SdS CQ (College Quarterly) Terzo Trimestre 2017 – 06

Lezione 06

29 luglio – 4 agosto

La priorità della promessa

«Perché se l’eredità viene dalla legge, essa non viene più dalla promessa; Dio, invece, concesse questa grazia ad Abraamo, mediante la promessa» (Galati 3:18)

Sabato 29 luglio

INTRODUZIONE

Promesse da mantenere

di Jolene Sharp, Nashville, Tennessee, U.S.A.

Galati 3:18

Nel 1942 la guerra infuriava nel Pacifico. Il generale Douglas MacArthur era il comandante dell’esercito statunitense nell’estremo oriente, e le cose non stavano andando come voleva lui. I giapponesi avevano invaso le Filippine nel dicembre del 1941. Le truppe statunitensi e filippine, in inferiorità numerica e mal equipaggiate, erano state obbligate a ritirarsi in Bataan, dove presto furono assediate.

MacArthur ricevette l’ordine di abbandonare la fortezza sull’isola in cui stava operando e vivendo con la sua famiglia, per fuggire in Australia; lì MacArthur sperava di radunare i rinforzi da poter portare indietro per riprendere le Filippine. Fu profondamente deluso di trovare molte meno truppe alleate di quanto si aspettava; l’immediata riconquista delle Filippine era impossibile, così rilasciò tempestivamente una dichiarazione alla stampa che conteneva la sua promessa pubblica ora famosa: «Tornerò».

MacArthur avrebbe continuato a ripetere quella promessa per ben due anni e mezzo, con la guerra che infuriava e mentre la dirigenza militare statunitense si concentrava su altri obiettivi. Gli uomini lasciati indietro nelle Filippine furono catturati e soffrirono la marcia della morte di Bataan, dove morirono almeno 7.000 persone.

Finalmente il 20 ottobre 1944, MacArthur potè tornare e lo annunciò in una trasmissione radiofonica: «Popolo delle Filippine, sono tornato!»[1].

Non tutte le promesse vengono mantenute. In effetti, probabilmente possiamo dire che siamo più familiari con promesse infrante. Quindi gli uomini di MacArthur come potevano essere certi che prima o poi sarebbe ritornato? L’attesa era stata certamente più lunga di quanto avessero sperato e forse molti persero la speranza; tuttavia, chi conosceva il carattere del generale Mac Arthur forse era certo che egli avrebbe mantenuto la promessa fatta. Perché? Lo abbiamo detto: conoscevano il suo carattere. Si erano affidati al suo comando in lunghe battaglie difficili e lo capivano, lo credevano.

Migliaia di anni fa, Dio fece una promessa ad Abraamo: «Io ti colmerò di benedizioni e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare. […] Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce» (Genesi 22:17, 18). Paolo dice in Galati 3 che la promessa ad Abraamo fu mantenuta in Cristo e che quelli che credono sono figli di Abraamo.

Come possiamo credere alle promesse di Dio? Conoscendolo. Ci siamo affidati alla sua fedeltà in passato, e possiamo fidarci della sua fedeltà in futuro. Soprattutto, possiamo fidarci che la sua promessa ad Abraamo è valida oggi anche per noi; la nostra eredità come figli di Abraamo è sicura, perché Dio ha promesso che così sarebbe stato.

[1] «MacArthur Leaves Corregidor», History.com, su http://www.history.com/this-day-in-history/macarthur-leaves-corregidor al 17 aprile 2016

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Domenica 30 luglio

EVIDENZA

Firmato, suggellato e vincolato

di Kristi Rich, Wenatchee, Washington, U.S.A.

Genesi 9:11–17; 12:1–3; 15:9–18; 17:1–8; Matteo 5:17, 18; Romani 4:13; Galati 3:7, 16–19

La parola ebraica per patto è b’rit, che vuol dire «trattato» o «patto». Per rappresentare questo accordo vincolante fra le due parti, ci si serviva degli animali che venivano uccisi e tagliati a metà; poi le due parti erano disposte a terra, una di fronte all’altra, con un sentiero in mezzo. Le persone che contraevano il patto, camminavano in mezzo alle metà dell’animale per dimostrare la loro disponibilità a mantenere l’impegno. Quindi b’rit era sinonimo di versare il sangue.[1]

In Genesi 15, Dio chiede ad Abramo di uccidere una giovenca, una capra, un montone e due uccelli e di disporli a dovere. Dio, nella forma di una fornace fumante e una fiamma di fuoco, attraversò il sentiero tra gli animali e suggellò il patto, promettendo ad Abramo la terra dal fiume d’Egitto all’Eufrate.

Dei molti tipi di patti presenti nella Bibbia, due sono speciali e particolari: condizionato e incondizionato. Un patto era considerato condizionato se entrambe le parti dovevano fare qualcosa di collegato al patto. Se solo una parte prometteva di fare qualcosa per l’altra, a prescindere dalle azioni dell’altro, allora il patto era incondizionato.[2]

Quando Dio chiamò Abramo a uscire dal suo paese in Genesi 12, si trattava di una promessa condizionata; se Abramo fosse andato, Dio l’avrebbe benedetto. La promessa di Dio di mandare il Messia lungo la linea di Davide, invece, era un patto incondizionato: Davide non doveva fare niente perché Dio mantenesse la sua promessa.

I dieci comandamenti, in ebraico sono definiti le tavole del patto.[3] La legge (come sono anche chiamati i comandamenti) è collegata al patto: essa è del patto. Patto e legge non sono in punti opposti di uno spettro (uno basato sulla fede e l’altra sulle opere) ma sono simili. Cristo stesso dice di essere venuto a portare a compimento la legge e i profeti. In altre parole, è venuto a portare a compimento i dieci comandamenti e/o il patto. Questo patto incondizionato che Dio ha fatto col suo popolo doveva essere suggellato con il versamento di sangue. Quindi la morte di Cristo ha suggellato il patto simbolizzando questa verità: Dio mantiene la sua parte dell’accordo. Solo Dio ha firmato il patto.

Paolo scrive, «Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d’Abraamo, eredi secondo la promessa» (Galati 3:29). Quindi abbiamo diritto alle benedizioni del patto come Isacco e la nazione ebraica. Abraamo fu reso giusto con Dio attraverso la sua fede. Quindi è la nostra fede che ci lega a Cristo che ci rende giusti con Dio e, quindi, eredi del patto.

Rispondi

  1. La fede è qualcosa che devi fare (cioè un’azione) per ricevere il patto promesso? Perché, o perché no?
  2. E se la salvezza non fosse un patto incondizionato? Avrebbe ancora lo stesso valore e sarebbe altrettanto straordinaria?

[1] «Brit–Covenant», Hebrew4Christians.com, su http://www.hebrew4christians.com/Glossary/Word_of_the_Week/Archived/Brit/brit.html al 12 maggio 2016

[2] «What Are the Different Covenants in the Bible?» Compellingtruth.org, su http://www.compellingtruth.org/covenants-in-the-Bible.html al 12 maggio 2016

[3] «Brit–Covenant», su Hebrew4Christians.com al 12 maggio 2016

Lunedì 31 luglio

LOGOS

Il Dio immutabile: raggiunto per fede, non per opere

di Jeremy Vetter, Moscow, Idaho, U.S.A.

Genesi 9:11–17; 15:6; 22:17, 18; Matteo 5:17, 18; Romani 3:20; 4:15; 5:20; Galati 2:16

Lo scopo della legge (Romani 3:20; 4:15; 5:20)

Quando non conosciamo la legge (una qualsiasi parte della legge), siamo inconsapevoli di cosa sia infrangerla.

Poiché il nostro Padre non vuole perdere nessuno di noi, ha predisposto un meccanismo che ci permette di conoscere che cos’è il peccato. Vediamo come?

Ha scritto la sua legge per noi sul monte Sinai; questa legge è stata tramandata fino ai nostri giorni nelle Sacre Scritture di Dio e funge da sistema di allarme, spiegandoci come è il peccato nella nostra vita. Paolo scrive, in Romani 3:20, «infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato». Per essere chiari, Paolo non dice che la legge ci dà la salvezza; in Romani 4:15, spiega che la conseguenza di infrangere la legge è l’ira di Dio, confermando di nuovo che «dove non c’è legge, non c’è neppure trasgressione». Se la legge fosse l’unica cosa che Dio ha fatto per noi, saremmo perduti, ma per fortuna essa è parte di un doppio sistema; la seconda parte ha a che fare sia con la fede sia con la sua grazia salvifica. In Romani 5:20, Paolo consolida la sua comprensione dello scopo della legge nello svelare il peccato, mentre parla dell’unica cosa che può redimerci, la grazia sacrificale di Dio: «La legge poi è intervenuta a moltiplicare la trasgressione; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata». La grazia e la fede nella promessa di Dio condividono un ruolo molto più emozionante nella nostra vita, se dovessimo decidere di seguire Cristo.

La salvezza fornita dalla sua promessa (Genesi 15:6; 22:17, 18)

Dio ha promesso molte volte nella Scrittura che ci salverà dai nostri peccati, dalla seconda morte verso la vita eterna con lui. Descrive questa promessa ad Abraamo in Genesi 22, dichiarando in parte che «la tua discendenza s’impadronirà delle città dei suoi nemici. Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce» (Genesi 22:17, 18). Chi accetta questa promessa un giorno riceverà la vittoria sul nemico. Entrerà nella gioia dell’eternità con colui che ha promesso questa liberazione: Gesù Cristo. La promessa non viene rivendicata osservando la legge o con qualsiasi altra nostra azione. Il Signore mantiene questa promessa per noi, chiedendoci di reclamarla non con una grande impresa (osservando la legge), ma semplicemente credendo il lui: la fede. «Poi condusse [Abraamo] fuori e gli disse: “Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare”. E soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”. Egli credette al SIGNORE, che gli contò questo come giustizia» (Genesi 15:5, 6). Credere nel Signore sembra abbastanza semplice, ma richiede una fede forte: credere nel Signore Gesù Cristo.

Fede in Gesù Cristo (Galati 2:16)

Fede nella promessa fa la differenza tra vita e morte. Tuttavia, dato che in questo caso non si richiede che seguiamo un elenco di cose, come accade solitamente quando si deve osservare la legge, il concetto è più difficile da afferrare per la nostra mentalità ormai degradata. Paolo traccia chiaramente la linea tra avere fede nella promessa e osservare la legge, dichiarando quello che ci salva. «Sappiamo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato» (Galati 2:16). Le opere che servono per osservare la legge hanno meno importanza perché, come detto prima, la legge è fatta per essere un indicatore dei peccati. Il nostro lasciar perdere il controllo e mettere la nostra fede nel Signore, credendo a quello che dice, ci porta in una relazione eterna con Gesù Cristo.

Affidati al nostro Signore immutabile (Genesi 9:11–17; Matteo 5:17, 18)

Dio cambia la sua parola? La sua opinione? Paolo dice chiaramente di no. Quello che cambia, spesso imprevedibilmente, sono le nostre aspettative. In un testo, Paolo smentisce la nozione che Gesù volesse cambiare la Parola di Dio eliminando la sua legge, sottolineando senza alcun dubbio l’immutabile condizione della Parola. «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto» (Matteo 5:17, 18). Non solo questa promessa ad Abraamo è ancora valida per noi oggi, ma lo è anche un’altra promessa in Genesi 9. «Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. […] Le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente. L’arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra» (Genesi 9:13, 15, 16). Quando Dio ha fatto questa promessa a Noè, ha creato un segno visibile, a testimonianza di tutte le generazioni che egli è immutabile. L’arcobaleno è una perfetta rappresentazione della certezza della Parola di Dio. Dio ci chiede di avere fede in lui, di credere in lui, reclamando le sue promesse.

Rispondi

Considerando la nostra natura umana, cos’è più difficile: osservare la legge o avere fede?

Martedì 01 agosto

TESTIMONIANZA

La legge di Dio = il carattere di Dio

di Laura Vetter, Moscow, Idaho, U.S.A.

Galati 3:15–29

«Nel corso dei secoli, alcuni credettero nella promessa divina: quando Gesù morì sulla croce, offrì la certezza del suo adempimento. Da allora, l’alleanza tra Dio e l’uomo è detta il “nuovo” patto. La legge di Dio ne costituiva il fondamento: tuttavia, essa era soltanto uno strumento destinato a permettere all’uomo di vivere in armonia con i princìpi divini.

Quello che le Scritture chiamano il “vecchio” patto, fu stabilito fra Israele e Dio al Sinai, e venne ratificato con un sacrificio cruento. L’alleanza tra Abramo e il Signore, invece, fu definitivamente confermata dal sacrificio del Cristo. Viene detta, però, “secondo” o “nuovo” patto, perché il sangue con cui fu sancita venne versato dopo quello del primo patto. […]

Ma se il patto di Abramo implicava la promessa della redenzione, perché il Signore ne stipulò un altro al Sinai? Durante la schiavitù in Egitto, Israele aveva dimenticato quasi totalmente la fede dei padri e i princìpi su cui Dio aveva fondato la sua alleanza con Abramo. Nel liberare gli israeliti, il Signore tentò di far comprendere loro la sua potenza e il suo amore: desiderava conquistare la fiducia e l’affetto di quel popolo. […] Liberandoli dalla schiavitù, il Signore li aveva uniti a sé.

[Però] avevano una concezione della santità di Dio completamente alterata: non riuscivano a capire quanto la loro natura fosse corrotta. Erano incapaci di ubbidire alla legge di Dio e non capivano di avere bisogno di un Salvatore».[1]

«La legge di Dio è una trascrizione del suo carattere. Fu data all’uomo all’inizio come criterio di ubbidienza… »

«… Cristo venne a rivendicare le sacre richieste della legge. Venne a vivere una vita di ubbidienza alle sue condizioni e quindi a dimostrare la falsità dell’accusa fatta da Satana che è impossibile per l’uomo osservare la legge di Dio. Come uomo incontrò la tentazione e la superò con la forza datagli da Dio. Andando in giro a fare il bene, guarendo tutti quelli che erano tormentati da Satana, egli rese chiaro per gli uomini il carattere della legge di Dio e la natura del suo servizio. La sua vita testimonia che è possibile anche per noi ubbidire alla legge di Dio».[2]

Rispondi

  1. La legge di Dio è il suo carattere, e Gesù è la testimonianza che anche noi possiamo osservare la legge di Dio. Cosa puoi chiedere a Dio di cambiare nella tua vita per poter osservare la sua legge?
  2. In che modo concentrarsi sulla misericordia e la potenza di Dio ci porta ad amarlo e fidarci di lui? Nella tua vita cosa puoi fare per concentrarti sulla santità di Dio? Questo come ti aiuterà a osservare la legge di Dio?

[1] Ellen G. White, Patriarchi e profeti, p. 309

[2] Ellen G. White, Testimonies for the Church, vol. 8, pp. 207, 208

Mercoledì 02 agosto

COME FARE

La sua promessa è ancora valida

di Mindi Vetter, Newman Lake, Washington, U.S.A.

Genesi 12:2, 3; Numeri 23:19; Galati 3:15–18, 21–25

Promesse e leggi sembrano come due concetti contraddittori quando si tratta di fede cristiana. Una promessa è una dichiarazione fugace. Una legge è un contratto vincolante. I due non potrebbero mai essere collegati, no?

La nostra incapacità di vedere una relazione tra le promesse e la legge deriva dal fatto che questo mondo peccaminoso e imperfetto annebbia la nostra percezione delle promesse. Poiché non possiamo separare le promesse umane da quelle di Dio, non le apprezziamo; invece, ci concentriamo più sulla legge: cose da fare e da non fare. La legge è affidabile, sicura. Mentre ai nostri occhi, le promesse non lo sono.

Ma ti sei mai chiesto perché Dio abbia promesso ad Abraamo una vita oltre la sua immaginazione (Genesi 12:2, 3) prima ancora di aver scritto i dieci comandamenti (Esodo 20)? Il fatto che siano passati 430 anni prima che Dio presentasse la legge a Israele suggerisce che le sue promesse siano altrettanto importanti, o anche più importanti, delle regole che ci ha dato da seguire. Infatti, come dice Galati 3:17, «Dio ha fatto una promessa ad Abramo che è come un testamento che non può essere abolito dalla legge apparsa quattrocentotrent’anni dopo» (TILC). Come possiamo noi, come cristiani, aiutare gli altri a vedere che la legge e la promessa vanno di pari passo? Come possiamo far capire loro che la promessa porta alla legge e la legge indica la promessa? Vengono in mente due semplici passi:

Indica l’arcobaleno alla gente come prova dell’affidabilità delle promesse di Dio. Prima che Dio promettesse di rendere la famiglia di Abraamo una grande nazione, creò l’arcobaleno come promemoria che ci si può fidare di lui. Numeri 23:19 dice anche che «Il Signore non è come un uomo che può mentire. […] Quando ha fatto una promessa e non l’ha adempiuta?» (TILC). Possiamo fidarci di Dio che adempia ciò che proclama, e niente potrà mai cambiarlo, neanche la legge.

Usa la prova di fede di Abraamo in Genesi 22 come esempio della relazione inseparabile tra la promessa e la legge. La promessa di Dio ad Abraamo prevaleva sul compito che egli aveva mandato Abraamo a completare, che illustra la potenza della promessa e la potenza che essa ha ancora oggi. La legge non può portare la vita, ma la promessa sì (Galati 3:21, 22). Tutto ciò che Dio ci chiede di fare — qualsiasi cosa la sua legge proclami — non avrebbe significato senza le sue promesse che guidano la via.

Rispondi

  1. Come puoi equipaggiarti meglio a insegnare agli altri come le promesse di Dio sono molto superiori alla legge?
  2. Come puoi aiutare gli altri a vedere come la promessa è ancora fondamentale per la nostra vita di tutti i giorni?

Giovedì 03 agosto

OPINIONE

Relazione o gestione del rischio?

di Laura Gang, Nashville, Tennessee, U.S.A.

Marco 10:17–22; Romani 4; Galati 3; Ebrei 11:8

Non è niente di personale, sono solo affari.

Questa frase è usata spesso per placare una persona che si è appena trovata a rimetterci in un affare. Per evitare questi conflitti personali e per minimizzare il rischio, spesso vengono redatti e firmati lunghi documenti legali. Le clausole scritte in piccolo elencano le conseguenze di ogni violazione. Il contratto vincola le parti. Se si tratta di un servizio da rendere, allora un compito sarà svolto e il lavoratore sarà pagato di conseguenza. La ricompensa è basata sul lavoro.

Un contratto è la stessa cosa di una promessa? Pensa alle persone che promettono di passare del tempo con te, di aiutarti o di pregare per te. Generalmente sono amici o persone amate. Non ti serve un contratto scritto per le promesse che vengono con queste relazioni personali. Ti fidi di loro basandoti sulla vostra storia insieme. È per questo che quando una storia d’amore finisce, è così doloroso. Ciò che rendeva quella relazione significativa e unica era lo sviluppo della fiducia nel tempo.

In Galati, l’indignazione di Paolo è diretta a quelli che cercano di incatenare i cuori liberi dei nuovi cristiani con le pesanti catene di un contratto di ferro. Il loro credo era che osservando rigidamente la legge, avrebbero guadagnato la vita eterna. Paolo ci ricorda con passione che la promessa ad Abraamo e il vangelo di Gesù sono di primaria importanza. Le promesse di Dio ad Abraamo erano basate su un’amicizia. La parte di Dio era di mantenere la promessa e guidare Abraamo lungo la via.

Qual era la parte di Abraamo? Credeva a Dio senza aver bisogno di prove materiali. Per fede Abraamo entrò nella storia che Dio aveva scritto per lui. Poi, fisicamente e spiritualmente cominciò un lungo viaggio senza sapere dove stesse andando (Ebrei 11:8). Il fondamento della sua esistenza era la sua relazione personale, intima con Dio.

Marco racconta la storia del giovane ricco che si avvicinò a Gesù e gli chiese cosa doveva fare per avere la vita eterna. Elencò le sue credenziali. Aveva osservato tutti i comandamenti fin dalla sua nascita. Quale fu la risposta di Gesù? Per prima cosa, Gesù guardò nel suo cuore e l’amò. Poi gli chiese di lasciare tutti i suoi beni e di diventare un discepolo; per entrare nella bellissima fede cieca seguendo il Figlio di Dio nell’ignoto. In altre parole, avere quella relazione personale con il suo Salvatore. Avrebbe barattato ciò che era visibile con ciò che era invisibile. La Bibbia dice, «se ne andò via triste perché era molto ricco» (Marco 10:22, TILC). Voleva il contratto tangibile, non il rischio che accompagnava un atto di fede.

Purtroppo, per lui non era niente di personale; erano solo affari.

Rispondi

  1. Nella tua esperienza nella chiesa, senti che sia posta più enfasi sulla salvezza per fede o per opere?
  2. Nella tua vita, ti trovi motivato da ciò che Dio potrebbe fare per te — quel nuovo lavoro, per esempio — piuttosto che concentrarti sulla sua promessa per te?

Venerdì 04 agosto

ESPLORAZIONE

È fatto!

di Nadine Joseph, Brooklyn, New York, U.S.A.

Galati 3:18

CONCLUSIONE

Numeri 23:19 ci ricorda che «Dio non è un uomo, da poter mentire». Perciò quando Dio promette una cosa, è fatto perché la parola di Dio è la cosa stessa. Lo vediamo dimostrato nel resoconto della Creazione in Genesi, dove Dio chiama cose che non c’erano ed esse appaiono. Altre volte, Dio pronuncia, promette o chiama cose che non appaiono immediatamente, come la sua promessa ad Abraamo. Poi, la legge venne circa 430 anni dopo. Annulla forse la promessa di Dio? La risposta semplice è no! La promessa ad Abraamo era già mantenuta mentre le parole lasciavano la bocca di Dio ed è ancora rilevante per noi oggi. Abbiamo solo bisogno della fede per afferrare la promessa di Dio ad Abraamo, che siamo giustificati per grazia ed erediteremo la vita eterna a prescindere dalla presenza della legge, perché ciò che Dio promette è fatto!

PROVA A

  • Creare un’immagine visiva, una mappa o un murale che collega il tempo della promessa di Dio ad Abraamo alla promessa ancora viva oggi.
  • Scrivere un breve pezzo su come le persone sono incoraggiate a rompere le promesse nella nostra società moderna, paragonato ai mandati dati da Dio nella Bibbia sul mantenere le nostre promesse o la nostra parola.
  • Cercare su YouTube dei canti che parlino delle promesse di Dio.
  • Guidare una discussione di gruppo sull’importanza di mantenere le promesse e collegarla alla promessa di Dio ad Abraamo e per estensione a noi.
  • Riflettere su una volta nella tua vita in cui i tuoi genitori o adulti importanti hanno fatto promesse che non hanno mantenuto. Come ti sei sentito? E una volta in cui hanno mantenuto le promesse? In che modo questi sentimenti sono diversi? Puoi visualizzare Dio che mantiene la promessa di Abraamo per te?
  • Creare un breve mimo in cui collegare il periodo in cui Dio ha fatto la promessa ad Abraamo, e il nostro tempo, in cui la sua promessa è ancora valida.
  • Osservare come la natura testimonia che le promesse di Dio sono vere.

CONSULTA

Giacomo 5:12; 1 Giovanni 2:5; Deuteronomio 23:23.

Ellen G. White, Faith and Works, p. 47.

Ellen G. White, Patriarchi e profeti, capitolo 11, «Dio chiama Abramo».

Carl P. Cosaert, Lettera di Paolo ai Galati, Edizioni AdV.

A Walk Thru the Life of Abraham: Faith in God’s Promises, Baker, 2010.

Bruce Feiler, Abraham: A Journey to the Heart of Three Faiths, HarperCollins, 2004.

LEZIONI E MANUALI PER ANIMATORI IN ALTRE LINGUE

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