Lezione 4
20 – 26 aprile
La solitudine
«Poi Dio il Signore disse: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui”».
(Genesi 2:18)
Sabato
INTRODUZIONE
Speranza nella solitudine
di Michelle D. Amos, Collegedale, Tennessee, USA
Salmi 72:12; Giovanni 16:32
Immagina che un tuo amico ti inviti a una festa pomeridiana a casa sua. Ti è stato detto che non conosci nessuno degli invitati, a parte quel singolo amico. Ciò nonostante, vai all’evento. Quando arrivi, intravedi il tuo amico che parla con altri ospiti; si gira verso di te e promette di passare del tempo con te tra cinque minuti. Cinque minuti diventano dieci. Dieci minuti diventano un’ora. Dopo un paio d’ore, la festa finisce.
Che tu sia introverso, estroverso o una via di mezzo, probabilmente sentiresti un certo livello di solitudine se ti trovassi in questa situazione. Nel pomeriggio, probabilmente ti ritroveresti a sedere da solo, scambiando convenevoli con degli sconosciuti, o andresti via prima, per la mancanza di interazione con gli altri in seno a un evento in cui «l’attrazione» principale era proprio lo stare insieme. Potresti iniziare a mettere in dubbio che il tuo amico ci tenga a te o chiederti perché si sia disturbato di invitarti. Probabilmente sentiresti un senso di rifiuto e/o abbandono.
Questo possibile scenario è solo una delle tante situazioni in cui potremmo arrivare a sentirci soli, con uno spettro di emozioni, di equivoci, di punti interrogativi. Anche in caso di divorzio o di lutto si prova solitudine. Che dire di quando si resta single per lungo tempo? O in seguito a un trasferimento? Ma c’è una buona notizia! A prescindere dalle ragioni per cui potresti sentire la solitudine, Dio promette che ti aiuterà a superarla. In Salmi 72:12, promette che «libererà il bisognoso che grida e il misero che non ha chi l’aiuti». La verità è che non siamo mai soli; Cristo è sempre con noi (Matteo 28:20) come Dio il Padre era sempre con suo Figlio (Giovanni 16:32).
Insieme alla compagnia che abbiamo con il nostro salvatore, Dio apprezza anche quando permettiamo a noi stessi di entrare in comunicazione con altri esseri umani. Ci ha creato con il desiderio per la compagnia umana (Genesi 2:20). A volte la solitudine che sentiamo è dovuta all’atto di separarci dal resto del mondo. Potremmo non voler interagire con gli altri perché in passato siamo stati feriti dalle persone con cui abbiamo tentato di avere una relazione. Ricercare relazioni umane è un rischio, ma ne vale la pena. Nella lezione di questa settimana, esploreremo i tempi della compagnia e della solitudine.
Domenica
EVIDENZA
Un nome migliore di figli e di figlie
di Kesslyn Jervatski, Franklin Township, New Jersey, USA
Isaia 56:3–7; Matteo 19:12
Alcune culture danno poca importanza all’avere figli. Forse è a causa di una spinta del consumismo, valori materialistici o idee postmoderne sulla struttura sociale. Viceversa, altre culture danno un significato elevato all’avere figli. L’autostima e il senso della propria identità sono interamente vincolati all’avere figli.
Quindi, quando Isaia 56:3 parla degli eunuchi che dicono, «Ecco, io sono un albero secco!» evoca il dolore associato all’incapacità di avere figli. Come un albero secco non può produrre altri alberi, l’eunuco non può produrre figli. Sorgono naturalmente dubbi personali sull’esistenza, lo scopo, l’identità e il destino. Gesù delinea tre tipi di eunuchi: «vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli» (Matteo 19:12). In altre parole, alcuni sono senza figli per natura, alcuni per cause esterne e altri per scelta personale.
Agli eunuchi viene negata questa relazione particolare e speciale: i figli biologici. Come gli eunuchi che non possono, molti altri sono similmente impossibilitati ad avere relazioni particolari. Che sia per natura, per cause esterne o per scelta personale, ci sono eunuchi tra noi oggi che sono single, vedovi (senza coniuge per cause esterne), orfani, rifugiati (senza stato) o soli per altre ragioni.
Dio promette che «gli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che sceglieranno ciò che a me piace e si atterranno al mio patto» (Isaia 56:4) avranno un posto nella sua casa, avranno «un nome, che avranno più valore di figli e di figlie… un nome eterno, che non perirà più» (Isaia 56:5). Per di più, il brano descrive altri figli di altre terre e altre famiglie che vengono a unirsi al Signore in preghiera e adorazione (Isaia 56:6, 7).
Quello che Isaia sta descrivendo qui è che anche se le circostanze della natura, del caso o della scelta hanno fatto sì che una persona sia sola, Dio offre un’opportunità speciale di far parte della promessa del patto, di diffondere il vangelo e far parte della famiglia di Dio che trascende le linee genetiche. Invece di avere solo figli biologici e il nome «di figli e figlie», il Signore promette un nome migliore, un’abbondanza di figli spirituali, discepoli da tutte le terre, un’esperienza spirituale culminante nella casa di Dio, e la fine della solitudine e dell’isolamento come albero secco.
Lunedì
LOGOS
Legame attraverso di lui
di Elijah Walters, Huntsville, Alabama, USA
Genesi 2:18; 37:34; Ecclesiaste 4:9–12; Matteo 6:33; 19:1–10; Giovanni 11:35; 16:32, 33; Galati 1:10; Filippesi 4:11–13; Giacomo 5:16
Compagnia (Ecclesiaste 4:9–12; Giovanni 16:32, 33; Filippesi 4:11–13)
Una vera relazione di compagnia comprende comunione fraterna e amicizia. Ci sono momenti in questa vita cristiana in cui potremmo pensare che non ci siano molte persone simili a noi che ci capiscono veramente. Potremmo anche sentire di non essere ancora sicuri di volerci impegnare pienamente in Cristo, quindi preferiamo tenere le distanze dagli altri cristiani in modo da non confonderli. Altri di noi potrebbero avere l’opinione che sia meglio essere soli e affrontare la vita per conto nostro.
Ma quando siamo soli, è facile essere scoraggiati, confusi e restare a terra quando cadiamo. Ecclesiaste 4 ci dice che è meglio che ci siano due persone piuttosto che una. Quando le due persone giuste sono insieme, hanno a disposizione incoraggiamento, aiuto e preghiera! Proverbi 27:17 afferma, «Il ferro forbisce il ferro». Ci saranno momenti nella nostra vita in cui nessuno potrà essere lì per noi. Nel suo grande amore, Gesù ci ha mandato il dono dello Spirito Santo come nostro Consolatore in modo che non siamo mai soli (Giovanni 16:32)!
La vita da non sposati (Matteo 6:33; Galati 1:10; Giacomo 5:16)
La ricerca di un compagno con cui condividere la vita e sposarci, a volte potrebbe crearci delle difficoltà; abbiamo dei valori cristiani, ma di fronte al desiderio di non essere soli, potremmo sentirci spinti a scendere a compromessi riguardo ai valori biblici, accettando di convivere con caratteristiche che, già sappiamo, potranno mettere a rischio il nostro rapporto con Dio in quella relazione. Oppure, potremmo scegliere l’altro non sulla base di quanto la Bibbia ci suggerisce, ma utilizzando altri standard che seguono la mentalità corrente. Se leggiamo Proverbi 31, per esempio, troviamo i valori che l’uomo dovrebbe cercare in una donna. Le donne dovrebbero cercare un uomo che conosca il vero amore biblico e che cerchi di distanziarsi da un tipo di amore peccaminoso ed egoista; un uomo che non cerchi di compiacere gli uomini, ma che di essere gradito a Dio. Un uomo autentico, sincero, onesto, che desideri pregare con sua moglie e i suoi figli. Uomini e donne dovrebbero orientarsi verso un partner che cerchi prima il regno di Dio.
Gesù promuove unioni basate sul rapporto con lui e che durano per sempre (Matteo 19:1–12)
Non è mai stata l’intenzione di Dio che la relazione coniugale si interrompesse. Tuttavia, il peccato ha portato i suoi effetti anche nel matrimonio, portando disunione nella coppia; da allora, l’essere umano a volte ha scelto la separazione di ciò che Dio aveva creato per essere una stessa carne. Spesso, poi, il matrimonio è contratto in modo superficiale o affrettato, e la vita insieme rischia di diventare estremamente difficile. I divorzi aumentano sempre più anche tra i credenti. Riguardo a questo argomento delicato vi sono opinioni e situazioni diverse, ma noi credenti dobbiamo ricordare quanto è importante seguire gli insegnamenti biblici, prevenire le situazioni difficili attraverso buone scelte e fidarci della volontà di Dio. In Matteo 19:9 la Bibbia dice che l’unica ragione legittima per il divorzio è l’immoralità sessuale (Matteo 19:9). So che questo potrebbe non avere senso paragonato a ciò in cui crediamo oggi e ci sono molte situazioni in cui questa logica è messa in dubbio ma proviamo a pensare al motivo per cui Gesù disse questo. Potremmo non capire, eppure siamo incoraggiati fidarci del suo amore e delle sue intenzioni.
Morte e solitudine (Genesi 2:18; 37:34; Giovanni 11:35)
Quando Adamo fu creato, Dio disse che non era bene che l’uomo fosse solo. Come risultato, addormentò Adamo e, dalla sua costola, formò Eva (Genesi 2:18, 21). Vale la pena notare che anche se Adamo era così vicino alla Deità, Dio disse lo stesso che non era bene che l’uomo fosse solo. Adamo sentiva le emozioni che Dio aveva messo in lui. Come esseri viventi fatti di emozioni, sentiamo anche il dolore della morte. A causa del peccato, la morte è una parte della vita. Quando Gesù era sulla terra, anche lui sentì la morte di suo cugino Giovanni il battista e del suo amico Lazzaro (Giovanni 11:35). La morte fa male, ma la buona notizia è che possiamo aspettare la seconda venuta di Gesù per un grande ritrovo! Paolo ci ricorda questa speranza in 1 Tessalonicesi 4, scrivendo di quando i morti in Cristo risorgeranno dal loro sonno e potremo tutti tornare in cielo con lui!
Spiritualmente single (Genesi 2:18; Matteo 6:33)
È possibile crescere con successo nel nostro cammino spirituale mentre siamo single. La nostra priorità dovrebbe essere sempre di avvicinarci a Dio e cercare prima lui; conoscere meglio il suo carattere e il suo amore per noi. Eppure, anche se Adamo era completo nella sua relazione con Dio, sentiva ancora il bisogno di compagnia umana. Genesi 2 ci mostra che Dio creò Eva per Adamo perché sapeva che non era bene che l’uomo fosse solo (v. 18). Mentre il matrimonio è la massima relazione umana, non è l’unico tipo di compagnia umana. Mentre ricerchiamo una relazione con Dio, potremmo non avere immediatamente, o mai, la relazione coniugale (a causa del mondo peccatore in cui viviamo), ma possiamo essere certi che Dio conosca i nostri bisogni, come conosceva il bisogno di Adamo.
Martedì
TESTIMONIANZA
Un altro studio del matrimonio
di Kent Earl Taylor III, Coral Springs, Florida, USA
Genesi 2:18
«Il matrimonio è un’istituzione sacra, voluta da Dio, in cui non ci si deve mai impegnare mossi dall’egoismo. Coloro che stanno per prendere questa decisione devono, con serietà e preghiera, valutarne l’importanza e ricercare il consiglio divino per sapere se stanno agendo in armonia con la volontà di Dio. Le indicazioni della sua Parola devono essere prese in considerazione. In cielo c’è gioia quando un matrimonio viene contratto con la determinazione, da parte degli sposi, di conformarsi alle direttive della Scrittura».[1] La compagnia, e il matrimonio, è molto importante, perché a volte aiuta le persone a vincere le sfide esterne e interne che non si possono superare da soli.
Con i molti benefici che il matrimonio porta alle persone, questo ha anche le sue sfide. Queste sfide sono amplificate quando le persone si precipitano nel matrimonio non essendo preparate. Molte persone single si tuffano in relazioni per cui non sono preparate. «Un giovane ancora adolescente è un giudice mediocre per valutare l’idoneità di una persona giovane come lui a diventare la compagna della sua vita. Una volta che il loro giudizio diventa più maturo, i due si trovano già legati per la vita e magari non sono fatti l’uno per l’altra».[2] È meglio restare single che trovarsi in un matrimonio mal assortito (1 Corinzi 7:8, 9).
«La scelta di un compagno per la vita deve essere tale da assicurare il benessere fisico, mentale e spirituale dei genitori e dei figli, per permettere loro di onorare insieme il Creatore ed essere fonte di benedizione per i propri simili».[3] La maggior parte delle persone pensa che il matrimonio sia solo onorare la propria moglie o il proprio marito, ma dimenticano che è soprattutto onorare anche Dio. È un errore pensare che il matrimonio riguardi solo la coppia e non Dio (1 Corinzi 7:32, 33). Il matrimonio non riguarda solo ciò che il marito o la moglie vogliono l’uno dall’altro ma anche ciò che Dio vuole da loro.
Rispondi
- Come posso prepararmi per essere con una persona meravigliosa che un giorno mi amerà?
- Cosa rende un matrimonio meraviglioso secondo le norme bibliche?
[1] Ellen G. White, La famiglia cristiana, p.46.
[2] Ibid., p.52.
[3] Ibid., p.28.
Mercoledì
COME FARE
COME FARE
Creati per non essere soli
di Everett Scott, Sunrise, Florida, USA
Genesi 2:18; Ecclesiaste 4:9–12
Ti sei mai sentito solo? Ti sei mai sentito come se nessuno fosse dalla tua parte? Be’, a dir la verità, molte persone si sono sentite così. Per questo Dio ha creato la compagnia. Non vuole che ci sentiamo soli e distanti dagli altri. Nel giardino dell’Eden, Adamo iniziò a sentirsi solo perché vide che ognuno degli animali aveva un compagno. Dio si assicurò che non si sentisse solo a lungo, e creò Eva. Adamo aveva trovato la sua compagna. Di solito incontriamo i nostri amici, e spesso i nostri migliori amici, quando siamo giovani. Più tardi nella vita, troviamo quella persona che può diventare la nostra compagna di vita e passiamo il resto dei nostri giorni con quella persona. Ma cosa dovremmo fare nei periodi in cui ci sentiamo soli?
Affidati a quelli di cui ti fidi. Se ti senti solo, cerca di trovare qualcuno con cui puoi parlare dei tuoi problemi. Potrebbe essere la tua dolce metà (Genesi 2:18), gli amici di cui puoi fidarti ciecamente, o perfino i tuoi genitori. Ma la cosa più importante è: ricordati che puoi anche andare da Dio. Egli capisce ciò che stai attraversando, e ti aiuterà ad attraversarlo. Ecclesiaste 4:9–12 dice, «Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senza avere un altro che lo rialzi! Così pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo come farà a riscaldarsi? Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto».
Ricordati che l’unica cosa che ti sta fermando sei tu. A volte, sei solo giù di corda e non vuoi stare vicino a nessuno o neanche uscire dalla tua stanza. I tuoi amici faranno del loro meglio per farti cambiare umore, ma c’è un limite a ciò che possono fare. Devi trovare la tua determinazione e concentrarti su ciò che è positivo, e ricorda che Dio è sempre in ascolto.
Non lasciare che le tue emozioni ti sconfiggano. A volte sentirsi soli sembra insopportabile, ma Deuteronomio 31:6 dice, «Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, il tuo Dio, è colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà».
Rispondi
- Cosa dovremmo fare quando ci sentiamo distaccati da tutti?
- Perché Dio vuole che abbiamo compagnia?
Giovedì
OPINIONE
Soli, eppure non soli
di Alaysia Bookal, Dania Beach, Florida, USA
Salmi 72:12; Isaia 57:1, 2
Ti senti solo? Inizi a pensare che Dio non abbia qualcuno perfetto per te? La Bibbia afferma che non siamo stati creati per essere soli (Genesi 2:18). Ma prima di essere pronti a impegnarci in una relazione matrimoniale che duri tutta la nostra vita, dovremmo lasciare che Dio ci plasmi nella versione migliore di noi. Uno dei periodi migliori per imparare di noi stessi è quando siamo da soli.
Com’è la tua famiglia? Divertente? Seria? Molto intelligente? Portata per la musica? Nella mia famiglia, abbiamo un po’ di tutto. A volte potremmo non capire perché Dio ci abbia messo nella famiglia in cui ci troviamo, ma la nostra famiglia è lì per edificarci. Ti sei mai sentito come se Dio avesse portato via tutte le persone buone dalla tua famiglia? Non ti preoccupare. In alcuni punti della nostra vita, ci sentiremo tutti soli, ma non lasciare che quella solitudine porti alla depressione o ad altre emozioni negative croniche. Dio ci ha dato la famiglia per edificarci l’un l’altro attraverso l’amore. Più della tua famiglia biologica, hai una famiglia in Cristo: fratelli e sorelle che capiscono che Dio è tuo Padre.
Dio ha camminato su questa terra come facciamo noi. Si è sentito come ci sentiamo noi. Capisce cosa significhi sentire la solitudine (Ebrei 4:15). In Salmi 72:12, Dio dice che «egli libererà il bisognoso che grida e il misero che non ha chi l’aiuti». Possiamo andare da Dio in preghiera e parlare con lui. Sì, egli sa già come ti senti, ma a volte devi solo chiedere. La Bibbia ci dice di chiedere in modo da poter ricevere. Quindi, parla con Dio. Parlagli della tua solitudine.
Se hai perso una persona cara e lotti con la solitudine che ne deriva, sappi che Dio ci tiene a te. La sua Parola ci dice che «Il giusto muore, e nessuno vi bada; gli uomini buoni sono tolti di mezzo, e nessuno considera che il giusto è tolto di mezzo per sottrarlo ai mali che sopraggiungono. Egli entra nella pace; quelli che hanno camminato per la retta via riposano sui loro letti» (Isaia 57:1, 2).
Dio non ci ha mai lasciato. Il diavolo cerca di farci pensare che Dio ci abbia abbandonato, ma considerando l’amore che Dio ha per noi, lo ferirebbe lasciarci e guardarci piangere. Parla con Dio, e quando ti senti solo, ricorda che Dio capisce e ci tiene a te.
Rispondi
- Perché mi sento solo?
- Dio si è dimenticato di me?
- Ho aggravato la solitudine di qualcun altro?
Venerdì
ESPLORAZIONE
Abbraccia la solitudine
di Nompilo Hlatshwayo, Bulawayo, Zimbabwe
Giovanni 16:32
CONCLUSIONE
La solitudine è la conferma che siamo stati creati da un Dio relazionale. È anche una dimostrazione che il peccato ha sporcato il piano originale di Dio per la nostra vita. In quel senso, dobbiamo abbracciare la nostra solitudine come un’esperienza che potrebbe intensificare la nostra relazione con Dio (cfr. Romani 5:3). Invece di fingere di non sentirci soli, dobbiamo riconoscere quel sentimento e lasciare che Dio ci aiuti attraverso di esso. Trovando la nostra compagnia primaria in Cristo, egli ci guiderà verso una comunione fraterna che allevi i sentimenti di isolamento che potremmo affrontare.
PROVA A
– Scrivere delle volte in cui ti sei sentito solo.
– Ascolta delle canzoni sulla solitudine. Quali riflessioni suscitano in te, alla luce del pensiero biblico? Se conosci l’inglese, ascolta «That’s What the Lonely Is For» di David Wilcox e «Alone Yet Not Alone» di Joni Eareckson Tada.
– Riflettere sui momenti nella vita di Cristo in cui si è sentito solo. Considera soprattutto il suo digiuno di quaranta giorni nel deserto e la sua esperienza nel Getsemani.
– Scrivere una lettera/email/messaggio a qualcuno che sai essere solo, come una persona single, vedova, orfana o qualcuno che si è trasferito recentemente.
– Passare un finesettimana in solitudine con Dio. Chiedigli di rivelarti ambiti della tua vita che deve plasmare.
– Comporre un canto che rifletta le lezioni che hai imparato durante lo studio di questa settimana.
CONSULTA
- Il nocciolo della questione, su https://uicca.it/sds-201902/#il-nocciolo, lezione 4.
- Ellen G. White, Counsels for the Church, cap. 1. «A Vision of the Reward of the Faithful».
- Daughters of God, pp. 229–230.
- La Speranza dell’uomo, cap. 22, «Prigionia e morte di Giovanni il battista».
LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)
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