Resta collegato a Dio e sii un esempio di un carattere simile a Cristo. Le azioni valgono più delle parole; quindi i genitori dovrebbero restare in una relazione intima con Dio per esemplificare il carattere simile a Cristo che desiderano nei loro figli. Come Elisabetta e Maria, la loro relazione con Dio dovrebbe indurre lodi spontanee per le sue benedizioni (Luca 1:37–55).

Non smettere mai. Deuteronomio 6:7 ricorda ai genitori di non smettere mai di insegnare e guidare i loro figli nelle vie della giustizia. E così facendo, la luce della presenza di Dio si diffonderà nella vita di genitori e figli, ed essi potranno essere conquistati per il regno di Dio.

Rispondi

  1. Perché c’è un disperato bisogno della guida di Dio quando ci si prepara e nel corso del ruolo genitoriale?
  2. Come possiamo prepararci meglio per essere i migliori genitori possibili?

Giovedì

OPINIONE

Aspettativa di vita . . . Sei pronto?

di Jamol Pompey, Georgetown Guyana

Da dove vengo, i bambini vanno a scuola, e chi è in età avanzata lavora per prendersi cura dei bambini e raramente ha il tempo di prendersi cura di se stesso. Parlando della pensione con un cittadino anziano un pomeriggio, mi disse che, per gran parte della sua vita, aveva lavorato per risparmiare denaro in modo che quando sarebbe andato in pensione avrebbe potuto godere di tutti i benefici del suo duro lavoro, perché crede fermamente nel versetto biblico che dichiara: «quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà» (Galati 6:7). Solitamente parliamo di piani pensionistici che compensano case, terre e risparmi, e le cose che vogliamo vivere nella vita; in pratica ammassiamo tesori in questo mondo, molte volte senza considerare la volontà di Dio. Raramente ci interessiamo a influenzare le vite degli altri positivamente condividendo la bontà di Dio nella nostra vita. Il fatto dolente è che oggi, molte persone non vivono con l’intenzione di invecchiare; vivono piuttosto con la sola intenzione di sopravvivere in questo mondo di giorno in giorno.

In Salmi 71:17, 18 re Davide riconosce la mano salda di Dio in tutta la sua vita fin dalla sua infanzia e prega Dio di continuare a guidarlo e aiutarlo nella vecchiaia. Chiede a Dio di permettere che la sua vita, anche nella vecchiaia, sia una testimonianza della grazia e della misericordia di Dio. Davide, invece di chiedere a Dio di salvaguardarlo in modo da poter godere delle sue ricchezze sulla terra, chiede a Dio di permettere che la sua vita dipinga un’immagine della bontà di Dio: «O Dio, tu mi hai istruito sin dalla mia infanzia, e io, fino a oggi, ho annunciato le tue meraviglie. E ora che sono giunto alla vecchiaia e alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non abbia raccontato i prodigi del tuo braccio a questa generazione e la tua potenza a quelli che verranno».

Siamo chiamati a essere preparati per tutta la nostra vita, dal suo inizio alla sua fine, sapendo che Dio ha un grande piano per noi. È con questa speranza che dovremmo pianificare la nostra vita, assicurandoci di lasciare spazio perché la volontà di Dio si manifesti. Mentre pianifichiamo la nostra vita e ci prepariamo per la nostra vecchiaia, come Davide, dovremmo puntare a lodare Dio e condividerlo con quelli che verranno dopo di noi. È opera di ogni cristiano essere come Davide e impegnarsi per impartire l’amore e la conoscenza della bontà e della grazia di Dio semplicemente chiedendo a Dio di lasciare che la nostra vita sia una testimonianza.

Rispondi

  1. In che modo la preparazione per l’età anziana prepara una persona per il cielo?
  2. In che modo le tue aspettative di vita preparano la tua mente per la seconda venuta?

Venerdì

ESPLORAZIONE

Comodità e cambiamento

di Trizanna Atkins, Georgetown, Guyana

Isaia 43:19; Geremia 29:11

CONCLUSIONE

La vita è un viaggio di trambusto ed eventi inaspettati, adattamento e crescita. La nostra esistenza umana è caratterizzata dalle nostre scelte e dalla nostra reazione al cambiamento. Per chi non crede, è semplicemente vivere per morire, esistendo per vivere solo felicità perfetta mentre si è apparentemente creatori indipendenti del proprio destino, scollegati dall’Onnipotente. Tuttavia, per i cristiani, Dio si aspetta che siamo in uno stato costante di preparazione fedele per ogni fase del viaggio della vita. Anche se non saremo mai abituati all’inevitabile, Dio ci ha creato con un istinto naturale per affrontare le sfide restando collegati a lui e fidandoci che egli decida la nostra strada.

PROVA A

  • Creare un grafico intitolato «Il mio futuro con Dio». Il grafico deve seguire un corso di dieci anni e consistere di obiettivi da compiere in quell’intervallo di tempo. Per ogni obiettivo, cerca la guida di Dio chiedendogli se sia il sentiero che vuole che tu segua.
  • Nell’arte le stagioni della vita sono state rappresentate più volte. Osserva i dipinti di Bruce Hernan su http://www.bruceherman.com/project_item/qu4rtets/; quali pensieri sull’affrontare il cambiamento con Dio suscitano in te?
  • Pensare a tutti i sacrifici che dovrai fare quando scegli di confidare in Dio.
  • Fare l’esercizio di «comodità e cambiamento» con gli amici. Chiedi ai tuoi amici di incrociare le braccia. Quando sono comodi, chiedi loro di incrociare le braccia al contrario. Quando l’hanno fatto, chiedi loro perché il secondo tentativo può averli lasciati con una sensazione di disagio, anche se è praticamente la stessa azione.
  • Fare una lista degli ambiti della tua vita in cui pensi possa essere troppo difficile accettare dei cambiamenti e chiedere a Dio di darti pace se dovessero mai sorgere dei cambiamenti in quegli ambiti.
  • Fare una lista di tutti i cambiamenti positivi che sono avvenuti nella tua vita nell’anno passato e ringraziare Dio. Riconosci che Dio sa ciò che è meglio e la sua bontà deve essere riconosciuta.

CONSULTA

Il nocciolo della questione, su https://uicca.it/sds-201902/#il-nocciolo, lezione 3.

Numeri 23:19; 2 Corinzi 4:16–18; 2 Pietro 3:9.

Ellen G. White, Mind, Character, and Personality, vol. 2, sezione 14: Thoughts and Their Influences, cap. 72, «Thought Habits».

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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