SdS CQ (College Quarterly) Quarto Trimestre 2017 – 05

Lezione 5

28 ottobre – 3 novembre

La fede di Abraamo

«Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge». (Romani 3:31)

Sabato 28 ottobre

INTRODUZIONE

Ricompensa per il fedele?

di Annalisa Miller, St. Catherine, Giamaica

Romani 4:13–17; Galati 3:7–9

Era il mio ultimo anno di medicina, e i nostri ultimi esami si stavano avvicinando. Quegli esami finali avrebbero determinato la fine della scuola di medicina e il diventare dottori. Eravamo tutti nel panico; eravamo preoccupati perché eravamo stati a scuola di medicina per cinque anni e avevamo fatto tanti esami per arrivare a questo punto, ma se non avessimo passato con successo questo allora i nostri sogni di diventare dottori si sarebbero sospesi. Era un periodo di studio intenso ed esercitazioni.

Quando mancavano ancora settimane prima di questi esami, altri della mia classe studiavano sette giorni a settimana. Ricordo un amico che mi disse, «Anna, mi dispiace per te perché non puoi studiare il sabato e c’è così tanto da fare». Sorrisi e gli dissi che non era un problema e studiai quanto potevo, ma quando veniva il sabato mettevo lo studio in pausa.

C’era tanto da studiare, ma decisi che dovevo restare fedele a Dio, perché lo stesso Dio che mi aveva portato attraverso cinque anni di scuola di medicina e mi aveva aiutato a essere tra gli studenti migliori mi avrebbe aiutato attraverso questo periodo della mia vita. Mi fidavo di lui che mi guidasse e mi dirigesse. Non solo realizzai il mio sogno di diventare un dottore, ma mi diplomai anche con una lode per il mio programma di laurea. Chi poteva essere, se non Dio? Dio ricompensa i suoi servi fedeli.

Abraamo era un uomo di Dio, fedele e ubbidiente. Fu messo alla prova da Dio, ma restò fedele, ubbidendo al comando di Dio, anche quando non riusciva a capire. Come risultato della fedeltà incrollabile di Abraamo, Dio lo ricompensò. Dio mantenne la sua promessa ad Abraamo e lo rese il padre di molte nazioni. Leggendo Romani 4:13–17, vediamo che Abraamo fu ricompensato da Dio, non a causa della legge, ma per la fede di Abraamo in Dio. Similmente, Dio ricompensa il suo popolo per essere fedele a lui. La legge è valida per noi oggi, ma la giustificazione non viene attraverso la nostra ubbidienza alla legge, ma piuttosto attraverso la nostra fede in Dio. Amando il Signore, l’ubbidienza alla legge diventa istintiva, ma dobbiamo sempre ricordare che siamo salvati solo per la grazia e la misericordia di Dio, non per quello che abbiamo fatto.

Questa settimana la nostra lezione si occupa della fede di Abraamo. Leggendo, potresti avvicinarti a Dio ed essere incoraggiato sul tuo cammino spirituale con lui.

Domenica 29 ottobre

LOGOS

Affidarsi a Dio nonostante . . .

di Joanna Johnson, St. Catherine, Giamaica

Genesi 12:1–4; 15:6; 17:15, 16; Genesi 22; Ebrei 11:8

Mariah, una cristiana incrollabile, aveva appena perso il lavoro per dei tagli. Era sconvolta perché non doveva solo prendersi cura di sé stessa ma anche della sua zia malata, che l’aveva presa con sé quando sua madre era morta. Per la fine di novembre, il padrone di casa di Mariah esigeva che prendesse le sue cose e se ne andasse per non aver pagato l’affitto. Mariah non aveva dove andare, ma aveva fede che Dio avrebbe provveduto, anche se lei non poteva vedere o capire i suoi piani per lei. Quindi, fece le valige e lasciò l’appartamento, lasciando il passo successivo a Dio. A quanto pare, Dio aveva un piano per Mariah, e mentre lei si trovava sul marciapiede, senza una casa e al freddo, Dio le fornì una risposta alle sue preghiere.

Cosa vuol dire veramente avere fede? Vuol dire fidarsi, anche quando non riusciamo a vedere la via? Vuol dire fidarsi che Dio provvederà a tutti i nostri bisogni? Sì, esatto. Avere fede vuol dire che dobbiamo fidarci che Dio ci liberi, ci protegga e provveda a noi secondo la sua volontà e non la nostra.

Sradicati in fede (Genesi 12:1–4; Ebrei 11:8)

Immagina quanto Abraamo deve essere stato confuso quando il Signore venne a lui chiedendogli di sradicare la sua vita per andare «nel paese che io ti mostrerò» (Genesi 12:1). Questo comando deve aver richiesto una fede straordinaria da parte di Abraamo. «Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava» (Ebrei 11:8). Questo dimostra che Abraamo era un uomo di forte fede. Credette che Dio avrebbe fatto come aveva promesso; confidava nelle sue parole senza dover essere rassicurato e senza bisogno che gli si ricordasse costantemente che Dio sarebbe venuto in suo soccorso. Questo è un esempio per tutti noi, la nostra fede in Dio dovrebbe essere altrettanto forte e incrollabile. Come Abraamo, anche noi dovremmo vivere una vita di fede.

Grande ricompensa per il fedele (Genesi 15:6; 17:15, 16)

Ora Abraamo, nonostante fosse un uomo di grande fede, era stanco perché sua moglie, Sara, non era in grado di concepire. Questo era particolarmente problematico per Abraamo perché Dio aveva promesso che avrebbe avuto frutto, il «padre di una moltitudine di nazioni» (Genesi 17:4). Come poteva essere il «padre di una moltitudine di nazioni» se non aveva figli? La soluzione di Abraamo a questo problema venne in Genesi 15:14 quando suggerì che Eliezer, suo servo, diventasse il suo erede. Ma Dio non approvò. Dio, dopo tutto, aveva fatto una promessa ad Abraamo (Genesi 15:4) e se c’è una cosa che sappiamo, è che Dio non si rimangia la parola. Ricompensa abbondantemente quelli che dimostrano fede nelle sue promesse e ubbidiscono alla sua volontà. Alla fine, dopo diverse prove, Dio ricompensò Abraamo e Sara con un figlio loro. Non solo Sara, che era sterile, rimase incinta, ma rimase incinta quando aveva superato l’età (Ebrei 11:11). Che Dio potente che serviamo! Anche se Abraamo aveva le sue mancanze, quando si trattava di questo aspetto della sua vita, Dio lo ricompensò in ogni caso perché, nonostante le sue imperfezioni, Abraamo era giustificato dalla sua fede. Come risultato, Dio fece andare le cose a suo favore. Diede ad Abraamo un erede, un miracolo e una benedizione che Abraamo e Sara potevano solo sognare, se non fosse stato per Dio.

Messi alla prova veramente (Genesi 22)

Probabilmente la prova più severa della vita di Abraamo venne in Genesi 22 quando Dio gli chiese di fare una cosa strana. «E Dio disse: “Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va’ nel paese di Moria, e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò”» (Genesi 22:2). Riesci a immaginarti come si deve essere sentito Abraamo? Gli era stato chiesto di sacrificare il suo figlio promesso su un altare nelle montagne. Deve essere stata una decisione difficile da prendere. Ma Abraamo non mise in dubbio il comando di Dio; quando fu tempo di agire, agì. Non esitò a fare la volontà di Dio, anche se, come risultato, avrebbe perso il suo unico figlio. Si alzò il giorno dopo e viaggiò alla montagna che Dio gli aveva indicato e offrì suo figlio come sacrificio, fidandosi di Dio completamente, nonostante la difficoltà della richiesta. Come prosegue la storia, Dio intervenne e salvò la vita di Isacco quando vide l’ubbidienza di Abraamo. Teniamo anche presente che non solo Dio intervenne, ma ricompensò Abraamo per la sua ubbidienza. «Io giuro per me stesso, dice il Signore, che, siccome tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo, io ti colmerò di benedizioni e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua discendenza s’impadronirà delle città dei suoi nemici. Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce» (Genesi 22:1618). Questo è un Dio che è fedele e vero! Questo dimostra che anche noi, come Abraamo, dobbiamo fidarci della guida e della direzione di Dio, anche se potrebbe andare contro i nostri piani e i nostri desideri. Anche noi, come Abraamo, dobbiamo credere nella potenza di Dio ed essere ubbidienti di buon grado, perché il suo piano è più grande di qualsiasi cosa possiamo credere o immaginare.

Rispondi

  1. Quanto è grande la tua fede in Dio?
  2. Se c’è una cosa che hai imparato da Abraamo, qual è?
  3. Quali sono alcuni dei modi in cui puoi rafforzare la tua fede in Dio?

Lunedì 30 ottobre

TESTIMONIANZA

L’erede delle promesse

di Mario Thompson, St. Catherine, Giamaica

Genesi 12:1–3

«Dio rivolse ad Abramo questo messaggio: “…Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò” (Genesi 12:1). Se voleva prepararsi per la sua grande missione, quale portavoce del messaggio divino, doveva allontanarsi dall’ambiente in cui era nato e vissuto fino ad allora. L’influsso dei parenti e degli amici avrebbe costituito infatti un’interferenza, rispetto al piano di Dio per lui: il Signore voleva formare il suo carattere in un modo del tutto speciale. Poiché Abramo desiderava mantenere una stretta unione con il suo Creatore, sarebbe stato necessario che egli andasse a vivere fra gli stranieri. La sua personalità doveva essere trasformata, perché egli costituisse un esempio unico tra tutti gli uomini. La sua ubbidienza all’ordine divino non incontrò la comprensione dei suoi amici. Solo chi è sensibile al richiamo di Dio può comprendere le motivazioni di natura spirituale. I parenti, dediti al culto degli idoli, non condivisero la sua decisione. . . ».

 

«Abramo non fu chiamato ad affrontare né una prova facile né un piccolo sacrificio. Nonostante le insistenze della famiglia e dei parenti, che volevano impedirgli di abbandonare il suo paese, egli non esitò a ubbidire all’appello che gli era stato rivolto. Non chiese nessuna informazione sulla terra promessa: non domandò se il suolo di quel paese fosse fertile e se la terra avesse un clima salubre. Non gli importava sapere se vi fosse un ambiente piacevole, o se in quel paese fosse possibile arricchirsi. Dio aveva parlato e il suo servitore avrebbe ubbidito: per Abramo, il posto più piacevole era quello in cui Dio era accanto a lui».[1] Abraamo era veramente un servo fedele di Dio, ubbidendo al comando di Dio senza esitazione o dubbio. Una fede notevole, no?».

«Ancora oggi molti sono messi alla prova come Abramo: benché non vi sia una voce che parla loro dal cielo, la Parola di Dio e le manifestazioni della Provvidenza rivolgono un appello agli uomini. Può essere loro richiesto di abbandonare una carriera promettente, di interrompere relazioni piacevoli e vantaggiose, di separarsi dai parenti per percorrere una strada che sembra fatta solo di abnegazione, privazioni e sacrifici. Dio ha un piano per loro: il benessere e l’influsso di amici e parenti impedirebbero lo sviluppo delle caratteristiche essenziali per il suo adempimento. Il Signore chiede a questi uomini di allontanarsi dalle loro certezze, materiali e affettive, e li guida in modo che essi riconoscano la necessità del suo aiuto. Quando essi avranno fiducia solo in Dio, Egli si rivelerà».[2] Accetterai la chiamata oggi?

Abramo, “l’amico di Dio”, ci ha lasciato un valido esempio. La sua era stata una vita di preghiera: ovunque piantava la sua tenda, costruiva un altare presso il quale riuniva tutta la sua gente per il sacrificio della sera e del mattino. Quando l’accampamento si spostava in un altro luogo, l’altare rimaneva».[3] Oggi, possiamo essere fedeli come lo fu Abraamo, ubbidendo al comando di Dio e fidandoci di lui con tutto il cuore che faccia ciò che ha promesso, e come Abraamo possiamo essere eredi delle promesse di Dio.

Rispondi

  1. Abraamo è conosciuto come il padre della fede. Perché lo è, e come possiamo camminare seguendo i passi di Abraamo?
  2. Che lezione possiamo imparare dalla vita di Abraamo per quanto riguarda la fede e una relazione con Dio?

[1] Ellen G. White, Patriarchi e profeti, pp. 100-101

[2] Ibid., pp.101-102

[3] Ibid., p.103

Martedì 31 ottobre

EVIDENZA

Fede e la sua svolta

di Ava-gaye Chambers, St. Catherine, Giamaica

Genesi 12:1, 2; 15:13, 14; Isaia 41:8; Ebrei 11:6, 17–19

«Il Signore disse ad Abramo: “Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò

e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione» (Genesi 12:1, 2).

Anche se Abraamo era il figlio di Tera, avrebbe messo in discussione la fede di suo padre e avrebbe cercato la verità. Dio aveva un piano per Abraamo: lo chiamò a lasciare il suo paese per una terra a lui sconosciuta. Abraamo andò senza dubbi perché sapeva che Dio voleva il suo bene. Nel viaggio di Abraamo per la terra promessa accaddero molti eventi, ma ce n’è uno che è importante da menzionare: mentre Abraamo cresceva forte nella fede, Dio gli disse di offrire suo figlio Isacco come olocausto per dimostrare la sua fede (Genesi 22). Abraamo ubbidì e portò Isacco nella terra di Moria, lo mise sull’altare per offrirlo come sacrificio al Signore. Istantaneamente, il Signore gli disse di non uccidere Isacco, e invece gli diede un montone per il sacrificio. Abraamo chiamò questo posto «Iavè-Irè».

«Iavè-Irè è uno dei molti nomi diversi di Dio che si trovano nell’Antico Testamento. Iavè-Irè è la traduzione di YHWH-Yireh e vuol dire “Il Signore provvede” (Genesi 22:14). È il nome commemorato da Abraamo quando Dio provvide il montone da sacrificare al posto di Isacco. . . .

Il racconto di Abraamo sul monte Moria quindi diventa più che un’illustrazione drammatica di fede e ubbidienza. È una presentazione della grazia eterna del Signore, del provvedere costante, e della sua saggezza onnicomprensiva. Iavè-Irè non è “Il Signore ha provveduto“, ma “Il Signore provvederà“. In altre parole, il nome non commemora semplicemente un evento passato; anticipa un’azione futura. . .

«Iavè-Irè ha provveduto un sacrificio per salvare Isacco, e quell’azione presagiva l’offerta di suo Figlio per la salvezza del mondo».[1]

Abraamo visse una vita di fede, e la sua vita dovrebbe incoraggiarci come cristiani ad avere una fede simile per aiutarci a perseverare nonostante le nostre circostanze.

Le ricompense che possiamo ottenere solo avendo fede e le straordinarie benedizioni di Dio dovrebbero motivarci a essere fedeli. Questo è evidente nella vita di Abraamo, e se la fede di Abraamo lo rese integro, lo può fare anche la nostra.

Infine, siamo coraggiosi e ubbidienti al nostro Signore e salvatore. Egli è il nostro Iavè-Irè; egli provvederà, ed è sempre puntuale, operando nel suo tempismo e non il nostro.

Rispondi

  1. Cosa possiamo usare oggi per ricordarci che Dio è sempre fedele alle sue promesse?
  2. Come possiamo incoraggiare gli altri a essere fedeli?

[1] «What does it mean that God is Jehovah-Jireh?» su http://www.gotquestions.org/Jehovah-Jireh.html, al 14 luglio 2016

Mercoledì 1° novembre

COME FARE

Segui il capo

di Shandel Lawrence, St. Catherine, Giamaica

Romani 4; Galati 3:11; 1 Giovanni 2:3–6

È chiaro dalla Scrittura che il popolo di Dio è sempre stato chiamato a vivere secondo la fede. La fede è una parte della nostra vita quotidiana. È per fede che realizziamo molti dei nostri obiettivi. Credere in noi stessi e nelle nostre abilità ha portato al successo, ma la fede che ci viene richiesta non è in noi e nelle nostre abilità. Siamo chiamati a porre la nostra fede in Dio, affidandoci a lui per quello che non possiamo fare da soli. In Romani 4:13–15, la Bibbia ci dice che la promessa fatta ad Abraamo e alla sua discendenza non era in base alla legge, ma in base alla giustizia della fede, dato che in base alla legge non sarebbe stata possibile (Galati 3:11). La legge è una cartina per la promessa (1 Giovanni 2:3–6). La via per la promessa dipende dalla nostra fede in Dio, non dalla nostra abilità di leggere e capire la cartina, perché senza fede nel Signore è un viaggio impossibile.

Abraamo imparò a essere fedele e lo dimostrò nella sua vita. Ubbidì al comando di Dio e fu ricompensato per la sua ubbidienza. Qui sotto ci sono alcuni motivi per cui Abraamo fu in grado di ubbidire a Dio. Se li seguiamo, allora anche noi possiamo essere ubbidienti a Dio ed essere ricompensati per la nostra ubbidienza:

  1. Conosceva la voce di Dio. Questo rese possibile seguire le istruzioni di Dio. Per conoscere la voce di Dio, dobbiamo passare del tempo nella sua Parola e comunicare con lui attraverso la preghiera.
  2. Seguiva i comandi di Dio. Qualsiasi fossero le istruzioni di Dio, Abraamo ubbidiva (Genesi 22). La Bibbia ha detto che ubbidire è meglio che il sacrificio. Quindi, seguire le istruzioni di Dio è importante nel dimostrare la nostra fede.
  3. Si fidava di Dio. La fiducia di Abraamo in Dio dovrebbe ispirarci a non avere dubbi nell’abilità di Dio. Abraamo rimase fedele e ubbidiente anche in situazioni difficili nella sua vita (Romani 4:18–22). La sua fiducia in Dio era grande, così tanto che la Bibbia dichiarò, «Egli credette al Signore, che gli contò questo come giustizia» (Genesi 15:6). Dobbiamo affidarci a Dio che ci conduca nel modo che è migliore per noi, anche le volte in cui sembra che le promesse di Dio non saranno realizzate nella nostra vita. Ricordiamoci sempre che Dio è fedele e che farà ciò che ha promesso. La fede di Abraamo non era in sé stesso o nella sua moglie ma nella potenza di Dio. La sua speranza era fondata sul Signore, aggrappata alla fede, e noi dovremmo fare lo stesso. Fidiamoci e ubbidiamo, perché è la via migliore!

Rispondi

  1. Cosa si intende con vivere per fede?
  2. Come è dimostrata la nostra fede in Dio?

Giovedì 2 novembre

OPINIONE

La fede richiede azione!

di Renaldo Mcleod, St. Catherine, Giamaica

Romani 4:19

Cos’è la fede? Che tipo di azione richiede la fede? Che tipo di azione fece Abraamo per dimostrare la sua fede in Dio e reclamare ciò che gli era stato promesso? La Bibbia definisce la fede come «certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono» (Ebrei 11:1). In parole povere, la fede in Dio è sapere che Dio ha la potenza per fare ciò che dice che farà e lo farà nel tempo e accuratezza delle sue parole. Abraamo lo sapeva, e come risultato ubbidì alla voce di Dio lasciando il suo paese, i suoi amici, e la sua famiglia all’età di settantacinque anni per andare a vivere in una terra straniera (Genesi 12:1–4). Molti vorrebbero fare la domanda che Abraamo non fece. Perché? Perché Abraamo doveva andarsene? Perché Dio aspettò che Abraamo fosse vecchio per chiedergli di trasferirsi? Notiamo che Dio non ha bisogno del nostro aiuto per benedirci, salvarci o santificarci; ha solo bisogno che ci fidiamo di lui.

Quando la nostra situazione sembra disperata, è allora che il nostro Dio lavora meglio. La sua forza è resa perfetta nella nostra debolezza. Abraamo e Sara stavano affrontando una situazione che sembrava impossibile, proprio come molti di noi oggi. A settantacinque anni, Abraamo ricevette la promessa di un figlio (Genesi 12:2–4), ma questa promessa non fu mantenuta che venticinque anni dopo (Romani 4:19). A volte la miglior azione da intraprendere è di aspettare. Dio non è mai in ritardo; fa le cose nel suo tempo, ed è sempre puntuale! Mentre aspetti, prega:

Preparati ad accettare la benedizione di Dio. Se Dio dice che farà qualcosa, lo farà.

Ripetiti le promesse di Dio quanto più spesso puoi. Aspettare non è facile come potrebbe sembrare, e lo scoraggiamento è sempre in agguato, cercando di farti lasciar perdere quello che Dio ha promesso nella sua Parola. Quindi è una buona idea incoraggiarti scrivendo le promesse di Dio e ripetendole tutti i giorni.

Riconosci la potenza di Dio, che non c’è niente di troppo difficile da compiere per lui. Ricorda, egli è il creatore di tutta la terra; ha creato noi. Per Dio non c’è problema troppo difficile da risolvere, non c’è malattia troppo avanzata da curare, non c’è abitudine troppo cattiva da togliere, e nessuno troppo lontano da raggiungere.

Cedi. Quando riconosciamo quanto è disperata la nostra situazione senza Dio, la nostra fede ci porterà a cedere e a sottometterci alla volontà di Dio e solo allora potrà la sua volontà essere perfezionata in noi. Abraamo dimostrò che la fede in Dio richiede azione per reclamare ciò che Dio ha promesso. Che azione intraprenderai oggi?

Rispondi

  1. Perché come cristiani ci preoccupiamo così tanto quando affrontiamo situazioni che sembrano disperate?
  2. C’è qualcosa di troppo difficile per il Signore?
  3. Che azione richiede la tua fede perché tu sia salvato?

Venerdì 3 novembre

ESPLORAZIONE

La fede è il biglietto

di Kim Peckham, Sharpsburg, Maryland, U.S.A.

Romani 4:1–8

CONCLUSIONE

Non serve leggere approfonditamente nella vita degli eroi della Bibbia per scoprire che erano peccatori memorabili. Davide, che riconosciamo come uno dei preferiti di Dio, aveva così tanto sangue sulle mani che gli fu impedito di costruire il tempio. Quindi come farà ad arrivare in cielo? Come facciamo anche noi: tramite la fede. Paolo dice che non ci meritiamo la salvezza per le nostre opere favolose. L’unico salario che ci meritiamo è la morte. Ma la fede è come un coupon che ci lascia reclamare le opere di Cristo come nostre. Bello, no?

PROVA A

  • Progettare un coupon, un biglietto o un pass per il backstage per entrare in cielo. Pensa a come implementare i diversi elementi di un tipico coupon. Ci saranno delle clausole scritte in piccolo?
  • Comporre un canto onesto che esprima la tua lotta nell’osservare i dieci comandamenti. Potresti iniziare la canzone con le tue prime esperienze con la legge e finire con il tuo atteggiamento di oggi verso di essa.
  • Fare una foto da abbinare a un versetto che ti piace dal Salmo 51 e postarla sui social media.
  • Camminare all’aperto e cercare qualcosa nella natura che simboleggi l’innocenza e il rinnovamento che senti quando sai che i tuoi peccati sono perdonati.
  • Uscire con un amico e passare un uovo crudo lanciandolo avanti e indietro. Riflettere su come cercare di tenere l’uovo intatto sia come cercare di non violare la legge di Dio. Una volta che l’uovo è rotto, hai la capacità di ripararlo?
  • Guardare, se conosci l’inglese, alcune delle storie da «I Am Second» su YouTube. Le persone nei video parlano della convinzione del peccato prima della loro conversione? Come esprimono la fede nella loro salvezza?
  • Fare una lista delle regole che si rispettavano a casa tua e che hanno scandito la tua crescita. Poi cerchia quelle che ricordi di avere infranto. Chiama un membro della tua famiglia, riparlate di quelle regole e di che cosa ne pensate ora. Ti senti perdonato per le volte in cui hai infranto quelle regole? I tuoi genitori ti amano per le volte in cui hai osservato le regole con successo, o perché eri il loro bambino?
  • Trovare cose che ti sono state date gratuitamente. Per ogni oggetto, offri una preghiera di ringraziamento per la persona che te l’ha dato e finisci con una preghiera di ringraziamento per l’evidenza della grazia di Dio nella tua vita.

CONSULTA

Romani 3, 4.

Ellen G. White, Il gran conflitto, cap. 7, «Lutero si separa da Roma».

Marvin Moore, The Gospel vs. Legalism.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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