SdS CQ (College Quarterly) Quarto Trimestre 2018 – 12

Lezione 12

15-21 dicembre

Organizzazione della chiesa e unità

«Ma non dovrà essere così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo».

(Matteo 20:26,27)

Sabato

INTRODUZIONE

Il progetto di gruppo definitivo

di Michelle D. Amos, Collegedale, Tennessee, USA

Matteo 20:26, 27; 28:18–20

Mentre alcuni studenti provano profonda tristezza e disperazione quando queste tre parole vengono pronunciate dalla bocca dei loro insegnanti, altri potrebbero essere colti da pura euforia. Le tre parole? Progetto di gruppo. Di solito, le persone che sono deliziate da questo tipo di progetto sono quelle che lasciano fare il lavoro a tutti gli altri membri del gruppo. Che ci sia un capogruppo eletto o meno, ogni gruppo ne avrà uno e questa persona potrebbe finire per fare tutta la fatica, sfortunatamente.

Anche se è un fenomeno comune, non deve per forza essere così. Ogni gruppo ha la potenzialità di funzionare come una macchina collaudata. Come fa un gruppo a lavorare così? Potresti pensare: «Semplice. Se ognuno fa la sua parte, il gruppo avrà successo!» Anche se questo è in gran parte vero, credo che al gruppo modello serva avere qualcosa in più. In Matteo 28:18–20, siamo chiamati a fare «discepoli tutti i popoli». Per riuscire in un compito così importante, noi, i capigruppo, dobbiamo fare uno sforzo speciale per entrare in contatto e incoraggiare le persone che stiamo guidando. I capigruppo devono essere in grado di favorire l’unità del gruppo. Senza unità, gli astanti potrebbero non volersi unire al gruppo (o in questo caso, al discepolato) e/o i membri attuali non vorranno restare.

Oltre a stimolare l’unità, dobbiamo anche voler servire i nostri fratelli e sorelle. Un vero capogruppo dovrebbe essere a suo agio guidando e servendo, e deve considerare entrambe le posizioni con lo stesso livello di importanza. Gesù ha detto, «chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo» (Matteo 20:26, 27). Nessun incarico è troppo piccolo. Mantenere quella mentalità è essenziale per un gruppo, insieme all’assicurarsi che tutti sappiano che hanno un compito specifico e importante di cui occuparsi.

Un gruppo disorganizzato e diviso spicca come un pinguino all’equatore. Pensare a come completare un progetto di gruppo di successo mi ricorda di come sono organizzate le chiese. Come cristiani, stiamo lavorando al progetto di gruppo definitivo per il più grande Maestro. Ci è stata data la meravigliosa opportunità di lavorare in conformità con il nostro Creatore. Dato che questa è una cosa così importante, essere organizzati e coltivare l’unità dovrebbe essere sulla nostra lista delle priorità più importanti. Dobbiamo stimare ogni posizione nella chiesa, da chi dà il benvenuto fino al pastore. Ancora una volta: nessun incarico è troppo piccolo.

Domenica

EVIDENZA

Leadership dolce

di Michael Owusu, Huntsville, Alabama, USA

Matteo 20:1–20

A volte noi, come cristiani, ci dimentichiamo cosa significhi essere un vero leader. Molti di noi con posizioni di responsabilità nella chiesa, a lavoro, a scuola o a casa, si chiedono perché le persone non seguano le nostre istruzioni. La leadership non ha niente a che fare con il semplice dare buone istruzioni o idee agli altri, ma ha a che fare con l’essere un leader servitore. Gesù dà un ottimo esempio di questo in Giovanni 13:1–17.

In questi versetti vediamo come Gesù, che non solo era il leader dei discepoli, ma Dio in forma di uomo, lavò i piedi di ogni singolo suo discepolo. Al tempo, la maggior parte della popolazione aveva semplicemente un tipo di calzatura, sandali o nessuna calzatura. I sandali non coprivano tutto il piede ma solo la suola. Le strade non erano lastricate, lasciando i piedi dei viaggiatori incrostati di sporco. Generalmente quando si arrivava nella residenza di qualcuno, il padrone di casa aveva lì un servo per lavare i piedi dei visitatori. Questo era il ruolo che Gesù assunse per i suoi discepoli, rendendo quindi Gesù il massimo leader servitore.

C’è una vecchia storia di una donna che aveva un figlio con una dipendenza da zucchero. La madre vide quanto era serio lo stato del figlio e fece un lungo viaggio con il bambino per cercare aiuto. Portò suo figlio a vedere un uomo di nome Mahatma Gandhi e chiese a Gandhi di dire a suo figlio di smettere di mangiare zucchero. Mahatma Gandhi disse alla madre, «Non posso dirglielo. Riportalo tra due settimane e glielo dirò». Turbata e confusa la madre riportò suo figlio a casa. Due settimane dopo la madre riportò suo figlio da Gandhi e gli chiese di fare la stessa cosa. Questa volta Gandhi disse al figlio, «Ragazzo, dovresti smettere di mangiare zucchero. Non fa bene alla salute». Il bambino promise di smettere di mangiare zucchero. La madre confusa chiese a Gandhi, «Perché non poteva dire a mio figlio di smettere due settimane fa?» Gandhi rispose semplicemente, «Madre, due settimane fa mangiavo tanto zucchero anch’io».

Questa storia mostra come ci deve essere un legame cruciale tra l’essere un leader servitore e il guidare attraverso l’esempio. Gesù era in grado di essere un leader servitore guidando con il suo esempio. Nel versetto di questa settimana (Matteo 20:26, 27), Gesù insegna proprio ciò che praticava. Quando diciamo agli altri cosa fare e come farlo, stiamo semplicemente dando istruzioni. Ma quando mostriamo agli altri cosa fare e come farlo, ispiriamo ed esemplifichiamo ciò che quelli che ci guardano devono fare.

Rispondi

  1. Quali azioni puoi intraprendere per diventare un leader servitore migliore?
  2. Come puoi cambiare il modo in cui gli altri ti vedono come leader?

Lunedì

LOGOS

Tutti per uno… uno per tutti

di Elijah Walters, Hempstead, New York, USA

Matteo 7:1–5; 20:28; 28:18–20; Giovanni 13:1–17; Galati 6:1, 2; Efesini 5:23–27; Tito 1:8, 9

Come avventisti del settimo giorno, siamo cristiani che credono che Gesù Cristo sia venuto per scambiare la sua vita innocente per la nostra salvezza. Dio ci ama così tanto che ha mandato suo figlio a morire per noi così che potessimo tutti unirci a lui in cielo dopo il suo ritorno. La missione principale della chiesa e del corpo di Cristo è di diffondere il vangelo al mondo intero insegnando e battezzando, unendo tutti al corpo di Cristo. Se non siamo unificati come un solo corpo in Cristo con la stessa missione e ottica, è vero che la separazione e la divisione sono inevitabili. C’è assolutamente Uno (Gesù) per tutti… ma siamo tutti per uno?

Cristo, il capo della Chiesa (Efesini 5:23–27)

Innanzitutto, se Cristo non è il capo di ogni singola missione della chiesa e corpo di Cristo, allora c’è un errore. Se vengono fatti degli sforzi in suo nome ma sono effettuati secondo fini personali, e lì che inizia la divisione. In Efesini 5:23–27, leggiamo che i ruoli di Cristo e della sua chiesa sono paragonati a un marito e sua moglie. La Bibbia dice, come la chiesa è sottomessa al Signore di cui egli è il capo, le mogli si devono sottomettere ai loro mariti in quanto capo. In realtà, a tante persone non piace sentire ciò perché una sottomissione del genere non rientra nell’ideologia del mondo moderno. Invece di interpretare la sottomissione come una perdita, questo passaggio intende che sia compresa come un guadagno. Guadagnare pace e fiducia con la sottomissione perché chi si sottomette capisce che c’è qualcuno che si prende cura di lui. Il corpo di Cristo può essere fiducioso sapendo di essere amato e accudito da Cristo, come un marito ama e accudisce sua moglie. Per essere più realistici, se Cristo non è il capo della nostra vita personale, come possiamo aspettarci di portare la sottomissione che ci serve nel fare la sua opera?

Organizzare per la missione (Matteo 28:18–20)

La missione del corpo di Cristo si trova in Matteo 28:18–20. Gesù incarica i suoi discepoli di andare a insegnare ciò che egli ha insegnato loro. Dopo aver insegnato, dice di battezzare le persone nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La missione collettiva di questo corpo dovrebbe sempre essere di insegnare ciò che egli ci ha insegnato. Come seguaci di Cristo, dovremmo sempre voler far crescere il corpo di Cristo. Anche se possiamo avere molti approcci e metodi di ministero diversi, se la crescita del corpo non è la forza motrice che guida tutto, allora Cristo non è alla testa.

Disciplina di chiesa (Matteo 7:1–5; Galati 6:1, 2)

Per compiere la missione della chiesa con successo con i nostri fratelli e sorelle in Cristo, è molto importante riconoscere che siamo persone imperfette che servono un Dio perfetto. È facile ricordare quelle imperfezioni personali quando facciamo un errore, ma a volte può essere più difficile ricordarlo quando sono i nostri fratelli in Cristo a sbagliare. Matteo 7:1-5 ci ricorda di non giudicarci a vicenda come a noi non piace essere giudicati. A dire la verità, tu condividi molti degli stessi difetti caratteriali che noti in altre persone. Nessuno è perfetto. Tenendo questo in mente, impariamo in Galati 6:1, 2 che dovremmo aiutarci a vicenda invece di ferirci e parlare male l’uno dell’altro. Portando i pesi gli uni degli altri, portiamo a compimento la legge di Cristo. Abbiamo bisogno da Dio dello stesso amore, grazia e misericordia che potremmo aver negato a qualcun altro.

Preservare l’unità di chiesa (Tito 1:8, 9)

Mettendo da parte il nostro ego e orgoglio, siamo in grado di trattare gli altri nel modo in cui vogliamo essere trattati. Questo unifica il corpo di Cristo perché ci rendiamo conto che siamo tutti su un livello comune e nessun uomo è al di sopra degli altri, anche se come corpo abbiamo tutti funzioni diverse. Tito 1:8, 9 spiega il modo in cui il corpo, specialmente i capi eletti, dovrebbe essere in termini di carattere e di fedeltà alla verità. Dobbiamo mantenere ognuna delle nostre controparti a un determinato standard che mantiene l’attenzione sulla missione principale. Dato che il mondo ci vede tutti come uno, dobbiamo rendere conto gli uni per gli altri. Nessun uomo è «troppo buono» per un certo compito nel ministero.

Leadership di servizio (Giovanni 13:1–17)

In Giovanni 13:1–17, Gesù dà l’esempio di leadership di servizio. Gesù si inginocchia e lava i piedi dei suoi discepoli. Quando Pietro oppone resistenza, Gesù spiega che non c’è unità se il leader non è anche in grado di servire. Avendo lavato i loro piedi, Gesù li incaricò di fare lo stesso per gli altri. Gesù terminò questa azione dicendo loro nei versetti 16 e 17 che «il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate». È una bellissima comprensione visualizzare il fatto che il Re dei re e il Signore dei signori è sceso per essere umano ma anche per servire! Lavare i piedi sicuramente era un’esperienza umile, perché il piede era molto sporco per aver camminato tutto il giorno con i sandali nella polvere! Possiamo applicarlo oggi perché un vero leader è disposto a fare un lavoro umile. Matteo 20:28 afferma «il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti». Se il Re dei re è venuto a servire e lavare i piedi, chi siamo noi per sentire di meritarci di essere serviti?

Rispondi

  1. Cristo è il capo della mia vita? Inoltre, Cristo è davvero il capo del mio impegno nel diffondere il vangelo?
  2. Mi ricordo che nessuno è perfetto e che siamo tutti privi della gloria di Dio? Sto portando il peso di mio fratello? Sto estendendo agli altri lo stesso amore, grazia e misericordia che Dio estende a me?
  3. Ho bisogno di essere umile nel ministero? Ci sono parti della vigna in cui non voglio lavorare perché mi sento «troppo buono»?

Martedì

TESTIMONIANZA

Unità e servitù

di Kent Earl Taylor III, Coral Springs, Florida, USA

Matteo 20:26, 27

Tutte le fedi cristiane hanno uno scopo comune nella chiesa, che è di servire ed essere uniti agli altri esseri umani. Alcune persone in posizioni di autorità come anziani, diaconi, diaconesse e pastori pensano di essere il «boss» per via dei propri titoli nella chiesa. Si mettono su un piedistallo al di sopra di tutti gli altri alienando le persone che dovrebbero guidare e servire. Questa può essere una delle cause più comuni di una chiesa disfunzionale. Nel preservare l’unità all’interno della chiesa dobbiamo tenere questi due pensieri nella nostra mente e nel nostro cuore: ricorda il grande mandato e prendi atto di come Gesù ha dato l’esempio di un grande leader.

Il grande mandato è una forte istruzione che Cristo ci ha dato prima di andare in cielo. «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:18–20). Tutto ciò che Gesù ci ha chiesto di fare è di diffondere il vangelo in tutto il mondo così che gli altri possano sentire la buona notizia di Gesù. Se teniamo in mente quella missione, non penseremmo così tanto a noi stessi ma penseremmo agli altri, condividendo il vangelo così che sappiano che possono ereditare la vita eterna come noi. Veniamo così distratti dai nostri ruoli nella chiesa e nella società che ci dimentichiamo di prenderci cura degli altri, dimenticando di mettere i loro bisogni al di sopra dei nostri.

Osservare il modo in cui Cristo guidava è anche molto importante nel preservare l’unità nella chiesa. Gesù non è sceso sulla terra per essere servito dagli uomini, ma per servire l’uomo. Giovanni 13:14, 15 afferma, «Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io». «Ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce» (Filippesi 2:7, 8). Gesù vuole che vediamo quanto è importante essere servi in modo da poter unire gli altri e ispirarli a fare lo stesso a prescindere da quale classe sociale proveniamo o quanto potremmo sentirci a disagio. Non dovremmo aver paura di servire come Gesù quando ha lavato i piedi dei suoi discepoli ed è morto per noi.

Rispondi

  1. Come puoi servire Dio al massimo?
  2. Cosa rende un servo così forte e stimolante?

Mercoledì

COME FARE

Lavorare per Dio

di Everett Scott, Collegedale Tennessee, USA

Matteo 20:26, 27

Se tu che stai leggendo sei mai stato un esploratore, fin da piccoli abbiamo imparato che dobbiamo essere «servitore di Dio e amico di tutti». Dio ci chiama non solo a servire lui, ma a servire anche gli altri. Tutti vogliono diventare uno degli operai di Dio, andare e fare la sua volontà e rispondere quando egli chiama. Ripenso ai miei giorni di scuola superiore, e una cosa che mi disse l’insegnante di religione è che «Dio non chiama chi è qualificato, qualifica chi è chiamato». Questo mi fece pensare. In che modo Dio ci qualifica per essere suoi servitori e operai?

Certamente ci sono anche tante altre persone che si chiedono come poter diventare operai e servitori di Gesù. Ci sono tante qualifiche importanti per diventare operaio per Cristo, ma nell’interesse della brevità, evidenziamone solo alcune.

Non vergognarti di servire gli altri. Non dovremmo mai vergognarci di servire gli altri perché abbiamo paura di ciò che le persone potrebbero pensare di noi. Matteo 25:40 dice che «in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me». Ciò che fai per qualcuno, incluse le persone bisognose, lo stai facendo per Gesù Cristo. Anche 2 Timoteo 2:15 dice che non dobbiamo vergognarci e dobbiamo gestire in modo corretto la parola di verità.

Incoraggia gli altri. Dio ci ha chiamato a servirlo e a testimoniare agli altri, ma vuole anche incoraggiare gli altri, non solo i credenti, ma quelli che sono nuovi alla fede. Tito 1:9 dice di essere «attaccato alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono». Quindi, dobbiamo incoraggiare quelli che potrebbero avere dei problemi nel loro cammino con Cristo e sfidare quelli che cercano di denunciare la Parola di Dio.

Abbi umiltà. Più di ogni altra cosa, l’umiltà è la qualifica più grande nel lavorare per Dio. Giovanni 13:1–20 rappresenta l’atto supremo di umiltà quando Gesù lava i piedi dei discepoli. Gesù si abbassò e servì i suoi discepoli lavando i loro piedi, anche se i discepoli non sapevano perché volesse fare un’azione del genere. Dopo che ebbe finito, Gesù disse, in Giovanni 13:15, 16, «vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato». Gesù diede questo esempio e disse loro di fare la stessa cosa.

Rispondi

  1. Perché l’umiltà è così importante nel servire e lavorare per Dio?
  2. Cosa puoi fare per incoraggiare quelli che sono nuovi alla fede e quelli che sono parte della chiesa ma sono a rischio nelle loro convinzioni?

Giovedì

OPINIONE

Vivere con uno scopo

di Alaysia Bookal, Dania Beach, Florida, USA

Salmi 133:1; Matteo 28:18–20

Qual è il tuo scopo? Perché sei stato creato? Spesso ci dimentichiamo il nostro vero scopo per cui viviamo su questa terra. A volte restiamo presi dai successi terreni come essere i migliori della nostra classe, andare all’università, ottenere il lavoro che paga di più o essere famosi. Ma è per questo che Dio ci ha messo su questa terra? Matteo 28:18–20, dice che noi, i suoi discepoli, dobbiamo andare a battezzare e insegnare alla gente di lui, nostro Signore e Salvatore. Quindi, il nostro scopo su questa terra è di insegnare ai nostri amici, insegnanti o perfino genitori, di Dio e della sua seconda venuta.

Guardando il telegiornale o andando su internet, una cosa che ci manca oggi è l’unità. Come membri di chiesa e leader dobbiamo renderci disponibili ai nostri vicini, colleghi, e quelli che vivono in situazioni sfortunate. Dobbiamo portare quante più persone possibile insieme in amore e armonia. Salmi 133:1 dice, «Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme!» Siamo la pace di cui questo mondo ha disperatamente bisogno! Siamo quelli che portano la pace! Ma per raggiungere un obiettivo del genere, dobbiamo riflettere sul nostro carattere e legame spirituale con Dio.

Ti vergogni, hai paura o sei imbarazzato di parlare di Dio e del cielo? Sei una persona che non ama i conflitti? Non temere! Hai lo scoop e tutte le informazioni da sapere di qualcosa di più grande e migliore di ciò che questo mondo può offrire, una vita con Gesù. Chiudi gli occhi e immagina. Immagina una vita senza dolore, una vita dove puoi giocare con i leoni, le tigri e gli orsi, una vita dove non sei mai stanco. Mi sembra ottimo! Ma è nostra responsabilità rendere i nostri fratelli e sorelle in Cristo consapevoli di questa grande opportunità prima che sia troppo tardi. Non dobbiamo mai sentirci come se avessimo tutto il tempo del mondo. I giorni diventano mesi e i mesi diventano anni. Se non te ne sei accorto, il Signore ha detto che avrebbe accorciato/ fatto passare il tempo più velocemente e ho notato che il tempo vola via. Persone che potrebbero essere di Dio stanno morendo senza aver mai sentito parlare di Dio perché abbiamo paura o semplicemente ci siamo fatti prendere dai nostri successi terreni. Quando ti perdi nei successi del mondo è possibile perdersi i successi celesti. Quindi, rendiamo quest’anno un anno di ritrovamento, appagamento, gioia, pace e scopo!

Rispondi

  1. Ho perso di vista il mio scopo?
  2. Come posso ritrovarlo?
  3. Cosa posso fare per creare unità e salvare il popolo di Dio?

Venerdì

ESPLORAZIONE

Più che un edificio!

di Sonora Burrows, Huntsville, Alabama, USA

Matteo 20:26, 27

CONCLUSIONE

Quando tante persone pensano alla parola «chiesa» pensano a un edificio in cui le persone vanno un giorno particolare. Alcuni potrebbero considerare i responsabili, i soldi che vengono raccolti o i vari programmi. Sì, queste cose sono una grossa parte di ciò che è la chiesa, ma troppo spesso dimentichiamo perché Dio ha istituito la chiesa. Dovremmo riunirci in questi edifici particolari per essere attrezzati da Dio per andare fuori a predicare. Nelle nostre comunità dovrebbe avvenire una saturazione del vangelo dagli individui che si incontrano in unità. Questa lezione sfida i credenti a guardare oltre le pareti, a diventare uno con gli altri membri della chiesa attraverso Cristo, e a uscire e seguire l’esempio di servizio che ci ha dato Cristo.

PROVA A

  • Chiedere a Dio di mostrarti come puoi contribuire al corpo di Cristo per migliorare il suo regno.
  • Pregare per i responsabili della chiesa.
  • Unirti a un gruppo di evangelizzazione.
  • Scrivere le benedizioni che hai visto facendo parte della chiesa di Dio.
  • Passare alcune ore dopo la chiesa il sabato andando nella comunità e testimoniando come faceva Gesù.
  • Chiedere a chi ti è davanti come sono venuti nella chiesa.
  • Invitare lo Spirito Santo quotidianamente a servirsi di te per testimoniare da solo e come parte della chiesa.
  • Essere guidato da un responsabile della tua chiesa locale per diventare un giorno un altro responsabile della chiesa locale

CONSULTA

Atti 2, 15; l’epistola di Paolo agli Efesini.

Manuale di chiesa, delle Chiese Cristiane Avventiste del 7º Giorno.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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