SdS CQ (College Quarterly) Primo Trimestre 2019 – 13

Lezione 13

23 – 29 marzo

«Io faccio nuove tutte le cose»

«E colui che siede sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Poi mi disse: “Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere”»

(Apocalisse 21:5)

Sabato

INTRODUZIONE

Nuovo di zecca

di Emma Campbell, Silang, Cavite, Filippine

Apocalisse 21:5

La nostra famiglia ha trascorso gli ultimi anni nelle Filippine, in missione. In questo momento stiamo facendo piani per tornare al nostro paese d’origine ma ricordo ancora quando arrivammo qui; mio fratello ed io, molto più giovani, avevamo frainteso il nome del luogo e avevamo capito, non so come, che ci stavamo trasferendo nella terra dei Filistei! Potete immaginare il nostro sollievo allo scoprire che, in realtà, stavamo andando nelle Filippine!

Quando arrivammo era meglio di come avessimo immaginato. Be’, almeno finché non ci trasferimmo nella nostra nuova casa e sentimmo dei forti tonfi sul tetto. Dopo qualche giorno scoprimmo che avevamo una benedizione aggiuntiva: vivevamo sotto un mango. A volte quando viviamo in un posto nuovo può essere un po’ stressante, ma alla fine, scoprimmo che tutto era molto meglio di come l’avessimo immaginato. Abbiamo formato nuove amicizie e siamo arrivati a voler bene alle persone di qui.

Nel viaggio avevamo portato alcune delle nostre cose, ma non durarono a lungo. L’alto tasso di umidità significò il dover comprare dei deumidificatori per assicurarci che i nostri libri e altri beni non si rovinassero. Ora che ce ne stiamo andando, abbiamo deciso che è meglio vendere alcune delle nostre cose piuttosto che portarcele dietro. Sarà bello avere un letto nuovo, dato che quello vecchio sta diventando arrugginito e usurato. Penso che a tutti piaccia avere cose nuove di zecca.

Non importa quando ci impegniamo, non c’è niente in questo mondo che duri. Gesù parlò di questo quando mise in guardia: «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano» (Matteo 6:19). Perfino il nostro corpo fisico non durerà. Alla fine tutti noi moriremo perché viviamo in un mondo dominato dal peccato. Ciò che mi piace della lezione di questa settimana è che ci vengono ricordate le promesse della Scrittura che non ci sarà più peccato. La morte smetterà di esistere. Meglio di tutto, potremo essere con il nostro Amico Gesù per sempre, per tutta l’eternità. Questa settimana è un’opportunità per immaginare quanto sarà glorioso il cielo; è un mondo nuovo di zecca. È meglio che trasferirsi in un altro paese. Nelle parole dell’inno: «Alza gli occhi a Gesù e contempla la sua santità; poi vedrai: le cose che son quaggiù non avranno più alcuna beltà».[1]

[1] «O tu che ricerchi la vita» Canti di lode, n° 100.

Domenica

LOGOS

La fine sta arrivando

di Richla Sabuin, Hong Kong

Daniele 12:6, 7; Salmi 79:5; Abacuc 1:2; Apocalisse 21:5

La cena nuziale dell’Agnello (Apocalisse 19:6–9; Giovanni 14:1–3)

La venuta di Gesù è descritta come il matrimonio dell’Agnello, in cui Cristo è lo sposo e i santi sono la sua sposa. Come sposo, Cristo ha promesso al suo popolo che tornerà per portarli alla casa di suo Padre (Giovanni 14:1–3). Allora saranno insieme per sempre. La preparazione della sposa è indicata dal fatto che indossa il vestito bianco nuziale, che è la caratteristica dei santi (Apocalisse 19:8). Non ci meritiamo di essere la sposa spirituale di Gesù; dopo tutto noi siamo peccatori e lui no. Gesù ha reso possibile questo matrimonio solo per mezzo del suo sangue giusto.

Harmaghedon finisce (Apocalisse 19:11–16)

Harmaghedon si riferisce alla battaglia finale nel gran conflitto tra Cristo e Satana. Coinvolge Gesù e il suo popolo, contrapposto a Satana e i suoi seguaci. La battaglia è iniziata in cielo (Apocalisse 12:7–9) e continua fino al presente. Non sarà conclusa finché il peccato e Satana non saranno distrutti e Gesù rinnoverà la terra dopo il millennio. Apocalisse 19:11–16 descrive Gesù come lo sposo. Egli è anche l’eroe della battaglia. È chiamato Re dei re e Signore dei signori. Egli è il nostro salvatore, il nostro sposo, nostro signore e re. La vittoria è certa. Non ti piacerebbe essere dalla sua parte?

Il millennio (Apocalisse 20:1–15; Geremia 4:23–26)

Gesù, lo sposo, ora è con i santi che sono la sua sposa. Passeranno insieme un periodo di mille anni in cielo. Questo periodo si chiama il millennio perché rappresenta 1.000 anni letterali. Secondo Apocalisse 20:1–15, queste sono le cose che avverranno prima, durante e dopo il millennio:

Prima del millennio:

–          Gesù torna

–          I morti giusti saranno risuscitati

–          I viventi giusti saranno portati in cielo insieme a quelli risorti

–          I viventi malvagi moriranno

–          I morti malvagi non saranno risuscitati

Durante il millennio:

–          Satana è incatenato (è solo, senza persone da tentare)

–          I malvagi restano morti

–          I giusti regneranno con Gesù in cielo

Dopo il millennio:

–          Satana è liberato

–          I malvagi sono risuscitati

–          Gesù e i giusti tornano sulla terra

–          Satana e i malvagi attaccano la città di Dio che scende dal cielo

–          Satana e i malvagi sono distrutti

–          Il cielo e la terra sono rinnovati

Un nuovo cielo e una nuova terra (Genesi 2; Apocalisse 7:15–17; 21:2–8)

Dopo il millennio, Dio crea un nuovo cielo e una nuova terra. L’Eden come descritto in Genesi 2 è finalmente restaurato. Apocalisse 21 non descrive solo il posto, ma anche dove si trova. Tutte le cose che sono provocate e colpite dal peccato scompaiono: «[Dio] asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate» (21:4). Il peccato non tornerà mai. Non ci saranno più persone nascoste dietro un albero impaurite perché hanno peccato. Questo è il posto dove solo i giusti dimoreranno. Non c’è posto per quelli che fanno il male. Dio sarà in mezzo al suo popolo, non solo per mille anni ma per sempre.

La nuova Gerusalemme (Apocalisse 21:9–22:5)

Apocalisse 21:9–22:5 descrive com’è la nuova Gerusalemme. Scende dal cielo. Non ci sarà più la notte perché la gloria di Dio è luminosissima. Nella nuova Gerusalemme vivrà chi ha il suo nome scritto nel libro della vita. Riesci a immaginare come sarà questa nuova terra? Che promessa straordinaria, sapere che attraverso il dono della salvezza possiamo vivere con il Signore per sempre!

Rispondi

  1. Come possiamo essere pronti per la venuta di Gesù oggi?
  2. Come ci prepariamo per essere certi di essere dalla parte di Cristo?
  3. Pensando alla battaglia di Harmaghedon, cosa provi? Come possiamo imparare a fidarci di Gesù nel sapere che saremo salvi?

Lunedì

TESTIMONIANZA

Riportati all’antico splendore

di Jude Joshua Marandi, Ranchi, India

Apocalisse 21:4

Nei capitoli conclusivi de Il gran conflitto, Ellen G. White descrive gli eventi degli ultimi giorni quando la nuova Gerusalemme scenderà sulla terra. Come nell’Antico Testamento dopo che il popolo di Dio aveva sopportato la sofferenza, essi gridano a Dio dicendo, «Fino a quando aspetterai, o Signore»! È confortante conoscere quale finale perfetto aspetta i fedeli che hanno sopportato tutto. Questa nuova Gerusalemme è preparata per i fedeli che sono descritti in tutti i dettagli. La Parola di Dio ci rassicura che il dolore e la sofferenza di questo mondo non continueranno nella nuova Gerusalemme che è preparata per quelli che restano fedeli (Apocalisse 21:4).

«Con una voce che esprime un profondo affetto, Gesù invita i suoi fedeli a partecipare alla gioia del loro Signore. La felicità del Salvatore deriva dal vedere nel suo regno di gloria, gli uomini salvati grazie alla sua sofferenza e alla sua umiliazione. I redenti parteciperanno alla sua gioia incontrando, fra i salvati, coloro che sono stati condotti al Cristo in seguito alle loro preghiere, alla loro opera e al loro sacrificio».[1]

Quando Cristo ritorna per portare il suo popolo rimanente a casa, essi sono riportati da Dio allo stato originale che Dio intendeva per loro. Il peccato ha corrotto non solo la mente, ma ha anche danneggiato la forma originale in cui ogni essere umano era creato. Tuttavia, Dio ci ha promesso che riporterà le cose al loro antico splendore. Ci viene assicurato ripetutamente che il mondo che verrà sarà molto meglio di quello di ora, e ciò dovrebbe ricordarci dell’importanza del fatto che dovremmo dare la priorità alle benedizioni future piuttosto che ai piaceri temporanei.

«I giusti viventi sono trasformati “in un momento, in un batter d’occhio”. Alla voce di Dio essi erano stati glorificati, ora sono resi immortali e, insieme con i santi risuscitati, innalzati a incontrare il Signore nell’aria. Gli angeli raduneranno “i suoi eletti dai quattro venti, dall’un capo all’altro de’ cieli”. I bambini sono portati dagli angeli nelle braccia delle loro madri. Gli amici da tempo separati dalla morte sono nuovamente ricongiunti per non separarsi più, e tutti insieme, con canti di gioia, salgono verso la città di Dio».[2] L’umanità, una volta persa al peccato, è finalmente riportata alla sua gloria originale.

Rispondi

  1. Il peccato, come ha corrotto il piano di Dio per la nostra vita? È possibile raggiungere la restaurazione senza l’aiuto di Dio?
  2. La nuova terra, come sarà diversa dall’oggi? Quale aspetto non vedi l’ora cambi?

[1] Ellen G. White, Il gran conflitto, p. 506.

[2] Ibid., pp. 504-505.

Martedì

EVIDENZA

È ora di premere il tasto «Reset»!

di Komal Nunfeli Swansi, AIIAS, Silang, Filippine

Apocalisse 21:2–6

Gran parte dell’intrigo e della frenesia nel libro dell’Apocalisse deriva dalla distruzione del mondo alla fine, insieme alla speranza di un nuovo inizio. La sofferenza, l’oppressione, il dolore e la morte raggiungono il loro baratro demoniaco, Dio interviene e preme il tasto «Reset».

«Fino a quando aspetterai, o Signore, per mettere fine a queste cose?» è il grido dei santi sofferenti che sono assaliti implacabilmente da Satana e le sue forze malvagie. La risposta a questa domanda si trova in Apocalisse 21:2–6 dove Dio promette non solo di mettere fine alla sofferenza, ma anche di creare un «nuovo cielo e una nuova terra» dove il male e le sue conseguenze non esistono.

La conclusione della storia di questo mondo è il racconto di due città, Babilonia e la nuova Gerusalemme. A quale città appartieni? Babilonia la grande, la città descritta in Apocalisse 14:8, 17:5, e 18:21 è l’organismo collettivo mondiale delle false religioni, che Dio respinge. Lo scopo di questa città è di allontanare delicatamente le persone dall’adorazione del vero Dio. Dall’altra parte, la nuova Gerusalemme rappresenta purezza, vita, gioia e guarigione, che è l’antitesi di Babilonia. Quando accetti il sacrificio espiatorio di Cristo, diventi un cittadino della nuova Gerusalemme.

Quando è che la nuova Gerusalemme scende sulla terra? Quando il male, il caos e la degradazione morale spingono il mondo al punto critico, Dio interverrà inaugurando la nuova Gerusalemme. Questa nuova Gerusalemme rappresenta la fine della sofferenza (Apocalisse 21:4).

Oggi viviamo nel governo catastrofico di Babilonia la grande. Che si tratti delle ideologie New Age astutamente costruite, sessualità alternative, fede esagerata nella tecnologia, arte fantastica, desensibilizzazione alla violenza estrema o etica priva di moralità, la confusione si riflette in tutto ciò che ci circonda. Francamente, le nostre sofferenze non sono certo finite. Con l’avvicinarsi della fine, si avvicina anche il tempo d’angoscia. Babilonia raggiungerà una grandezza inaudita e potrebbe perfino sembrare invincibile. In questo momento la nostra speranza e fede devono persistere nel fatto che Gesù sta per tornare. Alla fine, Babilonia cadrà e la nuova Gerusalemme scenderà. Gesù, nostro Signore, rinnoverà tutte le cose! Dio stesso asciugherà ogni lacrima e non ci sarà più morte, né cordoglio, né grido, né dolore. Il finale porta a un nuovo inizio!

Rispondi

  1. A quale città appartieni? Babilonia la grande o la nuova Gerusalemme?

Mercoledì

COME FARE

«Egli asciugherà ogni lacrima»

di Karan Kenneth Swansi, AIIAS, Silang, Filippine; Rhea Joanna Marandi, Avondale College, Australia

Salmi 34:19; 2 Corinzi 4:17; Apocalisse 21:4

Apocalisse 21:4 condivide una promessa profonda che porterà speranza a tutti quelli che soffrono dolore, oppressione o miseria. Dio promette di rinnovare tutte le cose. Saremo rinnovati a immagine di Cristo, perfetti e senza difetti. Dio ci porterà allora in cielo e ci darà la vita eterna.

Sofferenza e difficoltà sono inevitabili nella nostra vita terrena. Come cristiani non siamo esenti dalle lotte del mondo, che si tratti di malattia, morte o disperazione. Nella quotidianità, però, possiamo trovare conforto nel Signore, nelle sue promesse per noi e nel suo sicuro ritorno. Esercitare questa speranza ci porterà certamente conforto. È così che possiamo vivere in prima persona la promessa di Dio.

Niente lacrime: le lacrime emotive spesso sono scatenate da sentimenti forti come gioia e tristezza. Quelle menzionate in Apocalisse 12:4 sono provocate dalla tristezza intensa dovuta a disperazione, dolore o morte. «Asciugare ogni lacrima» è la garanzia che Gesù, il nostro amico, sarà accanto a noi e rimuoverà la causa stessa della nostra tristezza.

Niente morte: «O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?» (1 Corinzi 15:55). Gesù ha sconfitto la morte alla croce, e nella nuova terra la morte non ci sarà più. Quindi, non dobbiamo rattristarci per la morte di qualcuno perché è solo un sonno!

Niente cordoglio: le esperienze dolorose possono provocare dolore profondo, ad esempio la morte di una persona cara o una separazione dolorosa. Lo Spirito Santo è venuto per portarci conforto, per questo è chiamato il Consolatore. Non ci sarà più cordoglio quando saremo confortati da nientemeno che Dio stesso!

Niente grido: un grido è un suono di angoscia, dolore o disperazione che richiama l’attenzione alla propria situazione. Quando un neonato grida, lo confortiamo con attenzione immediata, con un tocco rassicurante e tentando di rimuovendo la causa dell’afflizione. Dio fa proprio questo eliminando il peccato, il dolore e la morte!

Niente dolore: il dolore è una sensazione estremamente sgradevole provocata da un trauma fisico o psicologico. Quando Dio rinnoverà tutte le cose, non ci sarà più né il dolore né ciò che lo ha causato. Attendiamo con impazienza quel giorno!

Nel capitolo finale della storia della terra, Dio ricreerà questa terra e la perfezione originale dell’Eden sarà restaurata.

Rispondi

  1. Come affrontare lacrime, morte, cordoglio e dolore nella nostra vita attuale? Come possono amici, parenti, pastori e altri nella comunità offrire un ruolo di sostegno?
  2. È davvero possibile per Dio asciugare le nostre lacrime? Come lo fa?

Giovedì

OPINIONE

La bella e le bestie

di Ashley Natasha Odhiambo, Filippine

Efesini 6:12

La prima sezione di Apocalisse 12 mostra una donna raggiante (Apocalisse 12:1, 2), il dragone (v. 3) e il figlio della donna (v.2) come personaggi principali. L’ambientazione e il cielo. Il bambino è portato in cielo e la donna fugge nel deserto (Apocalisse 12:5, 6).

La meraviglia o segno della donna incinta rivestita del sole, incoronata di stelle e con la luna sotto i piedi simbolizza la chiesa pura di Dio, che è fedele al suo amore, Gesù (Isaia 54:5, 6; Geremia. 3:20; 6:2; Ezechiele 16:8–14; Osea 1–3; Galati 4:26). Il sole come indumento simbolizza la giustizia di Cristo che riveste la chiesa (Malachia 4:2). L’immagine dei vestiti compare anche in Isaia 61:10: «Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l’anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come uno sposo che si adorna di un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli». Dato che la luna riflette la luce del sole, la luna simbolizza il sistema «mosaico e del santuario» che punta a Gesù Cristo.[1] Le dodici stelle indicano le dodici tribù d’Israele portando continuità nei simboli tra l’Antico e il Nuovo Testamento.

La donna che soffre per le doglie simbolizza ogni credente che vive una vita di conflitto costante. Inoltre, è una descrizione della sofferenza del popolo di Dio (Giovanni 16:33). Grazie a Dio, ogni credente ha la piena armatura che lo protegge dal male (Efesini 6:10,11,13). La lotta è interna ed esterna, ma alla fine è la giustizia di Dio che mantiene puro il nostro cuore e la nostra mente nonostante questi attacchi (2 Corinzi 10:3–5).

Il secondo segno del dragone rosso simbolizza il serpente antico, conosciuto anche come il diavolo o Satana. Il colore rosso spesso simbolizza l’iniquità, ma può anche rappresentare il sangue versato delle vittime innocenti di Satana (Apocalisse 16:6; 17:6; 18:24). Satana non può sconfiggere il popolo di Dio, che sarà vittorioso (Efesini 6:12).

Apocalisse 12 indica il conflitto passato, presente e futuro che il popolo di Dio affronta. Descrive l’antagonista principale del popolo di Dio: il diavolo. Quindi Apocalisse 12 è essenziale per comprendere l’esito finale del conflitto cosmico tra Cristo e Satana.

Rispondi

  1. Come possiamo essere puri come la donna descritta in Apocalisse 12?
  2. Chi vince in Apocalisse 12:1–6? Questo come è realizzato?
  3. Le tue lotte quotidiane, come rientrano in questo conflitto cosmico? Come vedi svolgersi gli eventi che ti indicano che le forze spirituali sono all’opera attorno a te?

[1] Uriah Smith, The Prophesies of Daniel and Revelation, Southern Publishing Association, Nashville, TN, 1946, p. 549.

Venerdì

ESPLORAZIONE

La promessa

di Miguel Alejandro Patino Ramirez, Montemorelos, Messico

Apocalisse 21:5

CONCLUSIONE

In Apocalisse 21:5 Dio promette di rendere tutte le cose nuove. Le nostre angosce, tristezze e pesi saranno infine portati via. Potremo vivere in un posto dove non c’è niente che rattristi il nostro cuore (v. 4). Il Signore ha promesso di preparare un posto per noi, ed è a braccia aperte pronto ad accoglierci. Desidera lavare via i tuoi peccati e renderti puro. Tutto ciò che chiede è che lo accetti nel tuo cuore.

PROVA A

  • Ascoltare il canto «No More Night» di David Phelps. Pensa a come tutte le cose di questo mondo passeranno e come Dio promette di rinnovare tutto.
  • Elencare le volte in cui il popolo di Dio è stato oppresso nella storia e ha perseverato nell’avversità.
  • Descrivere come Dio rinnova le cose nella nostra vita ogni giorno. Pensa a come cambierà tutto per il meglio quando ritornerà.
  • Scrivere un canto o una poesia sulla garanzia data al popolo di Dio che il male, l’oppressione e la sofferenza alla fine cesseranno (cfr. Genesi 2; Apocalisse 7:15–17; 21:2–8).
  • Scrivere uno spettacolo su com’è ora il mondo mettendolo a confronto con come sarà al ritorno di Gesù.
  • Pregare per i missionari in tutto il mondo che condividono la Parola di Dio e condividono con gli altri chi è Gesù Cristo, così che anche altri possano essere pronti a incontrare Gesù. Come condividere l’amore di Dio con chi conosci?

CONSULTA

– Roberto Badenas, Symposium on Revelation, Biblical Research Institute, 1992, libro 2, «New Jerusalem—The Holy City», pp. 243–271.

– Daegeuk Nam, Handbook of Seventh-day Adventist Theology (Review & Herald, 2000), «The New Earth and the Eternal Kingdom», pp. 947–968.

– AAVV, Seventh-day Adventist Bible Commentary, Apocalisse, Review & Herald, 1976–1980.

– Ranko Stefanovic, Revelation of Jesus Christ: Commentary on the Book of Revelation, Andrews University Press, 2002, pp. 573–600.

– Ellen G. White, Il gran conflitto, pp. 527–530.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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